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Licom: “Cedolare secca sui negozi, una proposta di buon senso”

3 minuti di lettura
4 Ottobre 2018 Stampa

riqualificazione dei centri storici

La riqualificazione dei centri storici necessita politiche attive per il sostegno alle piccole e medie imprese, all'animazione delle aree a maggiore vocazione commerciale, ma anche al recupero di locali commerciali sfitti. Alle prese con spese condominiali e di manutenzione, tassazione progressiva ad aliquote crescenti, interventi di riqualificazione ostacolati dalla burocrazia, spesso i locatori preferiscono mantenere liberi locali che potrebbero essere utilizzati ad uso commerciale, contribuendo al contempo a riqualificare vie e centri storici della città.  Una quantità notevole di ricchezza paralizzata da fisco e burocrazia, che ha portato il conto dei locali commerciali inutilizzati a oltre settecentomila unità.

Il governo sembra ora intenzionato a rimediare, introducendo una cedolare secca al 21% per il settore non residenziale nella prossima Legge di Bilancio. Un'opzione aperta nel 2011 per il settore abitativo ed oggi adottata da circa 2milioni di contribuenti per un gettito complessivo che si aggira intorno ai 2,5 miliardi di euro. Una possibilità interessante per proprietari, ma non solo.

L’estensione della cedolare secca anche alle locazioni non abitative è infatti un provvedimento di riduzione del carico fiscale anche per le imprese che sono in affitto. La misura così come anticipato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, prevederebbe il blocco degli aumenti ISTAT (che per chi ha un canone elevato, con le prospettive di inflazione in rialzo non è una cosa da poco ndr.) il risparmio fiscale dell’imposta di registro annua a carico del conduttore, e più in generale la prospettiva di una riduzione dei canoni, specie se si introducesse una forma di contratto concordato come avviene per le locazioni abitative.

Bastano pochi semplici calcoli per rendersi conto che con la cedolare secca il recupero di redditività potrebbe raggiungere anche i 2mila euro all'anno su un locale di medie dimensioni in una zona di buona affluenza. Un'opzione appetibile dunque per una vasta platea di interlocutori (al momento il dicastero di viale Venti Settembre ha parlato solo di "persone fisiche" e non di società ndr) e che potrebbe concretizzarsi dal 2019 sui nuovi contratti di locazione.

Una misura da accompagnarsi ad altre più specifiche per il settore del commercio, ma sicuramente nella direzione della detassazione degli investimenti nell'economia reale da tempo auspicata.

maggiori informazioni

Per informaizoni è possibile contattare la segreteria provinciale Licom Lapam ai seguenti recapiti:
Gelmuzzi – Email: [email protected] – 059 893 111 

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