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Rossi: “Nuove autonomie? Purché risolvano i problemi”

3 minuti di lettura
7 Novembre 2018 Stampa

Pubblichiamo qui l'intervista rilasciata dal Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi, alla Gazzetta di Modena e apparsa sabato 3 novembre

Mercoledì 14 novembre il governatore di Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini e di Regione Lombardia, Attilio Fontana, dialogheranno in Camera di Commercio a Modena con Gianni Trovati de "il Sole 24 Ore" sul tema delle Autonomie Regionali. Un evento organizzato da Lapam per capire meglio le argomentazioni delle otto Regioni italiane che hanno richiesto maggiore autonomia da Roma al governo su tematiche fondamentali. 

Segretario Rossi, un evento per capire le richieste di maggiore autonomia dallo Stato avanzate da alcune Regioni italiane tra cui l'Emilia Romagna. Perché?
«Crediamo che questo dibattito rappresenti bene la spaccatura che sta vivendo il Paese in questo momento. Mercoledì 14 novembre in Camera di Commercio a Modena, avremo modo di capire dalla voce di due protagonisti assoluti: il governatore Bonaccini e il governatore Fontana, in che direzione vanno queste richieste».

Credete che il Paese sia spaccato?
«È evidente. Lo ha dimostrato il voto alle politiche, segnando una netta separazione tra nord produttivo ma esasperato e sud in difficoltà e bisognoso di assistenza statale, ma lo dimostra anche la discussione all'interno del governo sulla Legge di Bilancio. Mai come in questo momento esiste una separazione netta tra due visioni opposte di sviluppo e di sistema Italia…»

Ovvero?
«Da una parte vi sono coloro che spingono per un rilancio vero del Paese, chiedendo innovazione e sviluppo, dall'altra coloro che tirano il freno, rimpiangendo un ruolo che lo Stato non può più permettersi di ricoprire».

In questo quadro, cosa comporterebbe una maggiore autonomia regionale?
«È quello che vogliamo approfondire. Conosciamo bene le conseguenze della riforma del Titolo V della Costituzione attuata nel 2001. I contenziosi tra chi legifera su materie fondamentali per lo sviluppo economico come le infrastrutture, la tutela sulla sicurezza sul lavoro, la produzione e la distribuzione dell'energia e via dicendo e sappiamo altrettanto bene che a farne le spese in questi anni sono state soprattutto le imprese. Ora vogliamo capire quale direzione si vuole prendere… e se davvero se ne prenderà una».

Lei parla di incertezze e infrastrutture. È il caso anche della Cispadana?
«Certamente. Un'opera che le imprese e il sistema economico chiedono da anni e che non è ancora partita. Il clima di incertezza generato in questi anni sembra definitivamente chiarito. Ora la regione ha il pallino in mano e ci aspettiamo il cambio di marcia decisivo per la realizzazione dell’opera.

Mi scusi ma la domanda sorge spontanea: Lapam vuole maggiore autonomia regionale oppure no?
«Noi chiediamo chiarezza e semplificazione per le imprese e per il tessuto economico e produttivo locale.
questa debba arrivare attraverso una riorganizzazione dell'assetto costituzionale o da una reale autonomia delle regioni del nord, lo lascio decidere ai nostri politici. Alla luce del rallentamento dell'economia noi chiediamo una cosa sola e con forza alla politica. Coerenza per risolvere problemi reali: sviluppo, crescita, occupazione, giovani, infrastrutture. Adesso o mai più».

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