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Indagine sul mercato del lavoro

5 minuti di lettura
15 Aprile 2019 Stampa

A Modena, a fine 2018, lavoravano 316.200 persone, tra uomini (177.700) e donne (138.500). Ma come si compone questa occupazione? Le risposte in questa indagine del nostro ufficio studi.

DISOCCUPAZIONE E OCCUPAZIONE.

L’occupazione a Modena risale, ma con giudizio. I dati del 2018, rielaborati con una approfondita ricerca del nostro centro studi, dicono che la disoccupazione si attesta sul 6%, in discesa rispetto al 7,1% del 2017, mentre scende leggermente il tasso di occupazione (calcolato sul totale di chi cerca lavoro dai 15 anni in su) che è a fine 2018 al 52,7 rispetto al 53 di fine 2017. Guardando le serie storiche, la disoccupazione è calata in modo significativo rispetto al picco del 7,9% del 2014, ma guardando al 2008 (anno considerato quello d’inizio della crisi economica) c’è ancora strada da fare: in quell’anno, infatti, la disoccupazione a Modena era del 3,3%, bel 2,7 punti percentuali in meno rispetto a oggi. Anche il tasso di occupazione era più alto, al 54,4 (1,7 punti in più di adesso) e anche qui il punto peggiore è stato toccato nel 2014, con il 50,3. Nel complesso Modena è al sesto posto assoluto in Italia per tasso di occupazione, dietro l’inarrivabile Bolzano (56,6), ma anche a Parma, Bologna e Reggio Emilia, oltre che a Milano. L’Emilia-Romagna, dunque, si attesta saldamente al secondo posto in Italia sotto questo profilo, alle spalle del Trentino Alto Adige.

DINAMICHE DEGLI OCCUPATI.

Particolarmente significative sono le caratteristiche di come sono cambiati gli occupati nel periodo 2008-2018, periodo nel quale si è registrato un aumento dell’occupazione dello 0,9%: a Modena l’occupazione femminile sale più di quella maschile (+1,7% donne, +0,3% uomini) anche se nell’ultimo anno l’occupazione femminile è in frenata al -1,8% contro un +0,9% di quella maschile.

Sempre a Modena da registrare come aumenti l’occupazione da lavoro dipendente (+11,4% nel periodo 2008-2018 e +1,9% su base annua), mentre cala in modo molto significativo quella degli indipendenti: -26,7% tra 2008 e 2018 e -8,4% nell’ultimo anno.

A livello regionale, in questo caso, cresce il lavoro dei 55-64enni (addirittura +33,3%), è stabile quello dei 35-54enni (+0,1%), ma cala quello dei giovani under 35 (-1,5%). Inoltre la ricerca evidenzia come crescano tempo parziale e tempo determinato (rispettivamente +11,7% e +38,4%) a scapito del tempo pieno e indeterminato che crescono assai meno (+4% e +4,6%). Altro dato interessante (sempre a carattere regionale): il titolo di studio premia, cresce il numero dei lavoratori con titolo di studio medio-alto (+11,5%) e cala bruscamente quello di chi ha un titolo medio-basso (-8%).

I SETTORI.

Assai interessante è anche leggere le dinamiche per macro settori. Tra il 2008 e il 2018 il comparto più penalizzato è stato, come noto, quello delle costruzioni con un crollo del 35% che ormai è stato assorbito, tra 2017 e 2018, infatti, c’è addirittura un rimbalzo con un +2,8%. Male nel periodo della crisi anche commercio, pubblici esercizi e turismo (-9,3% con un +2,4% però nell’ultimo anno) e agricoltura (-7,9% nel periodo preso in esame, mentre nell’ultimo anno c’è stato un calo severo). L’industria, e dunque il manifatturiero, è invece andato decisamente meglio: nel periodo 2008-2018 la crescita è a doppia cifra (+10,7%) e nell’ultimo anno l’incremento è del 2,5%. I servizi sono invece stabili: +0,3% nei dieci anni e +0,4% nell’ultimo anno.

FOCUS: I GIOVANI.

La ricerca rivela che tasso di disoccupazione giovanile (15-29 anni) a Modena e in regione sta lentamente scendendo: nel 2018 si attestava sul 9,9%, uno 0,5% in meno rispetto al 2017, ma rispetto al pre crisi (2008) siamo ancora a un +2,4% (nel 2008 la disoccupazione giovanile era al 7,5%). Il tasso di occupazione è in discesa: nel 2018 era al 39,5%, il 3,8% in meno del 2017: questo dato fa pensare che siano aumentati gli studenti e che siano diminuiti i cosiddetti Neet (i giovani che non studiano, non lavorano e nemmeno cercano lavoro). Nel 2008 il tasso di occupazione tra i 15 e i 29 anni era al 50%, bel 10,4 punti in più rispetto a oggi. L’indagine Lapam segnala anche che i Neet nel 2016 a Modena (l’ultimo dato disponibile è quello) erano il 15,2% dei giovani di quell’età, in pratica più di un giovane su sei. In Emilia-Romagna (e il dato disponibile è al 2018) i Neet sono in calo, al 15,4% rispetto al 16,1% del 2017, è dunque presumibile anche a Modena siano in leggero calo.

TIPOLOGIE DI CONTRATTO.

Da ultimo l’indagine del centro studi analizza le tipologie contrattuali a livello regionale, sia in senso assoluto che tra i giovani. Da quest’ultima analisi si evidenzia come nel settore privato si registri un aumento di assunzioni (+4,4% tra 2017 e 2018) e che il saldo è positivo per 41.333 unità. Cresce il tempo determinato (+51.883 occupati), l’apprendistato (+14.881) e aumentano i contratti di somministrazione (+6.485 come pure quelli intermittenti (+4.445), mentre i contratti stagionali sono stabili (+47 unità). Il calo, brusco, è dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato, con -36.408 unità.

La crescita percentuale dei lavoratori tra i 15 e i 29 anni è in linea con quella generale (+4,5%), anche qui le assunzioni a termine e in somministrazione sono la maggioranza, mentre tiene bene l’apprendistato, che anzi cresce del 10,9% rispetto all’anno precedente. Tra i giovani, dopo un calo significativo nel 2017 rispetto al 2016, crescono anche le assunzioni a tempo indeterminato.

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