“Anche il settore del commercio al dettaglio ha bisogno di misure di sostegno ad hoc pensate in un’ottica di filiera, è a rischio la tenuta di un comparto, quello della moda, nel quale l’Italia, e il nostro territorio in particolare, è leader a livello internazionale”.
Cinzia Ligabue, presidente Licom, lancia un monito: “Non sarà con sconti e svendite selvagge che il commercio di questi prodotti ripartirà”.
Il settore della moda, nelle sue varie componenti, lavora una stagione per l’altra, con tempistiche di approdo al mercato relativamente lunghe rispetto ad altri settori economici, dato che lavora con un anticipo di sei mesi/un anno rispetto alla commercializzazione verso il consumatore finale. Il prodotto viene ideato, disegnato, modellizzato, presentato, ordinato prima di arrivare nel negozio per essere venduto al consumatore finale, con un prezzo di vendita che subisce forti riduzioni all’avvicinarsi della fine stagione.
In questo senso il rischio che alla progressiva riapertura delle attività economiche la caduta dei prezzi sia ulteriormente accelerata dalla situazione di difficoltà dei commercianti e rivenditori finali, sui quali finiscono per scaricarsi le difficoltà, in quanto da mesi hanno ordinato, stoccato e pagato prodotti che non riusciranno a vendere se non in grave rimessa.
“Serve una soluzione concertata a tutti i livelli: locale, regionale e nazionale, da sommarsi a quelle appena varate che prevedano stanziamento di misure di ulteriore liquidità specifica per il comparto, una fiscalità di vantaggio e agevolazioni all’export e alla vendita on line delle piccole imprese. Non si può più pensare di risolvere il problema con norme territoriali, perché ormai il web travalica ogni confine, e tantomeno continuare a fingere che anche in questa situazione di emergenza i giganti del web stiano continuando una guerra serrata alle piccole imprese”.