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Sondaggio: Economia Circolare …siete pronti al cambiamento?

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31 Luglio 2020 Stampa

Negli scenari a breve e medio termine l’economia circolare e la digitalizzazione rappresentano le chiavi di volta per un’evoluzione sostenibile dell’economia. È una sfida importante da cogliere, e come Associazione vogliamo essere a fianco delle nostre imprese per supportarle e accompagnarle nel cambiamento.

Se questa presa di coscienza era urgente prima, ora, con una pandemia in pieno atto, siamo arrivati a un bivio: è necessario fare scelte coraggiose perché il futuro dell’economia si giocherà soprattutto su due fronti: l’economia circolare e il digitale. La Commissione Europea Stanzierà circa 750 miliardi di euro per garantire un’Unione europea climaticamente neutra, digitale, sociale. Tra le micro e piccole imprese italiane (1 milione di imprese con 3 -49 addetti) il 66,6% svolge una o più azioni finalizzate a ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività. Si tratta di aziende che ricorrono, con o senza incentivi, all'installazione di macchinari o impianti più efficienti, per ridurre i consumi energetici, che mettono al primo posto la raccolta differenziata e riciclo dei rifiuti, il contenimento dei prelievi e dei consumi di acqua, il risparmio del materiale utilizzato nei processi produttivi, etc. *dati forniti dall’Ufficio Studi di Confartigianato Nazionale

A febbraio 2019 Confartigianato nazionale ha firmato la Carta per la sostenibilità e la competitività delle imprese nell’economia circolare insieme ad altre associazioni, perché le imprese sono ormai pronte ad affrontare le nuove sfide ambientali e a cogliere le opportunità offerte dalla digitalizzazione dei processi produttivi e di consumo, secondo un modello di economia circolare, consapevoli che ciò richiederà un cambio di approccio da parte di tutti gli stakeholders e il coinvolgimento del sistema economico nel suo complesso.

Per questo motivo riteniamo opportuno fotografare le nostre imprese: con questa breve indagine vogliamo infatti capire il loro posizionamento in materia di economia circolare per poter progettare formazione e servizi adeguati e per far sì che continuino ad essere competitive nel panorama internazionale.

Economia circolare: cos'è?

Secondo la definizione della ‘Ellen MacArthur Foundation’ economia circolare "è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera".

L’economia circolare, restando sul piano delle definizioni, è un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi, riducendo al massimo gli sprechi. Potremmo dire ‘l’uovo di colombo’: riutilizzare, riusare e riciclare sono parole importanti, ma… Ma il modello economico attualmente mainstream (ovvero quello che si è imposto) non è circolare. Pensiamo ai nostri telefoni cellulari, che tutti abbiamo in tasca: quando un telefono si rompe (per qualsiasi motivo) è praticamente sempre più comodo, e meno costoso, cambiarlo magari con un modello più aggiornato, piuttosto che aggiustarlo. Così accade per molti altri beni.

Il modello circolare in tutte le fasi, dalla progettazione, alla produzione, al consumo, fino alla destinazione a fine vita di un determinato bene, coglie l’opportunità di limitare l’utilizzo di energia per la costruzione e di minimizzare gli scarti, attraverso appunto la possibilità di riutilizzare o aggiustare i prodotti. Che però devono essere pensati per essere riparabili.

I criteri dell’economia circolare sono sette: progettazione di prodotti che possano durare a lungo e il cui smontaggio sia semplice, in modo da permettere facilmente la riparazione o il recupero delle materie prime; utilizzare fonti energetiche rinnovabili e sostenibili; utilizzare materiali riciclati nella produzione; gestire gli scarti e i rifiuti in modo responsabile verso l'ambiente; porre attenzione a trasporti e logistica in modo da ridurre gli impatti ambientali; promuovere stili di vita e di consumo sostenibili; costruire una filiera circolare sulla base di criteri di compatibilità ambientale e anche sociale.

Sondaggio: …pronti al cambiamento?

 

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