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Sicurezza in azienda: un ripasso delle regole da seguire

10 minuti di lettura
30 Ottobre 2020 Stampa

Il 24 aprile scorso le parti sociali e il governo hanno approvato il “Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro” (in allegato ndr.). 
Ad oggi questo documento rappresenta ancora lo strumento imprescindibile a cui imprese e lavoratori devono attenersi.

Ricapitoliamo quindi nello specifico le prescrizioni in esso contenute, ricordando come a seconda delle peculiarità di ciascun organizzazione e previa consultazione con le rappresentanza sindacali dei lavoratori, esse possono essere integrate con azioni più incisive. 

Informazioni ai collaboratori e dipendenti

Tra i compiti in capo all’azienda il Protocollo stabilisce che all’interno dei locali aziendali siano appositi cartelli informativi che evidenzino: 

– l’obbligo di rimanere a casa con febbre oltre i 37.5° o altri sintomi influenzali (e la conseguente raccomandazione a contattare l’autorità sanitaria); 
– l’impegno a rispettare il mantenimento della distanza di sicurezza e di osservare le regole di igiene, in particolare quella di lavarsi spesso le mani; 
– il divieto di accesso a chi proviene da zone di rischio, o a chi sia entrato in contatto con persone positive a Covid-19;
– l’impegno a informare tempestivamente e responsabilmente il datore di lavoro della presenza di qualsiasi sintomo influenzale durante l’orario di lavoro, avendo cura di rimanere a distanza dalle persone presenti.

L’azienda deve anche fornire un’informazione adeguata in base alle mansioni e ai contesti lavorativi, con particolare riferimento al corretto utilizzo dei DPI (mascherine ndr.).

Accesso in azienda

L’azienda può (non è un obbligo) rilevare la temperatura del personale dipendente e dei visitatori e fornitori.
Nel caso in cui la temperatura superi i 37,5°, non è consentito l’accesso ai luoghi di lavoro, ma si devono seguire alcune prescrizioni. In particolare: 

– Isolare la persona assicurandosi che sia munita di mascherina;
– Contattare nel più breve tempo possibile il proprio medico curante e seguire le sue indicazioni. 

Il Protocollo raccomanda poi di non recarsi al pronto soccorso in caso di febbre oltre i 37,5°, ma di seguire le disposizioni del proprio medico curante o dell’ASL.  

L’ ingresso in azienda di lavoratori già risultati positivi all’infezione da Covid-19 deve essere preceduto dalla certificazione medica di “avvenuta negativizzazione” del tampone secondo le modalità previste dall’ASL.
Inoltre, nel caso in cui l’ASL disponga misure aggiuntive per contenere l’epidemia, come ad esempio l’esecuzione del tampone per i lavoratori, il datore di lavoro deve fornire la massima collaborazione.

Ingresso in azienda dei fornitori

Su questo particolare aspetto il Protocollo raccomanda alcune misure, oltre al distanziamento interpersonale e all’utilizzo delle mascherine. In particolare:

– Individuare percorsi di ingresso, transito e uscita con tempistiche predefinite per ridurre le occasioni di contatto con i dipendenti.
– Gli autisti dei mezzi di trasporto devono rimanere a bordo dei propri mezzi, dove possibile. In ogni caso non gli è consentito l’accesso agli uffici. 
– Per i fornitori e i trasportatori o per altro personale esterno bisogna individuare/installare servizi igienici dedicati, garantendone un’adeguata pulizia giornaliera. 
– Va ridotto, per quanto possibile, l’accesso ai visitatori. 
– Se l’azienda dispone di un servizio di trasporto organizzato, va garantita e rispettata la sicurezza dei lavoratori lungo ogni spostamento. 
– Le norme del Protocollo si applicano anche alle aziende in appalto che possono organizzare sedi e cantieri permanenti e provvisori all’interno dei siti e delle aree produttive
– In caso di positività al virus di lavoratori dipendenti da aziende terze che operano nello stesso sito produttivo (es: manutentori, fornitori, addetti alle pulizie o vigilanza) l’appaltatore deve informare immediatamente il committente ed entrambi dovranno collaborare con l’autorità sanitaria fornendo elementi utili all’individuazione di eventuali contatti stretti.
– L’azienda committente è tenuta a dare, all’impresa appaltatrice, completa informativa dei contenuti del Protocollo aziendale e deve vigilare affinché i lavoratori della stessa o delle aziende terze che operano a qualunque titolo nel perimetro aziendale, ne rispettino integralmente le disposizioni.

Pulizia e sanificazione in azienda

Il Protocollo stabilisce che l’azienda assicuri la pulizia giornaliera e la sanificazione periodica dei locali, degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni e di svago. Inoltre:

– nel caso di presenza di una persona positiva al Covid-19 all’interno dei locali aziendali, si procede alla pulizia e sanificazione secondo le disposizioni della circolare n. 5443 del 22 febbraio 2020 del Ministero della Salute.
– Garantisce la pulizia a fine turno e la sanificazione periodica di tastiere, schermi touch, mouse con adeguati detergenti, sia negli uffici, sia nei reparti produttivi.
– Organizza interventi particolari e periodici di pulizia, ricorrendo eventualmente anche agli ammortizzatori sociali (anche in deroga)
– Dove si sono registrati casi sospetti di Covid-19, in aggiunta alle normali attività di pulizia, è necessario prevedere, alla riapertura, una sanificazione straordinaria degli ambienti, delle postazioni di lavoro e delle aree comuni.

Precauzioni igieniche personali

 È obbligatorio che le persone presenti in azienda adottino tutte le precauzioni igieniche, in particolare per le mani.

– Proprio per questo l’azienda mette a disposizione idonei mezzi detergenti per le mani.
– Raccomanda la frequente pulizia delle mani con acqua e sapone. 
– Rende accessibili i detergenti a tutti i lavoratori, anche grazie a specifici dispenser collocati in punti facilmente individuabili.

Mascherine e DPI

Su questo tema il Protocollo evidenzia come:

a) le mascherine devono essere utilizzate seguendo le indicazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
b) In caso di difficoltà di approvvigionamento, possono essere utilizzate mascherine la cui tipologia corrisponda alle indicazioni dall’autorità sanitaria. 
c) L’azienda può preparare il liquido detergente secondo le indicazioni dell’OMS

– Se una particolare mansione impone di lavorare a una distanza interpersonale inferiore a un metro e non sono possibili altre soluzioni organizzative, è obbligatorio l’uso delle mascherine e di altri dispositivi di protezione (guanti, occhiali, tute, cuffie, camici, etc.) conformi alle disposizioni delle autorità scientifiche e sanitarie.

– Per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni è previsto l’utilizzo di una mascherina chirurgica.

Gli spazi comuni

A questo proposito il Protocollo stabilisce che per mense, aree fumatori, spogliatoi, etc:

– l’accesso deve essere contingentato e la sosta limitata. Inoltre è necessario garantire una ventilazione continua dei locali e il mantenimento della distanza di sicurezza di almeno 1 metro tra le persone.
– Negli spogliatoi devono essere garantite idonee condizioni igieniche sanitarie.
– Deve essere prevista la sanificazione periodica e la pulizia giornaliera, con appositi detergenti, dei locali mensa, delle tastiere dei distributori di bevande e snack.

Organizzazione aziendale

A questo proposito il Protocollo rimanda al Dpcm del 7 marzo, ai rispettivi CCNL e agli accordi sindacali. 
Detto ciò le imprese devono provvedere a riorganizzare i propri spazi interni in modo da favorire il distanziamento sociale. Inoltre possono: 

– disporre la chiusura di tutti i reparti diversi dalla produzione o comunque di quelli per il cui funzionamento è possibile fare ricorso allo smart working. 
– È inoltre possibile procedere ad una rimoludazione dei livelli produttivi.
– Assicurare un piano di turnazione dei dipendenti dedicati alla produzione per diminuire al massimo i contatti.
– Utilizzare lo smart working per tutte quelle attività che possono essere svolte presso il domicilio o a distanza.
– Annullare tutte le trasferte e i viaggi di lavoro nazionale e internazionale.

Il Protocollo fa inoltre esplicita riferimento all’utilizzo degli ammortizzatori sociali disponibili nel rispetto degli istituti contrattuali (par, rol, banca ore) generalmente finalizzati a consentire l’astensione dal lavoro senza perdita della retribuzione.

Gestione entrata e uscita dei dipendenti 

A questo proposito, oltre a distinguere dove possibili ingressi e uscite, il Protocollo raccomanda di organizzare orari di ingresso/uscita scaglionati in modo da evitare il più possibile contatti nelle zone comuni (ingressi, spogliatoi, sala mensa)

Spostamenti interni, riunioni, eventi interni e formazione

Il Protocollo raccomanda di:

ridurre al massimo gli spostamenti all’interno del sito aziendale.
– Non consentire riunioni in presenza o, dove non fosse possibile collegarsi a distanza, ridurre al minimo la partecipazione e garantire il distanziamento e la pulizia/aerazione dei locali.
– Sospendere e annullare tutti gli eventi e ogni attività di formazione in azienda, anche obbligatoria (è invece possibile sempre quella a distanza ndr.), viceversa gli enti di formazione possono effettuare lezioni in presenza nelle proprie aule solo ed esclusivamente seguendo le indicazioni delle linee guida Inail.

NOTA BENE: è possibile continuare a svolgerere il proprio ruolo anche se non si è completato/aggiornato il percorso di formazione professionale (es: addetti anticendio, carrellista, etc.).

Gestione di una persona sintomatica in azienda

Cosa fare nel caso in cui una persona presenti febbre e tosse?
A questo propsito il Protocollo raccomanda che: 

– la persona deve subito avvisare l’ufficio del personale;
– è necessario isolare la persona in questione in base alle disposzione dell’ASL e – dove non l’avesse – dotarla di mascherina;
– devono essere isolate anche le persone che erano presenti nei locali con la persona in questione;
– l’azienda deve quindi chiamare l’ASL e i numeri di emergenza Covid-19 (Per l’Emilia Romagna 800 033 033 mentre l’ASL di Modena è 059 3963663 e l’ASL di Reggio Emilia 0522 339000);
– a questo punto l’azienda deve garantire la massima collaborazione con le ASL eventualmente chiedendo a possibili contatti stretti di lasciare lo stabilimento in via cautelare.

Sorveglianza sanitaria

A questo proposito e rispettando le indicazioni del cosiddetto decalogo del Ministero della Salute , il Protocollo raccomanda di non interrompere la sorveglianza sanitaria periodica.
Anzi, il medico competente collabora con il datore di lavoro e le RLS/RLST per proporre soluzioni da adottare in azienda. 
Inoltre il medico competente segnala all’azienda situazioni di particolare fragilità e patologie attuali o pregresse dei dipendenti e l’azienda provvede alla loro tutela nel rispetto della privacy.

Particolare attenzione viene dedicata al reinserimento di persone con pregressa infezione da Covid-19. Per queste persone il medico competente, “previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione del tampone secondo le modalità previste e rilasciata dal dipartimento di prevenzione territoriale di competenza, effettua la visita medica precedente alla ripresa del lavoro, a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi, al fine di verificare l’idoneità alla mansione”. (D.Lgs 81/08 e s.m.i, art. 41, c. 2 lett. e-ter), anche per valutare profili specifici di rischiosità e comunque indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia”.

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