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Crepet: “Siate appassionati e arriverete dove vorrete”

3 minuti di lettura
2 Agosto 2019 Stampa

In vista del nostro evento con il celebre psichiatra il prossimo 29 agosto a Fiumalbo, riproponiamo qui la nostra intervista a Paolo Crepet svolta durnate la convention del personale 2019.

Dottor Crepet, perché è importante essere appassionati?
«Penso che la passione sia fondamentale tanto quanto l’aria che respiriamo.
è possibile fare senza passione? È pur vero che milioni di persone lavorano senza passione, che molti ragazzi scelgono gli studi senza passione, magari solo perché la scuola è vicino a casa. Ma alla mia età posso dire che questa è la cosa più terribile che possa succedere. La passione è un vento meraviglioso che ti fa partire e ti porta in cima al mondo. Ci sono persone che hanno raggiunto dei traguardi incredibili grazie alla passione. Non grazie ai soldi, non grazie alle raccomandazioni».

E come si trasmette la passione?
«Con l’esempio. Le persone appassionanti hanno figli, nipoti, allievi, amici appassionati. La passione è una cosa molto virulenta. Quando vedi una persona appassionata ti chiedi se anche tu possiedi la stessa passione. E se non ce l’hai, ti chiedi il perché. La passione altrui certo non si può imitare altrui, ma costruire attraverso l’esempio che ti ha ispirato sì. Questo è possibile».

Certo oggi non sembra facile trarre dei grandi esempi pubblici…
«Forse perché siamo troppo chiusi in noi stessi. Basta girare un po’ il mondo, aprirsi alla gente e si incontrano storie di grande passione. Il problema è avere l’umiltà e la curiosità di cercarle. È pieno di gente che ha fatto cose meravigliose e questo ci insegna che essere appassionati è il modo migliore per vivere, anche perché con la passione non senti la fatica, se fai una cosa tanto per farla ti annoia e senti tutto il peso di una decisione che non è stata la tua, mentre la passione ti fa volare».

Dunque cosa consiglia a chi ogni mattina deve svegliarsi e fare il proprio compito?
«Be’ intanto farsi una domanda. Ci sono persone che hanno fatto un lavoro per guadagnare dei soldi e poi coltivato le proprie passioni in altri momenti. Persone che hanno lavorato durante il giorno e la sera suonavano jazz, o andavano il sabato e la domenica a girare gli Appennini in bicicletta. Tutte le passioni sono nobili, non ce n’è una più nobile di un altra. L’importante è domandarsi: “Io ne ho una, o sono ridotto a sdraiarmi su un divano e a non pensare a niente?”. Questa non è vita, ma sopravvivenza».

E a chi dirige questo Paese, imprenditori e politici, cosa consiglia?
«Anche in questo caso si può dirigere in tanti modi. Lo si può fare giorno per giorno, guardando l’orologio, facendo i conti di quanto manca alla pensione; oppure lo si fa come farebbe un grande capitano che vuole affrontare l’oceano e non si adatta a navigare lungo la costa».

 

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