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Infortuni sul lavoro: un’analisi sul 2018

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29 Gennaio 2019 Stampa

I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un incremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 501.274 a 502.093 (+0,2%), sia di quelli in itinere, avvenuti cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro, che hanno fatto registrare un incremento pari al 2,6%, da 88.209 a 90.478. Nel periodo gennaio-novembre 2018 il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato dello 0,7% nella gestione Industria e servizi (dai 462.304 del 2017 ai 465.653 casi del 2018) e dello 0,3% nel Conto Stato (da 95.712 a 95.981). In Agricoltura si registra invece un calo dell’1,7% (da 31.467 a 30.937).

Analisi territoriale

L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce di infortunio nel Nord-Ovest (+0,8%), nel Nord-Est (+1,7%) e al Sud (+0,5%) e un calo al Centro (-1,1%) e nelle Isole (-1,8%). Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Provincia autonoma di Bolzano (+5,3%), il Friuli Venezia Giulia (+4,3%) e il Molise (+3,2%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati nella Provincia autonoma di Trento (-7,6%), in Valle d’Aosta (-4,6%) e in Abruzzo (-3,7%). L’aumento delle denunce rilevato nel confronto tra i primi 11 mesi del 2017 e del 2018 è legato esclusivamente alla componente maschile, che registra un +1,0% (da 378.173 a 381.850) rispetto al -0,3% di quella femminile (da 211.310 a 210.721). L’incremento ha interessato soprattutto i lavoratori extracomunitari (+8,9%) e, in misura minore, quelli comunitari (+0,6%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’84% del totale, sono in calo dello 0,6. Dall’analisi per classi di età emergono incrementi per la fascia fino a 29 anni (+4,2%) e tra i 55 e i 69 anni (+3,1%). In flessione, invece, le denunce per le fasce 30-44 anni (-3,0%) e 45-54 anni (-1,0%).

Casi mortali

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nei primi 11 mesi del 2018 sono state 1.046, 94 in più rispetto alle 952 denunciate tra gennaio e novembre del 2017 (+9,9%). L’aumento è dovuto soprattutto all’elevato numero di decessi avvenuti lo scorso mese di agosto rispetto all’agosto 2017, alcuni dei quali causati dai cosiddetti incidenti “plurimi”, che causano la morte di due o più lavoratori. Nel solo mese di agosto, infatti, si è contato un rilevante numero di vittime (37) in incidenti plurimi rispetto all’intero periodo gennaio-novembre 2017 (42). Tra gli eventi del 2018 con il bilancio più tragico si ricordano, in particolare, il crollo del ponte Morandi a Genova, con 15 denunce di casi mortali, e gli incidenti stradali avvenuti a Lesina e a Foggia, in cui hanno perso la vita 16 braccianti.

Allargando l’analisi dei dati ai primi 11 mesi, nel 2018 si sono verificati 23 incidenti plurimi, che sono costati la vita a 80 lavoratori, quasi il doppio (42) di quelli deceduti nei 15 incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e novembre nel 2017. Tra settembre e novembre gli ultimi incidenti plurimi hanno provocato la morte di due dipendenti dell’Archivio di Stato, vittime di una fuga di gas ad Arezzo, di quattro persone travolte da una frana durante l’esecuzione di alcuni lavori di emergenza a una condotta fognaria danneggiata dal maltempo a Isola di Capo Rizzuto, in Calabria, di sette lavoratori coinvolti in tre incidenti stradali avvenuti nel Lazio e in Lombardia, e di due operai edili precipitati nel vuoto da una piattaforma di elevazione, nel corso di lavori di ristrutturazione di uno stabile a Taranto.

I dati rilevati al 30 novembre di ciascun anno evidenziano, a livello nazionale, un incremento sia dei casi mortali avvenuti in occasione di lavoro, che sono passati da 694 a 720 (+3,7%), sia di quelli occorsi in itinere, in aumento del 26,4% (da 258 a 326). Nei primi 11 mesi del 2018 si è registrato un incremento di 115 casi mortali (da 791 a 906) nella gestione Industria e servizi e un decremento di 12 casi nel Conto Stato (da 29 a 17) e di nove in Agricoltura (da 132 a 123).

L’analisi territoriale evidenzia un incremento di 47 casi mortali nel Nord-Ovest (da 238 a 285), di 32 nel Nord-Est (da 232 a 264) e di 22 al Sud (da 205 a 227). Costante il Centro, con 193 denunce in entrambi i periodi, mentre nelle Isole i casi denunciati sono stati sette in meno (da 84 a 77). A livello regionale spiccano i 29 casi mortali in più del Veneto (da 84 a 113), i 23 in più della Lombardia (da 127 a 150) e i 22 in più della Calabria (da 16 a 38). Seguono Campania (+20), Piemonte (+15) e Toscana (+11). Cali significativi si registrano, invece, in Abruzzo (da 47 a 23) e nelle Marche (da 32 a 18).

L’aumento rilevato nel confronto tra i primi 11 mesi del 2017 e del 2018 è legato prevalentemente alla componente maschile, con 87 denunce in più (da 862 a 949), mentre quella femminile ha registrato sette decessi in più (da 90 a 97). L’incremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (da 798 a 877) sia quelle dei lavoratori extracomunitari (da 107 a 123). Tra i lavoratori comunitari, invece, è stato denunciato un caso in meno (da 47 a 46).

Dall’analisi per classi di età emerge come quasi una morte su due abbia coinvolto lavoratori tra i 50 e i 64 anni, con un incremento tra i due periodi di 83 casi (da 410 a 493). In aumento anche le denunce che hanno riguardato gli under 34 (da 154 a 187) e gli over 65 (da 72 a 76 casi). Sono diminuite, invece, le morti dei lavoratori tra i 45 e i 49 anni (da 135 a 109). Stabili quelle della classe 35-44 anni (181 in entrambi i periodi).

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