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Testacoda di Iren, sospeso l’appalto rifiuti

3 minuti di lettura
9 Settembre 2015 Stampa

La società rivedrà l’offerta economica dell’affidamento da 46 milioni di euro osteggiato da aziende, coop sociali e sindaci

Iren cede alle pressioni di aziende private, coop sociali, sindacati, sindaci azionisti e fa suo malgrado marcia indietro.
maxi appalto da 46 milioni di euro per l’ affidamento della gestione biennale 2016-2017 dei rifiuti nella province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza verrà infatti «sospeso».

A deciderlo è stata l’ azienda, ieri sera, durante il comitato territoriale di Reggio Emilia, dove è stata ribadita l’ inadeguatezza dell’ offerta economica, che pesa per il 50%. Una gara in buona sostanza al massimo ribasso viste le cifre in campo, travestita da “offerta economicamente più vantaggiosa”.

Presenti al comitato di ieri il presidente di Iren: l’ex ministro Francesco Profumo e il vicepresidente Ettore Rocchi, che si sono dovuti confrontare a viso aperto con i rappresentanti di Lapam e Cna, dei consumatori, del terzo settore, degli enti locali (c’ era il sindaco di Casalgrande Alberto Vaccari e quello di Reggio Luca Vecchi).

Iren, in buona sostanza, ha deciso di ritirare il mega bando per la raccolta rifiuti e di rifarlo con alcuni aggiustamenti. «A fronte di queste valutazioni, la gara verrà riproposta per ridurne gli elementi di rigidità a vantaggio della qualità del servizio, della sua sostenibilità economica e della valenza ambientale per le comunità locali» è la formula utilizzata dall’ azienda in un comunicato ufficiale rilasciato in serata.
Una vittoria sostanziale del folto fronte sociale che aveva lanciato strali contro Iren: l’ offerta economica destinata alle aziende vincitrici dell’ appalto era stata ridotta del 15% circa.
miseria che rischia di affamare le imprese riducendo ai minimi termini le tanto sbandierate barriere per la legalità.

A lanciare l’ allarme è stato tra i primi il consorzio di autotrasportatori Transcoop di Reggio Emilia, precedente vincitore della medesima gara. Poi si sono aggiunti molti altri, come il sindaco di Castelnovo Monti Enrico Bini, i lavoratori impegnati nella raccolta che hanno manifestato con Adl-Cobas, Confcooperative, mentre Legacoop e il sindaco Vecchi hanno lavorato ai fianchi Iren senza clamori all’ esterno.

La questione era semplice: i compensi promessi da Iren avrebbero escluso aziende sane, del territorio, che non sarebbero riusciti a pagare gli stipendi ai lavoratori in caso di vincita, lasciando spazio ad aziende di dubbia provenienza.

L’ altra grana, insostenibile nei confronti della collettività, era la messa in crisi delle coop sociali, che avrebbero dovuto licenziare i lavoratori svantaggiati. «La sospensione del bando è un fatto positivo – dichiara Vecchi – non rappresenta un passo indietro da parte di Iren ma avanti perché segna un grado più avanzato nel livello di confronto tra l’ azienda e il territorio. Abbiamo trovato un accordo importante tra amministratori locali, territorio e management. Possiamo dirci molto contenti».

Enrico Lorenzo Tidona

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