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Aumentare le tasse è inaccettabile – Le richieste delle Associazioni al sindaco

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16 Gennaio 2015 Stampa

ECONOMIA DIVERSE AZIENDE SI SONO VISTE COSTRETTE A TRASFERIRSI NEI COMUNI CONFINANTI

«Meno tasse o emigriamo tutti da qui»
richieste di Rete Imprese al sindaco: «C’è anche bisogno di più sicurezza e legalità»

Ridurre le tasse per fermare la migrazione di imprese da Carpi verso i territori confinanti. Questa una delle priorità che le associazioni di categoria carpigiane, riunite in Rete Imprese Italia, chiedono al sindaco in vista dell’approvazione del bilancio di previsione 2015, all’esame in questi giorni. Le tasse sono ancora la nota dolente, alla luce di un fenomeno sempre più pesante: «Da alcuni anni le aziende preferiscono spostarsi nel territorio di Correggio o a Limidi dove le tasse sono più basse». «Un piccolo imprenditore tessile che conosco dopo tanti anni a Carpi ha deciso di spostarsi a Limidi, in via Archimede, perchè paga il 50% in meno di tasse» spiega Enrico Gasparini Casari, presidente di Lapam. Le associazioni chiedono di non aumentare la pressione fiscale e di ridurre l’imu sui locali utilizzati per fare impresa oltre a rivedere la tari, la tassa sui rifiuti. Le altre sei richieste del maniefsto’ degli imprenditori spaziano tra vari argomenti. «Chiediamo maggiore attenzione sulla sicurezza e legalità dice Roul Gabrielli di Confesercenti ci sono rapine a mano armata nei supermercati ed è aumentato il taccheggio, in certi negozi questi furti tolgno il 2% del fatturato, numeri enormi». Confesercenti chiede anche «un tavolo sulla sicurezza, in cui ci vengano forniti i dati sui furti, di cui non siamo a conoscenza». Altro tema caldo quello dei servizi, con un occhio particolare all’ipotesi, sempre più concreta, dell’acquisizione da parte di Hera di tutto il pacchetto quote di Aimag. Ma su questo fronte Rete imprese sceglie di giocare in difesa. «Non abbiamo potere per imporci spiega Claudio Saraceni presidente di Cna se l’operazione è inevitabile, chiediamo che non peggiori i costi e il servizio erogato da Aimag». Più in generale, è in discussione la partecipazione in enti, fondazione e società partecipate da parte del Comune a cui le associazioni chiedono di esercitare «maggiore controllo sui costi di gestione e produzione». «A costi alti non corrisponde lo stesso livello di servizio attacca il presidente di Ascom Tommaso Leone basta pensare che nella zona di Cibeno, dove risiedono alcune aziende, la connessione informatica non è adeguata».

il Resto del Carlino MODENA mar, 13 gen 2015


Ascom, Cna, Confesercenti e Lapam chiedono di rivedere la manovra: «Gli immobili produttivi delle aziende vanno esclusi»

«Aumentare le tasse è inaccettabile»

Il bilancio 2015 dovrà trovare oltre 14 milioni di euro per coprire tagli e mancate entrate. Come? Con 5 milioni di minori spese ai settori dell’amministrazione e, soprattutto, nove milioni di euro di nuove tasse. Così scrivevamo ieri, riportando il documento che il Comune ha discusso nelle ultime ore all’interno del gruppo Pd. E da oggi è iniziata la rincorsa. Tanti gli ostacoli. A cominciare dall’incontro che il Comune ha avuto ieri mattina con le associazioni di categoria che fanno riferimento a Rete Imprese Italia (Lapam, Confesercenti, Cna e Ascom Confcommercio) hanno consegnato al sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli un documento per mettere nero su bianco le proprie valutazioni. Molto chiare: «Inaccettabile aumentare le imposte». Due, in particolare, sono le imposte particolarmente opprimenti: l’Imu e la Tari. «Per ridare un po’ di fiato alle Pmi – commenta in proposito Nicola Fabbri, portavoce di turno per Rete Imprese Italia della zona di Modena – continuiamo a ritenere necessario escludere dall’Imu, o da qualsiasi altra imposta, gli immobili strumentali all’attività d’impresa. Gli immobili produttivi utilizzati dalle aziende, infatti, sono beni che non rappresentano una forma di accumulo di patrimonio e che subiscono già una tassazione attraverso il loro concorso alla produzione del reddito d’impresa. È necessario ridefinire anche la declinazione della Tari, strutturando un sistema tariffario capace di rappresentare al meglio la reale produzione di rifiuti delle diverse categorie economiche e in grado di corrispondere ai reali costi di gestione del servizio rifiuti, sui quali ancora oggi non c’è sufficiente trasparenza». Il gettito complessivo di Imu e Tasi, sostiene il Comune, sarà inferiore al gettito 2012, l’addizionale Irpef resterà invariata , sarà applicata la nuova Isee (saranno salvaguardate famiglie coinvolte in crisi aziendali e l’accesso ai servizi delle fasce deboli sarà garantito) e resteranno invariate aliquote Tosap, affissioni e passi carrabili. Una manovra che intende incidere sulla ricchezza patrimoniale in senso stretto e proverà a garantire una sorta di equità. Ma gli aumenti restano, e si sentiranno. Chi crescerà meno è la prima casa, attorno ai 20 euro annui, mentre un notevole incremento lo si vedrà per le altre abitazioni, gli uffici, i negozi e i laboratori, che oscilleranno tra i 100 e i 700 euro, salvaguardando i piccoli artigiani e i proprietari che lavorano direttamente in un locale di proprietà. Secondo Rete Imprese, invece, sono positive le indicazioni che arrivano dal Documento Unico di Programmazione per una rimodulazione delle forme di gestione di alcuni servizi e la chiusura di quelli ritenuti non essenziali. «Un ruolo particolarmente importante dovranno averlo le cosiddette politiche di area vasta che, assieme alla razionalizzazione delle camere di commercio e di altre istituzioni locali, possono avere un forte impatto sull’economia locale. Ad esempio, attraverso una semplificazione della pubblica amministrazione e cercando una maggiore omogeneità territoriale nell’applicazione e interpretazione delle norme. Nella vicina Bologna questo percorso ha portato alla fusione di 5 comuni della Val Samoggia: oggi quei territori hanno la possibilità di investire risorse. Le Associazioni di Rete ritengono che anche a Modena si possano valutare concretamente ipotesi di fusioni di comuni, andando oltre alle Unioni comunali». Sui temi più strettamente locali, particolare attenzione è invece richiesta sui temi del piano sosta e dello sviluppo commerciale, con particolare riferimento al prossimo Psc. Il documento termina con una serie di domande dirette al sindaco Muzzarelli, domande rispetto alle quali Rete Imprese Italia monitorerà le risposte. E qui l’amministrazione certamente andrà in difficoltà.

Gazzetta di Modena 15 gennaio 2015


MUNARI CHIEDE INTERVENTI DECISIVI

Lapam, appello per le tasse

«I principi della delega fiscale sono troppo importanti per gli artigiani e le piccole imprese. Ci auguriamo che nulla ne rallenti l’attuazione». Il presidente di Lapam Confartigianato, Erio Luigi Munari, interviene sul decreto in materia fiscale. «È un’occasione storica per cambiare il rapporto fra i contribuenti e Stato e, soprattutto, per ridurre la pressione fiscale sulle imprese – afferma Munari – Per le piccole imprese sono fondamentali tutti gli aspetti della delega che attendono di essere attuati: dal riordino degli adempimenti e dei regimi fiscali alla riforma del catasto dei fabbricati, dalla semplificazione degli obblighi contabili e dichiarativi fino alla razionalizzazione del reddito d’impresa e dell’Irap». Lo stato attuale del carico fiscale che Confartigianato sta monitorando da tempo attraverso “Burofisco Index” ha individuato 703 norme fiscali in 47 provvedimenti emanati negli ultimi 6 anni e 5 mesi. Il lavoro evidenzia come persista l’aumento della pressione burocratica fiscale. Per ogni norma che semplifica, comunque, ne vengono emanate 4,3 che hanno un impatto burocratico sulle imprese. Una comparazione internazionale basata sui dati “Doing Business 2015” rileva come in Italia un’impresa impieghi 269 ore per pagare le imposte: il 53,3% in più della media Ocse.

Gazzetta di Modena 15 gennaio 2015

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