Dal 1° gennaio 2021 è entrato in vigore il “canone unico patrimoniale”, istituito dalla Legge di Bilancio 2020. Il canone unico sostituisce le precedenti tasse e canoni che si occupavano di concessione, autorizzazione ed esposizione pubblicitaria.
Non sono pochi gli enti locali che, confidando su una proroga ed alla luce del differimento dei termini di approvazione del bilancio 2021/2023 al prossimo 31 marzo, non hanno ancora provveduto alla istituzione del tributo ed alla stesura/approvazione del relativo Regolamento.
Cos’è il canone unico patrimoniale
Il Canone Unico Patrimoniale è stato istituito dalla legge n. 160/2019 ed è in vigore dal 1° gennaio 2021. Esso sostituisce il Canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche (CO-SAP), l’Imposta comunale sulla pubblicità (ICP) il diritto sulle pubbliche affissioni, il canone per l’installazione dei mezzi pubblicitari nei Comuni, nelle Province e nelle Città metropolitane.
Cosa comporta
Il passaggio al “canone unico” comporta innanzitutto un cambio sostanziale di regime: da tributario a patrimoniale, con applicazione di regole basate su obbligazioni definite nell’atto rilasciato dal comune, in forma di concessione nel caso delle occupazioni di suolo e di autorizzazioni nel caso di messaggi pubblicitari. Scompare quindi la dichiarazione tributaria che implicava la trasmissione dei dati verso l’ufficio tributi o verso il concessionario.
Il canone è unico, ma si articola in due parti: una destinata alle occupazioni di suolo e una destinata ai messaggi pubblicitari diffusi nel territorio comunale. La normativa prevede una tariffa standard graduata per fasce di abitanti: la variabilità è ammessa dallo stesso comma 817 dell’articolo 1 della Legge n. 160/2019, laddove prevede che il canone è disciplinato dagli enti in modo da assicurare un gettito pari a quello conseguito dai canoni e dai tributi che sono sostituiti dal canone, fatta salva, in ogni caso, la possibilità di variare il gettito attraverso la modifica delle tariffe.
Nelle prossime settimane tutti i Comuni, oltre alle Province, delibereranno quindi il relativo regolamento.