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Sole 24 ore e Lapam – SPECIALE su Jobs Act e Legge di Stabilità 2015

13 minuti di lettura
7 Marzo 2015 Stampa

Governo, le nuove misure sull'Iva sono dannose

Il presidente di Lapam, Erio Luigi Munari, boccia split payment e reverse charge poiché "pongono le imprese in una cronica posizione creditoria con l'Erario". Bene invece il ripristino del regime dei minimi Iva: "Un bel risultato raggiunto grazie alla nostra azione"

Un plauso ai primi passi concreti del Jobs Act (con il contratto a tutele crescenti) e al ripristino del regime dei minimi Iva. I /la anche un forte richiamo al Governo sulla dannosità, per le imprese e gli artigiani, degli interventi sullo split payment e sul reverse charge, oltre che sulla necessita di semplificare davvero fisco e burocrazia per rilanciare la crescita. Anche dal palco di Correggio, il presidente di Lapam, Erio Luigi I /lunari, si e dimostrato molto netto nel chiedere all'esecutivo "politiche di sviluppo, le cui leve sono il rilancio degli investimenti, l'accesso al credito, la semplificazione burocratica e la riduzione del prelievo fiscale". Presidente Munari, in questi giorni ha iniziato a prendere corpo la legge delega sul lavoro, il cosiddetto Jobs Act, con l'approvazione dei primi decreti attuativi. Qual è la sua opinione al proposito? L'introduzione del contratto a tutele crescenti, con l'obiettivo di ridare slancio e centralità al contratto a tempo indeterminato, trova conferma nei fatti e ci trova sostanzialmente d'accordo. Così come non cambia il contratto a tempo determinato nella sua durata massima consentita, prendiamo atto dei pronunciamenti in materia di superamento dei contratti parasubordinati (co.co.pro. e co.co.co.), che troverà futura attuazione a partire dal 2016. Un solo auspicio ci accompagna: che nell'arco di quest'anno vi siano veramente le condizioni per una ripresa economica affinché coloro che oggi sono impiegati attraverso forme contrattuali cosiddette "precarie", possano stabilizzare la propria posizione e non rischino piuttosto l'espulsione dal mercato. Sempre nei giorni scorsi, in fase di conversione in legge del decreto Milleproproghe è stato ripristinato e prorogato di un anno il regime dei cosiddetti minimi lva, precedentemente in vigore. Un bel risultato raggiunto grazie alla nostra azione sindacale, che apre tuttavia un problema di valutazione da parte dell'imprenditore, che si troverà a dover scegliere tra due regimi: quello "forfettario", imperniato su coefficienti di redditività, e quello precedente, basato sulla differenza tra ricavi e costi in base al principio di cassa, apparentemente più conveniente e appunto prorogato di un altro anno.

Al contempo, emergono con sempre maggiore evidenza i problemi che potrebbero causare alle aziende le nuove modalità di split payment e reverse charge previsti dalla Legge di Stabilità. Riteniamo dannoso per le imprese coinvolte l'estensione del meccanismo del reverse charge alle prestazioni di servizi di pulizia, di installazione impianti, di demolizione e completamento di edifici, nonché dello split payment o "scissione dei pagamenti", per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuati nei confronti dei enti pubblici. In tali casi, infatti, a fronte dell'imposta assolta sugli acquisti, non si verifica l'incasso dell'lva relativa alle suddette cessioni e prestazioni, ponendo le imprese in una cronica posizione creditoria con l'Erario. È anche vero che il Governo, per attenuare proprio questa situazione di squilibrio finanziario, ha introdotto alcune semplificazioni per il rimborso dell'lva. Queste semplificazioni non risolvono il problema, al massimo lo attenuano. Molte categorie di imprese si troveranno in crisi di liquidità e genereranno un credito d'imposta forzoso, di cui non si sentiva certo il bisogno stante la perdurante crisi del mercato interno. Se l'intento del legislatore era contrastare le frodi fiscali e l'evasione dell'lva, non ci pare la strada migliore anche perché causa riflessi negativi sulle imprese in termini burocratici. Per questo, la nostra associazione edile, unitamente a tutte le associazioni nazionali del comparto costruzioni, cui si aggiungono le associazioni aderenti a Rete Imprese Italia, ha promosso una petizione on line.
'obiettivo e superare questi provvedimenti in occasione dell'entrata in vigore, il marzo prossimo, della fatturazione elettronica obbligatoria nei rapporti con la pubblica amministrazione e volontaria nei rapporti tra privati. Si sente di aggiungere altre considerazioni in materia di fisco? Siamo convinti che le novità legislative introdotte dalla Legge di Stabilità non debbano distogliere l'attenzione dal disegno di legge delega in materia fiscale, legge di riordino del sistema tributario, che ha visto l'impegno costante di Confartigianato nei confronti del Governo. Vogliamo un fisco più semplice e meno oppressivo nelle sue dinamiche burocratiche.

Lapam informa ancora gli imprenditori

Una nuova tavola rotonda sulle novità del 2015: dal Jobs Act alla Legge di Stabilità fino al Decreto Milleproroghe

Jobs Act, Legge di Stabilità e Decreto Milleproroghe. Giovedì 19 febbraio, Lapam ha organizzato – in collaborazione con Il Sole 24 Ore – una nuova serata di informazione e formazione a Correggio (Modena) sulle novità previste dai provvedimenti del Governo.
di esse sono già definite, altre invece – come nel caso del Jobs Act – prenderanno forma verosimilmente nei prossimi mesi. Il dibattito, accompagnato da svariate domande del pubblico e che ha visto anche l'intervento del presidente di Lapam, Erio Luigi Munari, e del segretario generale, Carlo Alberto Rossi, ha fatto emergere luci e ombre legati alle mosse del Governo, che in ogni caso, per dispiegare a pieno gli sperati effetti positivi, non potranno prescindere da un'effettiva ripresa dell'economia reale. E se i provvedimenti legati al Jobs Act (in particolare quello che riguarda l'istituzione dei contratti a tutele crescenti, con la conseguente nuova disciplina dei licenziamenti) sembrano orientare il mercato verso una dimensione più efficiente, non va dimenticata la nuova disciplina dello split payment e del reverse charge, che rischia di creare ulteriori tensioni finanziarie ad artigiani e piccoli imprenditori, già duramente provati dall'attuale crisi. Senza dimenticare la questione del nuovo regime forfettario che quest'anno sarà destinato a convivere con la vecchia disciplina dei minimi Iva mettendo gli interessati davanti a una scelta non semplice.

Una petizione per dire no allo split payment – Firma la Petizione

Lo split payment, introdotto con la Legge di Stabilità 2015, prevede che per le cessioni di beni e le prestazioni di servizi effettuate dalle imprese nei confronti di enti pubblici, le Pubbliche amministrazioni versino l'iva direttamente all'Erario. In questo modo, gli imprenditori fornitori di beni e servizi alla Pa si troveranno in una posizione creditoria. In sostanza l'impresa continuerà a pagare l'iva ai propri fornitori, ma senza incassarla in quanto dovrà essere versata all'erario dal committente pubblico, determinando così per l'azienda una minore disponibilità di liquidità. Anche Rete Imprese Italia si e subito mobilitata chiedendo a Governo e Parlamento un intervento immediato per abrogare lo split payment a partire da marzo, quando sarà obbligatoria la fatturazione elettronica per tutte le operazioni con la Pa, e per escludere l'applicazione del reverse charge nei casi di fatturazione elettronica tra imprese. Infatti sempre dal 1° gennaio 2015, per effetto della Legge di Stabilità, si amplia l'ambito di applicazione del meccanismo del reverse charge a nuovi settori di attività, tra cui anche al comparto edile (prestazioni di demolizione, installazioni di impianti e completamento di edifici). Tale sistema di inversione contabile, in pratica, derogando alla disciplina generale sull'Iva, trasferisce gli obblighi di assolvimento dell'imposta dal cedente all'acquirente. I due meccanismi fanno aumentare in modo esponenziale i crediti Iva degli imprenditori e peggiorano la situazione finanziaria, già precaria, delle imprese che operano con la Pa o che lavorano nei settori dell'edilizia, dell'impiantistica, dei servizi di pulizia e della distribuzione organizzata.

Correggio, tutti i pareri degli esperti

Regimi Iva, nel 2015 c'è la doppia opzione

Fanì: "Una scelta da fare guardando l'entità dei costi e la redditività"

Da una parte c'è il nuovo regime, che prevede una soglia di ricavi entro i quali e possibile accedere a una determinazione forfettaria del reddito in cui i costi non hanno rilevanza e c'è una tassazione con un imposta sostitutiva del 15%. Dall'altra parte resta il regime dei vecchi minimi delle partite Iva, che con il decreto Milleproroghe resta in vigore per un anno e prevede la tassazione del reddito visto come la differenza tra ricavi (fino a 30mila euro) e costi, con un principio di cassa e in base a un'imposta sostitutiva del 5%. Il 2015 presenta una scelta non facile ai piccoli imprenditori e ciascuno di essi – ha spiegato Enzo Fanì, responsabile area fiscale di Lapam, durante il convegno tenutosi a Correggio – "deve valutare attentamente la propria posizione, tenendo d'occhio l'entità dei costi e soprattutto la redditività, in modo da capire quale dei due regimi sia più conveniente". Insomma, i parametri astratti vanno calati nella realtà di ciascun imprenditore e professionista. Senza dimenticare che la scelta e legata anche ad altri aspetti che riguardano la previdenza. "Nel regime forfettario – ha sottolineato Fanì – c'è un regime previdenziale agevolato, che non prevede tassazione sui redditi minimali, una prerogativa che non e prevista dal vecchio regime e che rappresenta, di conseguenza un altro elemento da mettere sul piatto del-

Fine dei co.co.pro? Attenti al sommerso

"Con il Jobs Act prosegue il percorso che vuole incentivare l'occupazione stabile"

Con l'annunciata fine dei co.co.pro. e dell'associazione in partecipazione col solo apporto di lavoro, prosegue il percorso che vuole incentivare l'occupazione stabile e che va nella direzione di contenere le forme contrattuali presenti nell'ordinamento giuridico. Certo c'è il rischio che parte significativa d Luca i questi contratti, purtroppo, diventi sommerso". Luca Fiorentini, responsabile area lavoro di Lapam, intervenendo al convegno di Correggio, ha anticipato alcuni contenuti del testo organico delle tipologie contrattuali, per soffermarsi poi su un ulteriore intervento destinato ad ammorbidire le rigidità in costanza di rapporto di lavoro, vale a dire la revisione della disciplina delle mansioni, schema di decreto legislativo (ben 55 articoli) presentato al Consiglio dei Ministri, contestualmente al via libera dei due decreti (su contratto a tutele crescenti, licenziamento e "disoccupazione"), in attuazione del Jobs Act. Riguardo alle tipologie contrattuali, secondo Fiorentini, "non si può parlare di riforma, ma di riordino: un testo organico semplificato. Nulla di nuovo sul tempo determinato." Molto ci si e soffermati sul contratto a tutele crescenti: "Assieme all'esenzione contributiva triennale introdotta dalla Legge di Stabilità realizza quel sistema aperto che si prefigge di incentivare l'occupazione", ha sottolineato l'esperto. In conclusione, Fiorentini e ritornato sul tema delle mansioni "la possibilità di rivedere il ruolo del lavoratore a fronte dei cambiamenti nel mondo del lavoro e dei processi di riorganizzazione e un tema nodale ed anche quello della rinegoziazione della retribuzione".

"Reverse charge una novità infelice"

Una bocciatura per il reverse charge. Parlando al convegno di Correggio Massimo Benedetti, commercialista e consulente di Lapam, ha sottolineato che si tratta di un provvedimento "formulato in modo infelice che determinerà non poche difficoltà nell'applicazione anche perché, ad oggi, mancano le indicazioni e le interpretazioni ufficiali dell'amministrazione finanziaria". Nel dettaglio, le modifiche introdotte dalla Legge di Stabilità in vigore dal 1° gennaio 2015 riguardanti l'applicazione dell'Iva con il sistema del reverse charge riguardano prevalentemente il settore edile. Le prestazioni di pulizia, di demolizione, di installazione di impianti e di completamento relative ad edifici devono essere fatturate senza l'applicazione dell'Iva, con il sistema del reverse charge o inversione contabile. In pratica il committente che riceve la fattura si sostituisce al prestatore, chela emette, nell'adempimento riguardante il versamento dell'Iva. Tutto ciò, ha fatto notare Benedetti, "determinerà il sorgere di crediti Iva nelle imprese operanti nei settori coinvolti, che si troveranno a dover pagare l'|va sulle fatture d'acquisto, senza poterla riaddebitare nelle fatture emesse, comportando un generale maggior fabbisogno finanziario". Questo effetto, sommato ad una generale difficoltà nella riscossione dei crediti, “non potrà che peggiorare la posizione finanziaria netta delle imprese del comparto edile, creando indubbie difficoltà operative, di accesso al credito ed appesantimenti economici in termini di interessi passivi". Purtroppo, ha concluso l'esperto, "ancora una volta, il nostro legislatore, per contrastare fenomeni di inadempimento di pochi, crea un adempimento burocratico costoso e complesso a carico di tutte quelle imprese che ancora tentano di operare rispettando le regole”.

"Bene sgravi e flessibilità ma ora serve la ripresa"

Carlo Alberto Rossi, segretario generale Lapam, sottolinea: Valuteremo i provvedimenti del Governo in base all'effettiva reazione dell'economia nei prossimi mesi. Intanto restiamo a disposizione degli imprenditori per la formazione e la consulenza"

Sappiamo bene che gli sgravi contributivi e la flessibilità contrattuale sono ingredienti importanti, ma il lievito base e rappresentato dalla ripresa degli investimenti e dal rilancio dell'economia". Carlo Alberto Rossi, segretario generale di Lapam, sottolinea come solo i fatti dei prossimi mesi e le reazioni dell'economia reale riveleranno l'efficacia dei recenti provvedimenti del Governo. "Non ci siamo mai illusi in questi anni, ne lo faremo ora, fondando i nostri giudizi e le nostre valutazioni sul principio di realtà e non su previsioni di ripresa ancorché autorevoli", aggiunge. Come legge, in questo senso, Jobs Act e Legge di Stabilità? Il primo si sta concretizzando in questi giorni attraverso i primi decreti approvati dal consiglio dei ministri. La Legge di Stabilità, con le appendici di provvedimenti introdotti dalla conversione in legge del decreto Milleprorogne, ci chiede un ulteriore impegno a sostegno delle imprese e degli imprenditori. I prossimi mesi diranno se il contratto a tutele crescenti, reso operativo a partire da marzo, riuscirà ad incidere positivamente sulle dinamiche occupazionali come auspicato da tutti e se vi sarà finalmente un'inversione di tendenza. Nel frattempo Lapam prosegue nel suo ruolo "formativo" nei confronti degli imprenditori. A maggior ragione, viste le novità sul tavolo, insistiamo con il confronto e l'approfondimento tecnico/normativo, così come investiamo in formazione per gli imprenditori e innovazione nella consulenza e negli strumenti operativi, che sono determinanti per poter cogliere appieno le opportunità offerte dalle nuove disposizioni e poter compiere scelte mirate per la propria impresa. In questo senso vanno letti anche gli appuntamenti sul territorio della nostra associazione con il coinvolgimento de Il Sole 24 Ore e dei nostri esperti, sempre preparati e puntuali nell'assistere tutti coloro che ne faranno richiesta. Senza dimenticare la nostra capacita di rappresentanza che si traduce in azione politica e sindacale prima e in capacita di servizio poi, attraverso le nostre sedi sul territorio.

 

 


Sole 24 ore e Lapam – SPECIALE su Jobs Act e Legge di Stabilità 2015 – Speciale 9 Febbraio 2015

Il presidente Erio Luigi Munari dà una valutazione in chiaroscuro di Jobs Act e Legge di Stabilità: "Direzione giusta ma servono mesi per un giudizio definitivo". E aggiunge: "Urge una riforma strutturale della tassazione, che sia più semplice e orientata alla crescita"
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