“Siamo molto preoccupati, l’Appennino sta lentamente morendo: di questo passo perderemo almeno il 10% delle imprese del territorio, come avvenne per la crisi di una decina di anni fa. Se non ci saranno interventi urgenti alla fine dell’emergenza le aree interne, e l’Appennino su tutte, non riuscirà a ripartire”.
Ad affermarlo è il Segretario generale della nostra associazione, Carlo Alberto Rossi. L’associazione, che anche in Appennino è da sempre molto attiva nella tutela delle imprese, vede segnali di grandissima sofferenza e dà voce agli imprenditori di tutti i comparti.
“La situazione in montagna è ancora più grave rispetto ad altre zone. Pensiamo solo al turismo, chiudendo per le vacanze si è perso un 50% degli incassi invernali e chissà se e quando gli impianti potranno riaprire. Inoltre le nevicate di questi giorni stanno mettendo in ginocchio i comuni montani e le attività, visto che sia le amministrazioni che gli imprenditori devono sostenere costi di spalatura importanti (non solo per tenere libere e percorribili le strade ma anche per la rimozione della neve sulle strutture.
Molte delle attività in montagna sono precarie, siamo consapevoli che questa situazione porterà tanti a valutare la chiusura e, a differenza di altre aree, anche finita l’emergenza tanti negozi, bar, ristoranti e altre attività non riapriranno più”.
La nostra proposta
L’Appennino, e le aree interne in genere, hanno necessità di una fiscalità agevolata per attrarre e per fare rimanere imprese e cittadini, il Covid è stata la goccia finale in un vaso già colmo tra spopolamento e mancanza di opportunità che non permettono a chi intraprende in montagna di avere pari condizioni con i colleghi vicini a infrastrutture e reti informatiche adeguate.