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“Campana d’allarme” dal 2009 ad oggi chiuse cento attività

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8 Ottobre 2014 Stampa

E’ stata consegnata anche al vicesindaco Gianmarco Marzocchini e all’assessore alle attività produttive Monica Maioli la campanella simbolo del “mob day “La campana dell’ultimo giro” consegnata dai rappresentanti Lapam Confartigianato di Modena e Reggio nella giornata di lunedì, a tutti gli amministratori locali che hanno una sede Lapam nel loro territorio. Un gesto simbolico per far capire agli amministratori «che gli imprenditori e i commercianti non riescono ad andare avanti e che se i Comuni non si impegneranno per aiutarli questo sarà il loro ultimo giro prima della chiusura». Un mob day ma anche un momento di dialogo con gli amministratori e di scambio di battute dove i delegati della Lapam hanno potuto fare un punto della situazione sulla crisi e avanzare proposte. A Correggio ad incontrare assessore e vicesindaco è stato Giorgio Iattici, segretario Lapam Confartigianato Imprese Modena – Reggio Emilia. «Ho presentato ai nostri amministratori i risultati di un nostro studio, un confronto tra la situazione odierna e del 2009 che hanno portato alla luce evidenti criticità» – dice. «In quello studio il dato che emerge è che a giugno 2014 si contano 100 attività in meno rispetto al giugno 2009 e di queste 100 attività, incredibilmente, il 40% delle aziende che sono venute a mancare nel territorio sono state attività legate all'agricoltura». IL COMMERCIO RESISTE. Per lo studio in crisi è anche l'edilizia mentre tutti gli altri settori, bene o male, restano a galla. «Dobbiamo dare atto al Comune che il commercio è un settore che sta comunque tenendo duro grazie anche alle diverse iniziative che Correggio ospita tutto l'anno. Questo, però, non basta e allora abbiamo avanzato delle proposte per cercare di dare un po' più di respiro alle nostre aziende». I COSTI IREN. Due in particolare le proposte portate da Lapam: «Innanzitutto, visto il rapporto dei Comuni con la multiutility Iren, di cui sono soci, abbiamo chiesto alle amministrazioni di far più pressioni perché Iren contenga i costi dei servizi e abbassi le tariffe per renderle più alla portata delle utenze. Per fare solo un esempio, troppo vecchi sono i calcoli legati ai servizi; si pensi che si paga ancora a metratura e molti esercizi commerciali sborsano cifre importanti per magazzini inutilizzati mentre al contrario attività con metrature più piccole e che magari producono più rifiuti pagano meno». E per contenere la spesa, Iattici ha spiegato che Lapam ha avanzato anche un'altra proposta. «Abbiamo chiesto se c'è un modo per evitare di usare i servizi proposti da Iren almeno per servizi legati alla pulizia delle strade o alla manutenzione del verde. Abbiamo diverse aziende locali che potrebbero essere più competitive coi prezzi e, poi, potremmo aiutarle in termini economici visto che molte sono in difficoltà». MENO BUROCRAZIA. Inoltre, sempre nell’ottica di aiutare le aziende, Lapam ha richiesto che venga applicata una semplificazione burocratica. «Abbiamo l'Unione dei Comuni – spiega – si potrebbe applicare almeno una burocrazia unica per l'apertura delle attività». Idee che per Iattici potrebbero aver un bel riscontro dal Comune. «Il vicesindaco e l'assessore ci hanno spiegato che si stanno già muovendo per aiutare il commercio e poi siamo stati invitati a partecipare ai prossimi tavoli di progettazione e confronto assieme alle altre associazioni. Un primo passo che dimostra la disponibilità a lavorare insieme. Per il resto vedremo in corso d'opera».

Gazzetta di Reggio 8 ottobre 2014
 

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