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Legge di Bilancio: “Dal governo aspettavamo di più”

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8 Gennaio 2018 Stampa

“La legge di Bilancio non ha soddisfatto appieno le richiesta avanzate da Lapam Confartigianato per micro, piccole e medie imprese: ci aspettavamo di più”.
È asciutto il commento di Gilberto Luppi, Presidente Lapam Confartigianato, sulla Legge di Bilancio licenziata dal Parlamento. Una legge con ombre e luci.

“E’ apprezzabile lo sforzo per evitare l’aumento dell’Iva – sottolinea Luppi – e positiva la proroga dell’ecobonus per il risparmio e l’efficientamento energetico, così come il bonus per il recupero edilizio, il bonus-verde (che ha visto impegnati in prima persona il gruppo Giardinieri Lapam) oltre al bonus mobili ed elettrodomestici. Ma, a proposito di bonus, la proroga di iper e super ammortamenti è stata ‘alleggerita’ rispetto a quanto previsto originariamente dal Piano Industria 4.0. I minori adempimenti per il nuovo spesometro e il rinvio degli indici di affidabilità fiscale dovrebbero semplificare la vita alle imprese, che di contro potrebbe complicarsi a causa dell’estensione dell’obbligo di fatturazione elettronica anche alle operazioni di cessione/prestazione verso soggetti privati (dal 2019) così come non siamo d’accordo con lo slittamento dell’entrata in vigore dell’Iri (Imposta sul Reddito dell’Imprenditore).
infine il credito d'imposta per investimenti pubblicitari per i media locali: finalmente le piccole imprese potranno fare pubblicità fruendo di un robusto incentivo fiscale e, al tempo stesso, si sostengono le imprese di comunicazione locale”.

Il Presidente Lapam parla anche delle misure riguardanti il lavoro: “Su questo fronte si investe nella formazione tecnica con l’incremento delle risorse destinate al finanziamento del sistema degli Its e si stabilizza l’incentivo per l’occupazione stabile dei giovani, esteso per la prima volta anche agli apprendisti. È poi stato finalmente approvato il credito di imposta sulle spese relative alle attività di formazione del personale di tutte le aziende che sceglieranno di puntare sull’acquisizione o sul miglioramento delle competenze tecnologiche previste dal Piano Nazionale Industria 4.0, purtroppo però solo in caso di contratto aziendale e territoriale”. Infine il Sistri: “È stata fortunatamente approvata la proroga per l’entrata in vigore a dicembre 2018: speriamo che, entro l’anno, si arrivi alla definitiva abolizione di questo strumento che non serve alle imprese né alla tutela dell’ambiente”.

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