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Luppi: “Le chiusure impongono ristori adeguati e rapidi. Ripartire da ammortizzatori e da una nuova formazione tecnica”

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14 Marzo 2021 Stampa

Ristori adeguati alle perdite subite dalle imprese da erogare in tempi rapidissimi. Li chiede il presidente della nostra associazione Gilberto Luppi. Il presidente Lapam ha espresso preoccupazione per la quantità di risorse che dovranno finanziare i ristori nel Decreto Sostegno che il Governo dovrebbe varare la prossima settimana:

“Anche a fronte delle nuove misure restrittive varate dal Governo e che da noi, a Modena e Reggio Emilia sono pesanti già da diversi giorni, le imprese hanno necessità di ristori veri. Altrimenti non possono reggere. La crisi provocata dalla pandemia ha già messo a rischio un terzo degli artigiani e delle piccole aziende e le preoccupazioni per il futuro riguardano la metà delle piccole imprese delle nostre province”.

In continuità con questa affermazione il presidente Lapam parla anche di salvaguardia dei posti di lavoro: “Un ammortizzatore sociale universale uguale per tutti i settori mortificherebbe le esperienze positive maturate nell’artigianato e le nostre specificità. “La riforma – continua Luppi – deve poggiare su una analisi storica e articolata per settori degli ammortizzatori sociali. Vogliamo che ci siano riconosciute la specificità e l’efficacia delle buone pratiche che abbiamo realizzato, il nostro sistema della bilateralità funziona ed è indispensabile per mettere in sicurezza famiglie e lavoratori. Occorre implementarlo e rendere meno farraginoso e burocratico il sistema della cassa integrazione. Oggi bisogna anche e soprattutto preoccuparsi di assumere. Per questo, accanto alla riforma degli ammortizzatori sociali – ha concluso il presidente Lapam – bisogna concentrarsi su politiche attive del lavoro, investendo in una nuova formazione tecnica e professionale, orientata alla creazione delle competenze richieste dalle aziende, una formazione continua che possa anche riqualificare le persone e dotarle delle competenze necessarie. Senza questi investimenti in formazione il Paese non potrà riprendersi e troppi giovani resteranno ai margini”.

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