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Luppi: “Ristori a imprese che hanno perso fatturato, attenzione alle filiere danneggiate”

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6 Novembre 2020 Stampa

“Il Decreto Ristori ha fornito risposte immediate alle imprese colpite dalle restrizioni anti-contagio. Ma ora, a fronte delle nuove misure di contenimento dell’epidemia, sono necessari ulteriori interventi per tutte le imprese che fanno parte delle complessa filiera legata alle attività indicate nel Dpcm del Governo e che risentono in maniera rilevante, anche se indirettamente, delle sospensioni e delle restrizioni”.

Gilberto Luppi, Presidente della nostra associazione, interviene sul cosiddetto Decreto Ristori perché nessuno venga dimenticato: “Chiediamo di introdurre, accanto alle misure di immediato ristoro, contributi erogati alle imprese danneggiate previa verifica del calo del fatturato riscontrata ad una certa data, rispetto al fatturato nel medesimo periodo (almeno semestrale), riferito all’anno precedente.

Le risorse per finanziare questo intervento andranno attinte dai fondi riservati all’Italia dal Recovery Fund. Inoltre è necessario irrobustire le misure a sostegno delle imprese del settore turistico e di quelle colpite dalla sospensione delle attività convegnistiche, congressuali e fieristiche, così come per le imprese agroalimentari artigiane di prima trasformazione di prodotti agricoli (lavorazione carni e trasformazione dei prodotti caseari) e quelle che lavorano in particolare per l’horeca, così come tutto il mondo della filiera (lavanderie industriali, ad esempio) che subiscono gravi danni economici a causa delle restrizioni imposte al settore della ristorazione”.

Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali, il Presidente Luppi sollecita il rapido trasferimento al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato delle risorse stanziate, per un totale di 450 milioni destinati ai Fondi di solidarietà alternativi. Ciò per pagare le prestazioni di sostegno al reddito con la massima tempestività, diversamente da quanto purtroppo è avvenuto finora.

“Inoltre – conclude Luppi – non possiamo dimenticare che con i pubblici esercizi chiusi ci sono danni importanti anche per i negozi, oltre agli inevitabili problemi legati alla mancanza di presidio sul territorio”.

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