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Micro e piccole imprese: una su tre teme una crisi di liquidità entro giugno

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15 Gennaio 2021 Stampa

Come evidenzia l’analisi dell’Ufficio Studi dell’Associazione nei primi dieci mesi del 2020 il valore della produzione delle imprese della manifattura, delle costruzioni e dei servizi privati a imprese e persone, esclusi il commercio e la finanza, è diminuito in Italia di 224,7 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari ad un calo del 14,4%.

L’enorme caduta dei ricavi ha determinato anche una prolungata carenza di fondi liquidi: il 33,9% delle micro e piccole imprese ritiene di poter avere seri problemi di liquidità fino a giugno 2021. I timori di fondi liquidi insufficienti sono diffusi un po’ ovunque, in Emilia Romagna il dato è leggermente migliore rispetto a quello nazionale, il 32,2%, resta il fatto che una micro e piccola impresa su tre è in questa situazione.

Il commento di Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, è preoccupato.

“La diffusione dell’epidemia da Covid-19 e gli interventi per contrastarla hanno generato un duplice shock sulle imprese, il primo sui ricavi e il secondo sulla liquidità aziendale. I problemi di liquidità sono molto seri per le imprese e in particolare per quelle micro o piccole: una su tre, nella nostra regione, pensa di poter avere una crisi di liquidità entro giugno di quest’anno”.

“Gli interventi pubblici a supporto della liquidità come moratorie e garanzie sui prestiti, hanno attenuato la carenza di fondi, incrementando la domanda di prestiti delle imprese, ma la situazione resta molto precaria: è vero che la nostra analisi evidenzia come a ottobre 2020 i prestiti alle società non finanziarie siano aumentate del 7,4% rispetto un anno prima, ma va sottolineato che il maggiore credito, nell’attuale fase congiunturale avversa, non sta sostenendo l’accumulazione di capitale bensì la gestione della liquidità conseguente al crollo dei ricavi, determinando un aumento degli oneri finanziari, con un impatto negativo sulla creazione di valore aggiunto. Accedere al credito per fronteggiare la crisi e non per investire farà sì che, quando le imprese cercheranno di rilanciarsi, non troveranno ascolto dalle banche”.

L’analisi dei dati elaborati dalla Banca d’Italia sviluppata da Lapam Confartigianato evidenzia che, a fronte di un diffuso calo del credito concesso nel periodo febbraio e luglio del 2019, si registra un aumento del 14% nello stesso periodo del 2020 per le imprese che hanno ottenuto garanzie dal Fondo di garanzia mentre ristagna (-0,2%) per le imprese che non hanno utilizzato le garanzie. Crescita marcata (+9,7%) dei prestiti anche per le imprese che accedono alle garanzie fino a 25 mila euro, che invertono la tendenza rispetto ad un anno prima (-2%).

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