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Per far ripartire l’Italia servono riforme e investimenti sulle PMI

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15 Febbraio 2021 Stampa

“L’Italia può ripartire se investirà sugli artigiani e sulle piccole imprese che rappresentano il 94% del sistema produttivo, sono l’anima del made in Italy e fattore di coesione sociale. Le riforme del fisco e della Pubblica amministrazione e un piano di investimenti infrastrutturali rappresentano le priorità sulle quali agire subito”.

Sono le indicazioni espresse dal Presidente di Confartigianato Marco Granelli che nei giorni scorsi ha incontrato nelle consultazioni il Presidente del Consiglio Mario Draghi. “Le piccole imprese – ha detto il presidente Confartigianato – sono pronte a fare la propria parte ma vanno realizzate le riforme non più rinviabili per uscire dalla crisi e rilanciare la competitività del nostro Paese”.

Le dichiarazioni del presidente Granelli dopo le consultazioni

Il Presidente Draghi ha definito “confortante che ci sia un tessuto produttivo come quello rappresentato dalle piccole imprese” e ha apprezzato quanto emerso dall’incontro “che traccia una prospettiva generale da specifici punti di vista”.

Il Presidente della nostra associazione, Gilberto Luppi, aggiunge: “Non possiamo permetterci di attendere i tempi infiniti visti nel passato e non possiamo perdere la storica occasione di utilizzare bene le risorse del Recovery Plan per cambiare ciò che non va. Alle misure emergenziali a sostegno delle imprese colpite dalle restrizioni imposte dalla pandemia vanno fatti seguire rapidamente nuovi interventi strutturali: riduzione della pressione fiscale sui redditi Irpef e snellimento degli adempimenti tributari, riforma della Pa all’insegna della semplificazione e della gestione manageriale al servizio dei cittadini. Contemporaneamente ci aspettiamo investimenti in infrastrutture materiali e immateriali di collegamento delle persone, delle merci e delle informazioni, puntando sugli appalti ‘a Km zero’ e sugli incentivi, come il superbonus 110%, per la riqualificazione del patrimonio edilizio”.

Luppi prosegue: “Nel Governo sono stati inseriti ministri tecnici di sicuro valore, pensiamo al professor Patrizio Bianchi che abbiamo avuto più volte ospite di nostre iniziative e che ha dimostrato di conoscere il tessuto di piccole e medie imprese artigiane, commerciali e di servizio che rappresentiamo. Pensando al suo settore, l’istruzione, ci auguriamo che venga ripreso in modo adeguato il tema del rapporto tra scuola e lavoro e che, a proposito di formazione e di trasferimento di competenze ai giovani, venga rilanciato l’apprendistato quale canale privilegiato di ingresso nel mondo del lavoro”.

Sul fronte del lavoro e del welfare, la nostra associazione insiste sulla necessità di puntare sulla formazione tecnica e professionale dei giovani, sulla valorizzazione del modello della bilateralità, sull’accesso per le piccole imprese l’accesso a nuovi strumenti di finanza d’impresa, alla ricerca e all’innovazione digitale e tecnologica, ai progetti di transizione ecologica e di internazionalizzazione. Ribadiamo il no ad un unico ammortizzatore sociale identico per tutti i settori.

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