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Modena “scarica” Reggio per sposarsi con Ferrara

3 minuti di lettura
3 Settembre 2015 Stampa

In salita l' ipotesi di realizzare un unico asse interamente emiliano fino a Piacenza Dall' altra parte del Secchia si spinge per l' unione con la provincia romagnola

È tempo di fidanzamenti per le province dell' Emilia-Romagna, ma Reggio non ha ancora trovato il partner ideale. Mentre agli estremi della regione pochi mettono in dubbio il solido connubio di Parma con Piacenza e, sul versante adriatico, il legame che unisce Rimini con Ravenna e Forlì-Cesena, la sorte dell' ex-ducato estense – che comprendeva Modena, Reggio e Ferrara – è ancora incerta. Eppure il modenese Stefano Bonaccini, presidente della Regione, meno di un anno fa aveva preannunciato con piglio decisionista il matrimonio fra Modena e Reggio.

Un concetto ripreso anche nelle scorse settimane, con l' intenzione di abolire le province entro il 2017, anticipando la riforma costituzionale. Nello schema iniziale, quattro le aree vaste: Bologna, Parma-Piacenza, Modena-Reggio e la Romagna con Rimini, Ravenna e Forlì-Cesena.

Soltanto il destino di Ferrara sembrava sospeso. Subito però sulle due sponde del Secchia si erano manifestati dissensi e perplessità autorevoli. Da parte di politici e non solo. La reggiana Unindustria, infatti, anzichè aggregarsi a Modena in Confindustria Emilia, preferisce un sodalizio con Parma, Piacenza, Mantova, Cremona e La Spezia. Nel partito di maggioranza, invece, la linea di Bonaccini viene portata alle estreme conseguenze da Luca Bursi, segretario provinciale del Pd modenese, che prefigura un' Unione estense tra Modena, Ferrara e Reggio. Tiziano Tagliani, sindaco di Ferrara, ha già espresso parere favorevole: «A me l' idea piace molto ed è ora di iniziare a fare sul serio. Ne parlammo l' anno scorso a Bologna con Muzzarelli e Vecchi.
, però, penso che Reggio abbia altre idee».

Si configurerebbe, dunque, un connubio esclusivo tra Modena e Ferrara? È una delle ipotesi più avanzate, anche se la nostra provincia spinge per far parte della macroarea Grande Emilia, con Parma e Piacenza. Il Pd modenese però continua a tessere la tela del neoducato estense, esteso dall' Enza al mare Adriatico, che graviterebbe naturalmente su Modena.
alla fine potrebbe prevalere il peso della storia, della cultura e dell' economia. Oggi un legame molto stretto è rappresentato dall' università di Modena e Reggio, mentre i distretti industriali delle ceramiche, fra Sassuolo e Scandiano, e del tessile, fra Carpi e Correggio, mantengono una solida cerniera fra le due province. Gli stessi sindacati Uil e Cisl hanno scelto di unificare le rispettive organizzazioni, come ha fatto l' associazione diConfartigianato Lapam. Ha funzionato meno bene l' azienda interprovinciale di trasporto pubblico Seta, all' interno della quale gli enti locali reggiani sono in dissidio con i modenesi.

Tuttavia Reggio non può rimanere da sola, se le province spariranno, e i rapporti con Parma non vanno molto al di là del Parmigiano-Reggiano.

Il formaggio, peraltro, potrebbe essere il catalizzatore di un' area ancora più vasta, da Piacenza a Modena, che Bonaccini ipotizzava come sbocco finale dei processi di aggregazione.
'attuale area Emilia Nord, che unisce le Ausl delle quattro province, ne potrebbe essere la prefigurazione.

Luciano Salsi – Gazzetta di Reggio

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