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Le nostre proposte ai Comuni per i bilanci del 2022

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13 Dicembre 2021 Stampa

Si avvicina il tempo delle proposte ai Comuni per i bilanci del 2022 e le associazioni di categoria, tra cui la nostra, hanno redatto un articolato documento con proposte concrete e realizzabili.

A partire dagli effetti della pandemia, le quattro associazioni insistono sul patto da ricostruire tra amministrazioni e imprese.

Negli ultimi anni il rapporto tra politica ed i cosiddetti corpi intermedi non è stato facile: tanti amministratori hanno preferito la disintermediazione, disconoscendo il ruolo della Associazioni di categoria. Altri hanno improntato la discussione su questioni più di forma che di sostanza. Il risultato di tali atteggiamenti è sotto gli occhi di tutti: un corpo sociale sempre più sfilacciato. Ci attendiamo che la situazione attuale porti ad una riflessione della politica e a una ripresa di un dialogo vero, concreto e costruttivo con le parti sociali. È in quest’ottica che riteniamo opportuno sottoporre alcuni temi strategici per il superamento di una crisi economica, ma anche sociale, senza precedenti. Interventi straordinari per affrontare una situazione assolutamente straordinaria.

Ecco di seguito le nostre proposte ai Comuni per i bilanci del 2022.

Tassazione e burocrazia

La pressione fiscale locale incide mediamente sulla tassazione totale delle imprese per quasi il 22%. È necessario, partendo dalla tassazione sugli immobili, invertire la tendenza razionalizzando la spesa corrente, recuperando l’evasione di tributi locali, imposte, tariffe, ticket, contravvenzioni ed efficientando l’organizzazione amministrativa.

Accelerare sui rifiuti il percorso di riequilibrio, ora in atto in modo parziale, nella suddivisione del carico tributario tra utenze domestiche e non.

È necessario estendere il più possibile le norme, introdotte da alcune amministrazioni, che hanno escluso le aree destinate alla produzione di rifiuti speciali dal calcolo della Tari. Nell’adottare la tariffa puntuale, vanno affrontati alcuni nodi, come ad esempio quello delle piccole aziende del settore tessile e abbigliamento e la classificazione dei rifiuti speciali che ha generato problemi per il conferimento degli inerti da lavorazione edile e per gli sfalci del verde privato.

L’Imu è un’imposizione iniqua e penalizzante per le aziende. In vista di una sua completa deducibilità, chiediamo ai comuni di contenere al massimo le aliquote applicate.

Tra le altre proposte un regolamento su base provinciale sulla pubblicità, l’esenzione dalla Tosap e della tassa di soggiorno per tutto il 2022, vista la situazione pandemica.

L’uniforme applicazione delle norme si collega al tema della semplificazione delle procedure, negli ultimi anni, infatti, non sono stati fatti passi avanti. Stiamo parlando di un obiettivo a costo zero, non più rinviabile.

Appalti pubblici e opportunità per le micro piccole e medie imprese locali

Chiediamo che le varie amministrazioni del territorio assumano e imitino la stessa linea adottata dal Comune di Modena. L’applicazione del nuovo Codice degli appalti dopo le integrazioni introdotte dal decreto semplificazioni bis, prevede l’affidamento diretto per lavori sino a 150mila euro e la procedura negoziata (con invito di almeno 5 operatori) per lavori da 150mila fino a 1 milione di euro. Si tratta di uno strumento utilissimo per coinvolgere nei cantieri pubblici imprese locali e che per questo chiediamo sia applicato al massimo delle sue potenzialità.

Incentivi e aiuti alle imprese

Inevitabile e imprescindibile è poi un fattivo aiuto alle imprese, economico dove possibile, ma anche sul piano burocratico. La richiesta è quella di sostenere l’apertura di nuove attività permettendone l’avvio anche senza aver completato l’iter autorizzativo (se non per la parte riguardante gli adempimenti sanitari), lasciando sei mesi di tempo per la regolarizzazione.

Aiuto alle imprese poi non vuol dire solo erogare denaro ma anche aprire con le associazioni di categorie tavoli operativi volti a costruire percorsi partecipati e condivisi. Il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza deve essere utilizzato al massimo delle sue potenzialità. È quindi opportuno che le amministrazioni, eventualmente anche in forma aggregata, organizzino un’attività di monitoraggio in modo da sfruttare ogni eventualità in questa direzione. Occorre che da subito che gli enti locali si attrezzino per usufruire delle risorse disponibili tra l’altro per asili nido e scuole dell’infanzia, trasporto pubblico locale, sanità, rigenerazione urbana, gestione dei rifiuti. Gli enti territoriali dovranno anche partecipare alla digitalizzazione di tutta la pubblica amministrazione.

A partire dalle risorse messe in campo dalla Regione attraverso la Legge 4, sarà necessario che l’intero sistema pubblico, interessato a valorizzare il turismo, definisca nell’ambito dei propri bilanci specifici stanziamenti che possano individuare azioni ed iniziative da realizzarsi in raccordo con il livello provinciale, amplificando le strategie messe in campo dalla Regione Emilia omagna, da APT e dalla Provincia.

L’auspicio è che, in particolare nel 2022, dalla collaborazione tra comuni, Provincia, Camera di Commercio e Fondazione di Modena, possa costituirsi un fondo economico idoneo al sostegno al Progetto Turismo di Modena, che contempli anche uno sforzo collettivo per accrescere le competenze professionali del comparto, la vocazione all’innovazione delle imprese e più nel complesso la cultura dell’accoglienza del territorio.

Negozi di vicinato e centri storici

La pandemia e le conseguenti chiusure hanno avuto un forte impatto in particolare sulle attività legate al commercio, pubblici esercizi e turismo compromettendo l’andamento economico-finanziario nell’anno 2020 e 2021. È inoltre in atto un cambiamento nel mercato che risponde ai bisogni di un consumatore oggi sempre più esigente, attento e informato. I negozi di vicinato stanno vivendo una crisi senza precedenti, con chiusure che portano allo spopolamento dei piccoli centri creando un problema non solo economico ma anche sociale, di sicurezza e presidio del territorio.
È necessario ripensare una nuova idea di città/comune, che parta dalla politica e che oltre ai cittadini coinvolga commercianti, pubblici esercizi, artigiani, liberi professionisti, piccole industrie e servizi.

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