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Rossi: “Liquidità da garantire. Altrimenti aumenterà il rischio di imprenditori preda di usura”

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16 Aprile 2020 Stampa

“La catena legislatore, banche, associazioni di categoria, imprenditori non deve rompersi, il rischio reale e molto preoccupante, è che imprenditori disperati alla ricerca di liquidità che non dovessero reperire attraverso i canali ufficiali, vengano contattati dalla malavita e restino vittime della trappola dell’usura o della criminalità organizzata. Questo non deve assolutamente accadere”.

È categorico il segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi. Quello della liquidità è un problema esiziale per le imprese e proprio per questo sul tema va mantenuta la guardia altissima per far sì che i fondi, garantiti dallo Stato per il 100% fino a 25mila euro e al 90% dai 25 agli 800mila euro, arrivino alle aziende che ne hanno necessità.

“Abbiamo messo in campo una vera e propria task force per aiutare gli imprenditori e accompagnarli nel dialogo con gli istituti di credito. Per questo motivo abbiamo implementato in modo importante il nostro ufficio credito, triplicando le risorse umane, e lavoriamo assieme ai consorzi di garanzia per sostenere la liquidità e dunque la ripartenza. Per cifre fino a 25mila euro non dovrebbero esserci troppi problemi, per finanziamenti più cospicui è necessario far sì che tutti facciano la propria per evitare intoppi”.

prosegue: “Più le aziende riusciranno ad avere i finanziamenti, minore sarà il rischio che gli imprenditori siano vittime della rete dell’illegalità. È determinante lavorare tutti assieme per scongiurare un pericolo che porterebbe con sé problemi enormi”. Il segretario Lapam conclude: “Ci siamo mossi con una campagna ‘Non spezzare la catena’ per il rispetto dei pagamenti e delle regole. È necessario far sì che la catena dei pagamenti non si fermi, proprio per evitare problemi che, alla lunga, porterebbero non solo alla chiusura di tante aziende, ma anche all’impoverimento delle catene del valore delle nostre filiere e a un potenziale incremento di fenomeni illeciti e delle infiltrazioni della criminalità organizzata”.

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