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Sant’Ilario: nuova sede Lapam – all’inaugurazione i sindaci della “fusione”

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23 Giugno 2016 Stampa

I sindaci della "fusione" e i dati delle imprese nei tre comuni

“Una nuova sede che rappresenta la volontà di scommettere sul territorio e sugli imprenditori. Vogliamo crescere come associazione, all'interno di una realtà dinamica, che sta affrontando temi importanti (come il percorso verso la fusione dei comuni)”. Erio Luigi Munari, presidente generale Lapam Confartigianato, commenta così l'incontro che ha preceduto l'inaugurazione della sede di Sant'Ilario d'Enza, valida anche per i comuni di Campegine e Gattatico (quelli interessati dal progetto di fusione dei comuni della bassa Val d'Enza).

L'inaugurazione è stata appunto l'occasione per un focus sulle imprese locali e per una tavola rotonda con i sindaci di Sant'Ilario, Marcello Moretti, di Gattatico, Gianni Maiola e col vice sindaco di Campegine, Luigi Arata, oltre che con il presidente della provincia di Reggio Emilia, il sindaco di Poviglio Giammaria Manghi, presenti anche i primi cittadini di Castelnovo Sotto e di Bibbiano.
'ufficio studi dell'associazione ha evidenziato da una parte il calo delle imprese tra 2008 e 2015 (gli anni della crisi), passate a Sant'Ilario da 1003 a 914 (-9,1%) a Campegine da 452 a 362 (-19,9%) e a Gattatico da 632 a 522 (-17,4%) per un calo totale di 289, il 13,8% di media, un dato sostanzialmente in linea con il resto del territorio. Oggi delle 1798 imprese attive in questi tre comuni, ben 1698 (il 94,5% del totale) sono imprese che hanno da 1 a 9 addetti, a dimostrazione del fatto che la piccola impresa diffusa è il collante del sistema economico. L'Ufficio studi Lapam ha anche proposto un approfondimento sulle imprese giovani, 170 sul totale delle imprese di Sant'Ilario, Campegine e Gattatico (il 9,5%) attive in particolare su costruzioni, ristorazione, agricoltura e manifatturiero, e su quelle femminili, 293 (il 16,3% del totale) attive nel commercio, nei servizi alla persona e in agricoltura.

Gli amministratori locali hanno evidenziato i vantaggi della fusione: economici (un risparmio stimato di 300mila euro annui più i circa 19 milioni in dieci anni di contributi), di riordino amministrativo e di minore burocrazia, di attrattività per le imprese. Tutto senza nascondere le resistenze al cambiamento. Il presidente Manghi ha parlato anche di area vasta, mettendo in luce come prima della divisione territoriale (Reggio Emilia con Modena, piuttosto che con Parma, piuttosto che la 'grande Emilia') siano da valutare le competenze del futuro soggetto.

Per Lapam Confartigianato hanno portato i saluti sia il presidente della sede, Daniele Calestani, che il segretario, Francesco Bigliardi. Presenti anche il presidente Lapam Confartigianato della Zona di Reggio Emilia, Ivo Biagini, e il segretario Roberto Prearo.

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