9.400 persone a Modena e 7.000 a Reggio Emilia. È questa la stima dei lavoratori indipendenti non regolari che emerge da una approfondita indagine sull’abusivismo e sull’economia sommersa, elaborata dal nostro ufficio studi.
Numeri molto elevati, rispettivamente al secondo e terzo posto in regione dietro i 14.200 di Bologna, e addirittura al 32esimo posto in Italia per quanto riguarda Modena, dati che indicano una situazione delicata.
Il presidente Gilberto Luppi senza tanti giri di parole sottolinea:
La concorrenza sleale degli abusivi e del mercato sommerso va denunciata con forza.
Questa analisi fa notare una situazione molto difficile anche nella nostra regione e sul territorio della provincia. Il riferimento è al 2019, ultimo anno disponibile con i dati Istat, ma è evidente che la pandemia ha ulteriormente acuito il fenomeno.
La situazione dei lavoratori abusivi a Reggio Emilia
Prendendo a riferimento i quattordici mestieri maggiormente sotto pressione per la concorrenza sleale e includendo sia i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa sia i restanti mestieri operanti nella manutenzione e riparazione di autoveicoli (in particolare carrozzieri ed elettrauto) si delinea in provincia a fine 2021 un totale di 8.994 imprese attive con un’alta vocazione artigiana.
Le imprese artigiane perimetrate sono infatti 8.090 e rappresentano l’89,9% del totale, quota circa 3 volte superiore rispetto al 30,9% osservato per il totale economia. L’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 44% delle imprese del comparto, quota 3 volte il 15% rilevato per il totale imprese.
La situazione dei lavoratori abusivi a Modena
Prendendo a riferimento gli stessi quattordici mestieri si delinea in provincia a fine 2021 un totale di 9.686 imprese attive con un’alta vocazione artigiana. Le imprese artigiane perimetrate infatti sono 8.340 e rappresentano l’86,1% del totale, quota circa 3 volte superiore rispetto al 31,1% osservato per il totale economia. Anche in questo caso l’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 41,9% delle imprese del comparto, quota quasi 3 volte il 15,5% rilevato per il totale imprese.
I dati regionali su abusivi e non regolari
Tornando ai dati regionali le categorie maggiormente esposte al lavoro indipendente irregolare sono:
- l’edilizia (muratori, imbianchini…),
- il settore acconciatura ed estetica,
- elettricisti e idraulici,
- tassisti,
- giardinieri,
- fotografi e video Operatori,
- traslocatori.
I numeri che emergono sono peggiori rispetto alle aspettative – ribadisce il presidente Luppi – e, come abbiamo già fatto, chiediamo un intervento più incisivo da parte delle autorità competenti. Il fenomeno del sommerso e dei lavoratori indipendenti irregolari danneggia in modo pesante le imprese, sottrae lavoro e reddito ai piccoli imprenditori, sottrae risorse allo Stato e, soprattutto nelle professioni più delicate, rischia di provocare danni. Come associazione abbiamo lanciato la campagna ‘Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani’ contro l’abusivismo: è fondamentale che anche i cittadini sostengano questa campagna.