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Il turismo nell’Appennino modenese

Un sondaggio sul turismo in Appennino modenese: l’Ufficio Studi ha realizzato un interessante indagine su un campione composto da 196 residenti e 71 imprese dei 17 comuni montani dell’Appennino modenese e 94 turisti che hanno frequentato la zona, per un totale di 361 rispondenti.

I risultati

I risultati sono decisamente interessanti. Cittadini e imprese ritengono il proprio territorio vocato prevalentemente all’escursionismo (aspetto prevalente secondo il 41,6%), mentre un ulteriore quarto dei rispondenti (24,5%) ritiene che l’Appennino modenese sia attrattivo per gli amanti dello sport a tutto tondo, dagli impianti da sci, alle ciaspole, alla MTB e così via.

Vengono considerati più di nicchia il turismo enogastronomico (indicato dal 14%) e culturale (12,1%), mentre il cicloturismo raccoglie il 7,8% delle preferenze, è stata inoltre suggerita una nicchia di turismo dedicato al relax.

I luoghi più menzionati

Tra i luoghi che hanno ricevuto più menzioni come di interesse turistico ci sono attrazioni naturalistiche e storico-culturali disseminate su varie aree, come le cascate del Bucamante, il lago Santo, la rocca di Montefiorino, il castello di Montecuccolo e la pieve di Rubbiano.

La quasi totalità del campione intervistato ritiene importante il turismo per il proprio territorio, e nell’81,6% dei casi dichiara che sarebbe disposto a investire per il suo sviluppo.

Le criticità

Nel dettaglio, è particolarmente sentita la necessità di implementare l’offerta di strutture ricettive (indicata dal 24,3%), di strutture e attività sportive (in particolare piscine, 17,1%), migliorare la comunicazione e informazione, ad esempio con campagne di promozione del territorio e la presenza di info Point (16,7%) e la viabilità (14,8%).

È più volte citata anche la necessità di organizzare eventi (13,3%) e curare la sentieristica (11,4%). Gli eventi organizzati sul territorio, così come i principali elementi di attrazione turistica, sono considerati comunicati in maniera non adeguata dal 69,9% dei rispondenti. Viene suggerito di implementare e migliorare l’utilizzo di canali social (62,1%), e di incrementarne la visibilità su siti web (21,6%) e carta stampata (14,2%). Altra criticità segnalata è la qualità della connessione Internet, ritenuta insufficiente dal 21,7%, e problematica dal 41,9%. Complessivamente è accolta favorevolmente dal 97,4% degli intervistati la proposta di sviluppare proposte turistiche esperienziali, che mettano in rete più comuni e all’insegna della sostenibilità.

Le imprese

Delle 71 imprese rispondenti 54, il 76,1%, hanno turisti tra i propri clienti, il 64,8% di queste imprese sono infatti attive nella ristorazione, alloggio e commercio. Compaiono però occasionalmente coinvolte imprese agricole (cantine vinicole, fattorie didattiche), dell’artigianato, dei servizi alle persone (come lavanderie, parrucchieri) e delle costruzioni. Diffusi WhatsApp (74,1%) e i social network (61,1%) per rimanere in contatto con i clienti, mentre meno di un quarto utilizza un sito web (22,2%) o una mailing list (18,5%). Oltre tre imprese su quattro (79,6%) beneficiano dell’arrivo dei turisti in estate e i servizi più frequentemente offerti sono prodotti locali a chilometro zero (33,3%) e menù dedicati (20,4%). I turisti usufruiscono inoltre di servizi legati al benessere, noleggio di attrezzature sportive (e-bike, sci, etc.) e visite guidate. Più rari sono i pacchetti esperienziali, il servizio lavanderia e il deposito bici. Sull’iniziativa di singoli vengono inoltre proposti libri di storia locale, attività didattiche in fattoria o spettacoli di intrattenimento. Più della metà degli imprenditori fornisce indicazioni dei luoghi d’interesse del posto, sugli eventi e sui sentieri e i percorsi in bicicletta. Meno frequenti sono le richieste sui luoghi di divertimento o consigli su dove fare acquisti.

I turisti

I comuni più visitati dal campione di turisti sono in ordine Sestola (73,4%), Pievepelago (71,3%), Pavullo (70,2%), Fanano (69,1%), Fiumalbo (63,8%), Lama Mocogno (63,8%) e Serramazzoni (61,7%). Tra i turisti intervistati, prevalentemente provenienti dalla provincia di Modena e dintorni (il 78,7% risiede a Modena o a Reggio Emilia), prevale una frequentazione dell’Appennino ‘mordi e fuggi’ in giornata (44,9%). Per un rimanente 40,4% il soggiorno medio è di tre o più notti, mentre il 14,6% predilige un soggiorno breve di una o due notti. Escludendo coloro che non hanno quindi pernottato sul territorio, il 39,1% dei restanti si ferma nella seconda casa, un altro terzo (34,4%) in appartamento e un più ridotto 9,4% sceglie invece di soggiornare in albergo. Il 76,6% dei turisti si è dedicata ad attività escursionistica e gite a cavallo, molto apprezzato anche il turismo enogastronomico, scelto dal 44,7% dei rispondenti all’indagine.

Il turismo sportivo è invece prediletto da un più limitato 22,3%. Per organizzare la vacanza o gita la maggior parte dei rispondenti si è basata sulla propria conoscenza diretta del territorio (57%) o quella di amici e parenti (44,1%), segno di una frequentazione assidua e affezionata, siti internet (26,9%), e in misura minore la carta stampata (14%) e i social network (solo l’11,8%). Sono inoltre molto apprezzate segnaletica direzionale sul posto e cartine (rispettivamente il 43,6% e il 41,5% dei rispondenti le ritiene ‘molto importanti’), mentre risulta meno diffuso l’uso di applicazioni per smartphone (22,3%) e guide turistiche (21,3%).

La connessione internet

Non sono infine segnalati disagi legati alla connessione internet da parte dei turisti: solamente il 16% la ritiene scarsa o inadeguata. Secondo i turisti che hanno visitato i territori, al fine di migliorare il turismo nella zona sarebbe fondamentale puntare sull’informazione e la comunicazione, per il 28,6%, sono richiesti miglioramenti anche per quanto riguarda le strutture ricettive e la viabilità (entrambe al 18,2%) e gli eventi (16,9%).Seguono la cura dei sentieri (in particolare la segnaletica) e la presenza di negozi e locali (9,1%).

Alla domanda ‘quali sono i principali punti di interesse’ del territorio, turisti e residenti hanno risposto in maniera differente: i locali danno risalto al patrimonio architettonico della zona, indicando castelli, rocche e pievi, mentre i turisti si concentrano quasi esclusivamente sulle bellezze naturalistiche, citando laghi, monti e cascate.

Questo conferma la vocazione naturalistica del turismo appenninico, e forse suggerisce una scarsa conoscenza (e valorizzazione) del patrimonio storico e architettonico presente.

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