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Gli autoriparatori Lapam intervistati da Report Rai 3

24 Maggio 2023 Stampa

“A ruota libera” questo è il titolo del servizio curato dalla trasmissione Report, dedicato all’annoso problema della raccolta e smaltimento degli pneumatici fuori uso (PFU). L’inchiesta, andata in onda su RAI 3 nella puntata del 15 maggio scorso e curata dalla giornalista Antonella Cignarale, ha affrontato un tema particolarmente sentito dalla categoria degli autoriparatori, più volte denunciato dalla nostra associazione.

Proprio in seguito ai nostri appelli e articoli dedicati ai malfunzionamenti della raccolta dei PFU, siamo stati contattati dalla trasmissione e, grazie alla collaborazione dei nostri associati, abbiamo reso una testimonianza della problematica.

Le imprese intervistate

Le interviste sono state organizzate dalla nostra associazione e concertate con la giornalista nel mese di febbraio 2023 e, oltre alla testimonianza del presidente di categoria, Daniele Michelini (Car Service), hanno visto il contributo di:

  • Mondial Gomme, impresa con sede a Mirandola.
  • Reggiani Gomme, impresa con sede a Carpi.
  • Autofficina Tarozzi, impresa con sede a Modena.

L’inchiesta di Report Rai 3

Come spiegato nel servizio: “per ogni pneumatico immesso sul mercato va pagata la quota del contributo ambientale per lo smaltimento. Produttori e importatori sono responsabili del servizio di raccolta e smaltimento e il costo del servizio è a carico del consumatore finale. I dati dell’Osservatorio sui flussi illegali di pneumatici e PFU in Italia, però, registrano 12 milioni di euro di contributo ambientale evasi“.

La possibile soluzione

La soluzione prospettata dall’inchiesta è quello di un sistema di tracciamento dei PFU, realmente efficace (es: tracciamento elettronico) e di un impianto sanzionatorio che punisca chi non applica il contributo ambientale previsto dalla legge per il corretto smaltimento dei PFU esausti.

Soluzione che trova d’accordo i nostri associati, spesso costretti ad affrontare la concorrenza sleale dei rivenditori online (che applicano prezzi più competitivi proprio perché non applicano il contributo ambientale) e da chi importa illegalmente pneumatici in Italia. 

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