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Coronavirus: tra le categorie maggiormente colpite c’è quella dei fotografi

29 Aprile 2020 Stampa

Il settore della fotografia è, per la natura dei servizi erogati, tra quelli maggiormente penalizzati dalle misure di contenimento al contagio da Covid-19 imposte dal Governo. I fotografi, infatti, a dispetto dell’opportunità di poter continuare ad esercitare l’attività, hanno visto – di fatto – un crollo delle commesse pressocchè totale a causa dell’annullamento delle cerimonie, degli eventi fieristici, dell’attività di promozione pubblicitaria da parte delle aziende, fino ad arrivare ai piccoli servizi, ad esempio le foto-tessera o i ritratti, la cui richiesta è stata praticamente azzerata a fronte dell’impossibilità da parte della clientela di recarsi presso gli studi fotografici.

risultato è che sebbene “aperte” queste imprese di fatto si ritrovano chiuse e a zero fatturato, ma devono continuare a sostenere i costi fissi e – proprio in quanto “aperte” – non sono state ricomprese nelle misure di sostegno previste dal Governo per le attività sospese. Peraltro, contrariamente alle attività che vedranno una ripresa – seppur lenta – con il graduale riavvio della mobilità sociale, per la fotografia si prospetta un intero anno di black-out a causa del rinvio al prossimo anno di tutti gli eventi di aggregazione quali matrimoni, battesimi, comunioni ma anche di quei servizi legati alla promozione turistica del territorio, alle sfilate di moda, al lancio di nuove collezioni ed agli altri eventi a carattere stagionale, che non potranno essere recuperati.

Dal governo misure insufficienti

Purtroppo, alcune misure varate dal Governo in favore delle imprese in questo difficile momento di emergenza sanitaria, si sono rivelate per certi versi inique e penalizzanti nei confronti di alcune categorie, un esempio per tutti riguarda la classificazione catastale degli immobili nei quali vengono svolte le attività, che impedisce a gran parte delle imprese di poter fruire del credito di imposta sugli affitti.

“Il governo, ora che la fase di estrema emergenza è passata – afferma il Presidente di Confartigianato Fotografi Maurizio Besana – dovrebbe concentrarsi seriamente sulla sopravvivenza delle imprese ed adottare provvedimenti equi che non creino confusione e che supportino tutte le categorie professionali, consentendo alle stesse di restare, seppure a prezzo di grandi sacrifici, sul mercato. La nostra categoria, poi, dovrebbe essere guardata con la stessa attenzione riservata al settore del turismo, considerato il grande penalizzato da questa crisi, perché strettamente collegato ad esso, la ridotta mobilità che ha comportato l’annullamento delle prenotazioni di hotel e strutture ricettive, ha provocato la cancellazione dalle nostre agende di tutti gli eventi, rinviati a data da destinarsi”.

È evidente che – a fronte di un tessuto imprenditoriale iperparcellizato come quello italiano – non è facile mettere a punto norme che contemplino ogni singola specificità e ragionare per codici attività certo non aiuta, il settore della fotografia ne è la dimostrazione. Molti e costanti sono stati gli appelli di Confartigianato in questi mesi, rivolti a gran voce alla politica affinchè si intervenga in modo importante, veloce e senza discriminazioni, incrementando i provvedimenti già adottati sul piano fiscale e contributivo ed individuando misure in grado di corrispondere ai fabbisogni di liquidità immediata, indispensabile alla tenuta del tessuto imprenditoriale del nostro Paese.

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