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Crisi del Turismo. Corsini: «Non lasceremo nessuno da solo in questa sfida»

Riconfermato, dopo le elezioni regionali dello scorso gennaio, assessore al Turismo con deleghe alle infrastrutture, trasporti e mobilità, il romagnolo Andrea Corsini non si sbottona. «Sosterremo il turismo e le imprese del comparto senza lasciare indietro nessuno». La nostra intervista per l’ultimo numero di “Imprese & Territorio”

D’accordo assessore ma nel frattempo, secondo un’analisi condotta da Demoskopica in Emilia Romagna quest’anno mancheranno circa 2,5 milioni di turisti stranieri. Che direzione prenderà la Regione per far fronte a questa emergenza?
«In questi mesi abbiamo giocato d’anticipo sapendo che il lockdown avrebbe comportato pesanti ripercussioni sul turismo. Quindi abbiamo sostenuto le aziende del comparto  innanzitutto attraverso le misure che abbiamo chiesto al Governo e ottenuto nel DL Rilancio (come l’azzeramento della prima rata IMU, l’esenzione IRAP, i contributi a fondo perduto ed il bonus vacanza, solo per citarne alcune) e assieme ad APT (azienda promozione turistica ndr.)  abbiamo lanciato una importante campagna pubblicitaria sia sui social che su media e TV nazionali per promuovere tutte le tipologie di vacanza che offre la nostra regione. Naturalmente stiamo continuando a lavorare per sostenere turismo e commercio e le interlocuzioni con le rappresentanze delle categorie sono costanti per rispondere adeguatamente alle loro necessità».

Eppure molti comuni del nostro territorio non hanno ancora applicato le misure di sostegno previste. Mi riferisco alla riduzione della TARI o al rinvio dell’IMU. Dal suo punto di vista sarebbe stato possibile fare qualcosa in più per imprese costrette a mesi di inattività e che rischiano ora di chiudere?
«Io credo che in un momento di incertezza, emergenza e assoluta novità (purtroppo negativa) in cui ci siamo trovati, si siano messe in campo risorse e soluzioni di grande impatto. Naturalmente continuiamo a lavorare per sostenere le imprese e le famiglie che dovranno affrontare mesi piuttosto duri. Non lasceremo nessuno da solo in questa sfida».

Da un’analisi condotta dal nostro Ufficio Studi, nel primi quattro mesi dell’anno, i pernottamenti nelle strutture alberghiere è diminuito di oltre il 50% in provincia di Modena e Reggio Emilia, praticamente azzerando i ricavi del settore. Come valuta lo strumento del bonus vacanze? Sarà in grado di sostenere la ripresa, almeno interna, o è troppo complicato come dicono in molti?
«La proposta del bonus vacanza è arrivata al Governo proprio da questa Regione e ne stiamo vedendo già i primi ottimi risultati. Solo nel primo giorno sono arrivate al Ministero 146.000 richieste di erogazione; inoltre ci arrivano feedback positivi dalle strutture ricettive che grazie a questo strumento riescono a recuperare parte delle prenotazioni perse durante la chiusura forzata delle attività. Sono certo che i nostri imprenditori, supportati anche dalla Regione attraverso la cospicua campagna di promozione del territorio, sapranno attrarre tanti Italiani nelle nostre località».

Altro aspetto legato al turismo del nostro territorio è quello del Business Travel. Con settori strategici a bocce ferme (o quasi) come la Ceramica e la Meccanica e Fiere importanti rimandate come il Cersaie, quali azioni si sente di suggerire per promuovere il made in Emilia Romagna nel mondo?
«Anche il mondo fieristico congressuale si sta riorganizzando per riaprire quanto prima ed in sicurezza. Nel frattempo abbiamo messo in campo iniziative come ad esempio il Motorvalley Digital Fest per non far calare l’attenzione verso le grandi manifestazioni fieristiche, inaugurando una nuova modalità di gestione degli eventi e confermando l’Emilia-Romagna Regione all’avanguardia ed in grado di affrontare le difficoltà con ingegno ed innovazione».

Ultima domanda. Per quanto riguarda l’occupazione del comparto turistico molte imprese rimpiangono strumenti di semplice utilizzo come i voucher lavoro.
come la vede? Quali semplificazioni sarebbero utili?
 
«Il mondo del lavoro è stato rivoluzionato dall’emergenza sanitaria, basti pensare allo smart working o ad altre forme di flessibilità adottate per garantire i servizi essenziali. Credo che serva una riflessione profonda ed un confronto con le parti sindacali e datoriali sui cambiamenti da apportare al mondo del lavoro. La vita ed il mondo post-Covid non saranno gli stessi di prima: sta a noi renderli migliori».

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