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Delegazione Lapam Moda in visita a Prato per toccare con mano l’evoluzione del distretto

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3 Maggio 2018 Stampa

Una missione molto istruttiva quella compiuta da una delegazione del settore moda di Lapam nella realtà tessile di Prato. Ospiti dei colleghi della locale Confartigianato, i dirigenti imprenditori Riccardo Cavicchioli, Roberto Guaitoli, Daniele Berni ed Enrico Gasparini, accompagnati dai funzionari Carlo Alberto Medici e Stefano Cestari, hanno trascorso una intera giornata nella cittadina toscana per capire più da vicino alcuni meccanismi della locale filiera tessile, soprattutto legati al fenomeno della molteplice presenza di imprenditoria straniera. Prato e il suo indotto era stata oggetto nelle scorse settimane di una attenta riflessione all’interno degli organismi dirigenti di Lapam a Carpi, in particolare in merito alla crescente concorrenza, a volte con contorni sorprendenti, delle imprese del settore moda pratese verso il nostro territorio.

Nelle visite effettuate in diversi poli industriali della città toscana, nonché all’interno di alcune realtà produttive, ci si è resi conto di quanto sia cresciuta a dismisura la presenza di aziende produttrici di moda condotte da imprenditori non italiani (soprattutto asiatici) che in questi anni hanno fatto il salto, passando da realtà di subfornitura ad affermate imprese conto proprio, tanto da far diventare in pochi anni Prato una delle realtà più attrattive a livello europeo per gli acquirenti di prodotti tessili finiti. Durante la giornata di visita, la delegazione Lapam ha avuto anche l’occasione di partecipare a un approfondimento sul tema della legalità nel settore moda. Il convegno, organizzato dalle associazioni imprenditoriali e dai sindacati del lavoratori, aveva lo scopo di responsabilizzare tutti gli attori della filiera verso il rispetto delle regole in materia di lavoro e sicurezza. Non è un caso che a Prato, un anno fa, sia stato siglato un ‘Patto per la legalità’. I lavori del convegno hanno confermato che nell’area pratese sia necessario avvicinare le imprese al rispetto delle regole e che occorra ampliare il raggio d’azione: nella cittadina toscana, infatti, purtroppo le zone franche permangono ed è necessario coinvolgere un livello più ampio, di carattere nazionale, per recuperare il terreno perduto per combattere la concorrenza sleale che ha ripercussioni, naturalmente, anche per le imprese del nostro territorio.

“È stato certamente un viaggio istruttivo, ma che al tempo stesso ha destato molta preoccupazione perchè si ha avuto conferma di una evidente disparità di condizioni in cui si trovano ad operare le imprese del settore moda; tra quelle che, con il massimo sforzo, cercano di rispettare le normative e quelle che, per ignoranza o per dolo, operano al di fuori di ogni contesto normativo drogando in un qualche modo il mercato”. È questo l’amaro commento di Roberto Guaitoli, presidente di Lapam Moda: “Carpi fortunatamente non è Prato, da noi sono stati messe in campo azioni virtuose già da anni, ma la concorrenza sleale che arriva da altri territori italiani incide pesantemente anche sul nostro comparto. Il Patto per la legalità può essere una modalità operativa da replicare anche nel nostro contesto per favorire il generale rispetto delle regole sul lavoro”. La conclusione è affidata al Presidente Lapam Carpi, Riccardo Cavicchioli: “La situazione che abbiamo registrato nella nostra missione e ribadita nel convegno è stata certificata da tanti addetti ai lavori: non vogliamo criminalizzare nessuno ma questo tema va fatto diventare da questione locale a questione nazionale. A Prato come in tutte le aree del Paese ove ci fossero fenomeni analoghi. Lo chiediamo con forza ai nostri interlocutori politici ed istituzionali sul territorio”.

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