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Hansa Tmp: “La rete è la nostra forza”

Nel racconto generalista degli odierni distretti si dimentica di attribuire la giusta importanza a un’eccellenza diffusa lungo la via Emilia tanto quanto il Food e l’Automotive: l’oleodinamica.
qui grazie alla motorizzazione agricola del XX secolo, oggi questo distretto è tra i leader mondiali del settore.
le aziende che lo rendono tale c’è anche Hansa Tmp, realtà modenese dal respiro internazionale, che negli anni ha vissuto un’evoluzione tanto significativa quanto interessante: studio di progettazione prima, produttore a tutti gli effetti e distributore esclusivo di colossi come Kawasaki poi.
andati a intervistare Silvia Pecorari (titolare dell’impresa insieme ai genitori Antonio ed Emanuela ndr.) per capire meglio questa realtà.

Dottoressa Pecorari partiamo dall’inizio. Come è nata Hansa Tmp?
«Quando è stata fondata, nel 1984, Hansa Tmp era una società di engineering, cioè uno studio di progettazione. All’epoca un nostro cliente poteva commissionarci lo studio dell’impianto oleodinamico dedicato ad una nuova macchina. Hansa Tmp studiava quindi tutti i componenti necessari per far funzionare in modo idrostatico quella macchina».

Come vi siete evoluti?
«Nel 1998 Hansa Tmp ha iniziato a produrre le proprie pompe a pistoni assiali con cilindrate variabili, per trasmissioni di veicoli principalmente da fuoristrada: come macchine da costruzione, macchine agricole, ma anche spazzatrici e per veicoli municipali. Operando una scelta ben precisa e che sta dando ottimi risultati».

Quale?
«Abbiamo deciso di mantenere internamente la ricerca e sviluppo, il controllo qualità, l’assemblaggio, il test e la logistica e sfruttare la sinergia con i nostri fornitori per tutto il resto. Il nostro è un territorio eccezionale, alcuni lo hanno ribattezzato: hydraulics valley, proprio perché in questo distretto è possibile reperire competenze elevatissime, ad esempio nella lavorazione dei metalli che affidiamo esternamente».

Può spiegarci i benefici di questa scelta strategica?
«In concomitanza con lo scoppio della crisi economica abbiamo deciso di
-investire nei nostri fornitori, dotandoli di macchine speciali e scegliendo di collaborare per crescere insieme. È così che abbiamo sviluppato prodotti che inseriamo nei nostri sistemi, oppure vendiamo singolarmente in Italia e all’estero».

E come avete ridotto i fattori di rischio?
«Abbiamo studiato i codici critici per ogni particolare e abbiamo un bilanciamento tra un fornitore principale e un secondo fornitore. Questo metodo ci consente di avere capacità produttiva per non fermare la linea. Inoltre abbiamo sviluppato una logistica molto efficiente».

Parliamo dei vostri prodotti. Come vi state preparando a richieste sempre più stringenti in fatto di efficientamento energetico?
«Grazie alla nostra capillarità abbiamo intercettato per tempo le richieste provenienti dal mercato e dalle nuove regolamentazioni europee. Abbiamo sviluppato così due nuove linee di pompe e ne stiamo ultimando una terza, ad alte prestazioni. Pompe molto compatte, che possono arrivare fino a 450 bar, aumentando di 100/150 bar, le prestazioni della linea precedente. Questo permette di efficientare il prodotto in termini di alta densità di potenza e dimensioni compatte. Minore dimensione significa minor peso; minor peso comporta minori consumi e quindi un abbattimento delle emissioni di C02 su motori diesel o benzina. Allo stesso modo le nostre pompe possono essere montate su sistemi dotati di motori elettrici, aumentando la durata delle batterie».

Oltre all’efficienza energetica su quali altri aspetti vi state concentrando per migliorare il prodotto?
«Ad oggi tutti i componenti di queste nuove linee di pompe sono sensorizzati.
sensori che rilevano la presenza dell’operatore a bordo, sensori che rilevano la velocità, l’angolo del piatto per dar più o meno erogazione di portata e anche di pressione. Questa interconnessione comporta due fattori: un notevole miglioramento in termini di sicurezza per l’operatore e la possibilità di concentrarci sullo sviluppo della guida a controllo remoto».

Interessante…
«Stiamo concentrando il lavoro di ricerca e sviluppo sempre più su veicoli che sono a controllo remoto, quindi senza operatore a bordo, dove è possibile controllare più veicoli contemporaneamente e verso veicoli totalmente autonomi, cioè controllabili tramite un gps. Efficientamento energetico, sicurezza e guida autonoma, partono tutti dalla sensoristica del componente oleodinamico che tramite una centralina elettronica e una programmazione riesce a gestire tutte queste funzioni».

Come ha risposto il mercato?
«Nel 2018 siamo cresciuti circa del 20%. Sono cresciute le vendite in Italia e questo ci fa piacere, anche se la concorrenza interna al distretto è acerrima, ma sono cresciute anche le vendite all’estero, dove i nostri mercati di riferimento sono centro e Nord Europa, Cina e Nord America. Abbiamo raccolto i frutti del lavoro di sviluppo interno svolto nel 2017, con tante campionature e pre-serie che sono entrate in produzione nel 2018 e abbiamo beneficiato di fattori esterni come le agevolazioni previste dal piano Industria 4.0 e da situazioni geopolitiche. Quest’anno stiamo crescendo ancora, ma vediamo che la crescita si sta stabilizzando».

Hansa Tmp si distingue anche per la sua collaborazione con il mondo accademico. Può raccontarci com’è nata la sinergia tra Università ed azienda e come sta procedendo?
«Il rapporto si è sviluppato quando abbiamo deciso di aderire ad alcuni bandi europei che ci hanno permesso di finanziare a fondo perduto una parte di queste collaborazioni. È così che abbiamo stilato dei contratti sia con l’Università di Modena e la facoltà di ingegneria, sia con la Rete di Alta Tecnologia dell’Emilia Romagna (MIST E-R) per studiare e migliorare la sensoristica da applicare sui nostri prodotti e per effettuare delle ricerche sia sui materiali, sia sulle prestazioni delle pompe. L’università dispone infatti di un team di ingegneri che utilizzano software di simulazione, a cui abbiamo affidato una ricerca a supporto del nostro ufficio di progettazione prima della realizzazione del prototipo».

Che giudizio dà a questa esperienza?
«La facoltà di Ingegneria Enzo Ferrari presso l’Università di Modena e Reggio Emilia racchiude al suo interno competenze molto valide nel campo oleodinamico che possono supportare l’innovazione di prodotto. La sfida è far coincidere le tempistiche del mercato con i tempi di approvazione e realizzazione dei progetti in quanto i progetti vengono vagliati e successivamente approvati da una commissione».

Due anni fa venimmo a intervistarvi per raccontare la situazione del Villaggio Torrazzi. Da allora è cambiato qualcosa in termini di sicurezza, banda larga, pulizia e servizi?
«In termini di pulizia e gestione dei rifiuti notiamo un miglioramento soprattutto nell’organizzazione della raccolta differenziata con il servizio porta a porta rispetto a un paio di anni fa. Dal punto di vista invece della sicurezza si sono verificati ancora dei furti. Un’utile proposta sarebbe quella di un’organizzazione interna delle imprese nel villaggio che coordini in modo efficace le richieste da veicolare all’amministrazione comunale».

Come imprenditrice e futuro di questa azienda, cosa chiede alla politica in un momento come quello che sta vivendo il Paese?
«Sicuramente investimenti e politiche attive di sviluppo economico. Per quanto riguarda gli investimenti metterei al primo posto quelli per le infrastrutture e le opere pubbliche, perché fanno ripartire l’indotto della costruzione e dei macchinari. Investimenti su formazione di giovani tecnici e agevolazioni per le imprese che fanno innovazione. Alleggerimento della pressione fiscale e degli oneri burocratici come anche riduzione del costo dell’energia elettrica, ad oggi troppo onerosa rispetto ai competitor europei».

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