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Impresa femminile e welfare: un rapporto sempre più complesso

5 minuti di lettura
31 Luglio 2015 Stampa

La ricerca effettuata dalla Lapam di Modena e Reggio Emilia, sul rapporto tra impresa femminile e welfare e condotta su 160 donne emiliane-romagnole, comprese tra i 40/60 anni (senza escludere alcune imprenditrici di 30) fa emergere dati interessanti.
il tempo libero e quello dedicato alla cura di sé è poco, per l' 87% delle intervistate meno di un' ora al giorno, altri sono i risultati rilevanti.

Il profilo dell' imprenditrice moderna che si delinea, è quello di una donna attenta innanzitutto alla salute.

L' 84% delle imprenditrici utilizza sia strutture pubbliche che private, rilevando negative le prime per un 32% e positive le seconde per un 72%.

La spesa media annua che dedica invece alla sanità si attesta intorno ai 500-1000 euro.

Veniamo alla cultura:
dati dicono che oltre il 70% sceglie per i figli la scuola pubblica e solo un 20% quella privata, per una spesa annua compresa tra i 250 e 500 euro del 40% delle intervistate contro una spesa superiore ai 1000 euro di un ridotto 20%.

Bene anche la sfera del benessere:
45% delle imprenditrici pratica attività fisica stabile, con frequenza di due giorni la settimana (54%) e quotidianamente (21%), soprattutto all' aperto (49%).

Ma è senz'altro il campo del sociale a regalare non poche soddisfazioni:
65% delle donne si impegna infatti nel volontariato e per l' 84% di loro, aiutare gli altri, assume anche un importante valore personale.


Donne e lavoro: solo un' ora per la famiglia e la cura di sé

L' indagine di Lapam mette in evidenza i problemi della società di oggi legati al tempo per relazioni e affette ma cresce lo spazio per il volontariato.

C' è un tempo per ogni cosa? A giudicare dalla ricerca elaborata dalla Lapam di Modena e Reggio Emilia su 160 donne imprenditrici nei vari settori d' impresa dell' intera regione, e basata sul rapporto lavoro e welfare, sì c' è. O meglio, dovrebbe essercene di più.
dati emersi infatti, la maggior parte delle donne intervistate (87%) avrebbe bisogno della fatidica 25esima ora.

Nell' arco della giornata lavorativa, il tempo, filo conduttore dell' indagine, che rimane per la cura di sé, per la famiglia, per la salute e per le attività legate alla cultura e al sociale, si attesta sull' ora scarsa.
Racconta Cinzia Ligabue, Presidente del Movimento Donne di Lapam:

«A volte anche meno, massimo una mezz' ora. E negli ultimi tre anni, abbiamo visto come il dato sia in netta diminuzione».

Insomma la donna in carriera di oggi, è una donna che «si fa davvero in quattro», afferma Franco Rubbiani, responsabile Ufficio Studi di Lapam.

Altri due i criteri presi in esame per questa indagine: la territorialità, ossia il rapporto tra donne e territorio che le circonda (Comune, Provincia, Regione) e spazio economico, cioè la capacità di spesa dedicata a servizi pubblici e privati.
Franco Rubbiani Responsabile ufficio studi Lapam:

«I risultati sono interessanti per quanto riguarda la spesa dedicata alla salute, per esempio, si evince come le donne imprenditrici (84%) si rivolgano in egual modo alla sanità pubblica e privata, esprimendo giudizi positivi però più sulla seconda che sulla prima, per una territorialità in cui è la provincia a farla da padrone, seguita a ruota dai servizi presenti sul comune di residenza.
spesa annua invece, si attesta intorno ai 500-1000 euro».

Se è vero che mens sana in corpore sano, anche la cultura e lo sport regalano considerazioni di rilievo. «Il dato curioso è l' attenzione che le donne riservano al loro accrescimento professionale, tramite i corsi d' aggiornamento. Nell' arco dell' ultimo anno- dice Rubbiani- si è visto come il 71% delle imprenditrici abbia frequentato almeno una volta un percorso formativo inerente alla propria attività, il 43% ben tre volte e il 20% due».

Chi si ferma è perduto, si dice. Se questo è vero sul lavoro, lo è altrettanto per lo sport, dove le donne si dimostrano delle vere maratonete. Confermato il successo della territorialità comunale, più fruibile, vicina ed ottimizzabile, guarda caso, nei ritagli di tempo, emerge come le signore frequentino sia strutture pubbliche (50%) che private (41%). Sul podio delle attività fisiche praticate (con regolarità dal 45% delle intervistate) c' è però una sorpresa. Sono le camminate all' aria aperta, da sole o in compagnia, ad occupare il primo posto dei gusti femminili in fatto di sport (46%) seguite subito dopo dalle "redivive" palestre (36%) , un po' più staccate invece le attività acquatiche in piscina (21%).

Ma la donna imprenditrice moderna, e qui i dati sono veramente incoraggianti, è una donna "social". No, non parliamo di social network, bensì di impegno sociale. Il 65% di loro infatti, si dedica al volontariato con un particolare interesse anche per l' ambiente Ma le imprese femminili sono in aumento?
rispondere è Cinzia Ligabue: «Sì, di anno in anno, una piccola goccia alla volta… sì».

Valentina Corsini – Gazzeta di Modena

Nella foto: Franco Rubbiani, Cinzia Ligabue, Erio Luigi Munari, CarloAlberto Medici

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