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Imprese artigiane a picco negli ultimi 10 anni, -13,6% dal 2008. Soffrono manifattura e costruzioni

L’analisi sul territorio

“Le imprese della zona delle Terre dei Castelli sono in sofferenza, ma il vero problema, con un accentuato segno negativo, è legato alle imprese artigiane. La crisi del 2008 e degli anni immediatamente successivi ha fatto sentire effetti pesanti, che ora stanno leggermente migliorando ma la strada resta in salita. Soffrono manifattura, costruzioni e agricoltura, mentre migliorano servizi a persone e imprese ed è in calo lieve il commercio”.

Antonio Bellettini, segretari dell’associazione per le Terre dei Castelli, conferma il trend già evidenziato dalla stessa associazione nelle zone del Frignano e dell’Area Nord pur con qualche distinguo significativo e, in particolare, mette in luce un calo profondo delle imprese artigiane. I dai dell’area dei comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Guiglia, Marano sul Panaro, Savignano sul Panaro, Spilamberto, Vignola e Zocca sotto questo punto di vista sono preoccupanti.

I dati

Dal 2008 al 2018 sono 380 le imprese che mancano all’appello (con un calo del 4,6% complessivo), da 8.208 a 7.828. “Nell’artigianato – riprende il segretario  – le cose vanno decisamente peggio, di fatto il calo delle imprese è tutto da ascrivere a questo settore con un -13,6% complessivo. Le imprese artigiane erano 2.868 e sono 2.477 a fine 2018, ovvero 391 imprese artigiane attive in meno nell’area. Il calo del numero delle imprese artigiane – spiega Bellettini – è da ascrivere alla costante riduzione delle piccole imprese artigianali su misura/artistiche ed è almeno in parte calmierato dall’incremento occupazionale che si sta registrando nella manifattura di dimensioni medio grandi”.L’analisi dell’Ufficio studi Lapam ha anche preso gli anni dal 2010 al 2018 per un raffronto sulle diverse categorie.​In questo periodo, spiega il nostro Ufficio Studi, il calo complessivo è di 337 imprese (-4,1% dal 2010 al 2018, da 8.165 a 7.828). Tra i settori segno meno per quasi tutti: il manifatturiero cede oltre una impresa su dieci con un -11,5% e 135 imprese attive in meno, le costruzioni scendono dell’11,3% e 149 imprese, l’agricoltura perde l’11,4% con -176 mentre va meglio il commercio che perde il 2,6% e 46 aziende. Aumentano, invece, servizi alla persona e servizi alle imprese, rispettivamente di un 11% (+88) e del 4,7% (con un incremento di 72 imprese).

“Per il commercio – conclude Bellettini – il cui calo numerico delle imprese va di pari passo con una riduzione operativa endemica che richiede una metamorfosi dell’offerta per rendere attrattivi come un tempo gli acquisti nel punto vendita. Una metamorfosi che la nostra Associazione sta accompagnando con l’analisi e la proposta di strumenti innovativi e promuovendo le vendite non statiche ma assistite da servizi di personalizzazione che possono fare la differenza”.

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