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Nuove strutture della grande distribuzione a Modena, serve una pianificazione di ampio respiro

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6 Dicembre 2017 Stampa

In questo ultimo scorcio d’anno la via Emilia è teatro di apertura di diverse strutture commerciali legate alla grande distribuzione organizzata. Un nuovo punto vendita Unieuro lungo la Via Emilia Ovest e un Bricoman, un Despar lungo la Via Emilia Est, a cui si aggiungono il rifacimento dell’ipermercato all’interno del GrandEmilia e il trasferimento con ampliamento del Conad di Via Amundsen.

Lungo poco più di sette chilometri di una delle strade più trafficate (e purtroppo molto spesso congestionate) d'Europa verranno così aggiunti quasi cinquemila metri quadrati di superfici di vendita, l’equivalente di cinquanta negozi di vicinato da centro metri quadrati ciascuno, o l’equivalente della rete commerciale di un piccolo Comune.

Sulle nuove aperture la posizione di LICOM Lapam è chiara. Secondo la neo eletta Presidente Provinciale Cinzia Ligabue: «L’intasamento delle medie grandi superfici lungo la via Emilia è oggettiva. La ricaduta sui flussi del traffico avrà conseguenze e l’impatto rispetto a circolazione è un elemento da tenere in ferma considerazione. Di certo l’apertura del Despar, oltre al Conad, metterà in difficoltà i piccoli negozi di vicinato di quell’area».

All’allerta sulle insidie derivanti dalle nuove aperture si aggiunge una chiara proposta operativa per il sostegno delle piccole attività: «Le nuove aperture di superfici medio grandi vanno inserite nel piano provinciale degli insediamenti. Come associazione ci battiamo affinchè ci sia una logica o queste aperture vengano calmierate. Di certo quell’area necessita di una riqualificazione, ma dobbiamo tenere in conto delle ragioni del commercio al dettaglio. A fronte degli incassi per gli oneri di urbanizzazioni, ad esempio, occorrerebbe costituire come in Francia un fondo per sostenere il piccolo commercio».

Che vi sia un indissolubile binomio tra la qualità e quantità di negozi ed esercizi di vicinato e la qualità (e dunque il pregio) del quartiere o dell’area della città è ormai un dato accertato. Tutte le volte che un’area della città vive momenti di degrado il primo e principale strumento di riqualificazione è l’incentivazione dell’apertura o trasferimento delle piccole attività del commercio e terziario : negozi, bar, ristoranti, artigiani del terziario (guarda caso per inizio 2018 è previsto un bando per incentivare l’apertura di attività commerciali in Zona Gramsci). Questo perchè negozi e attività di servizio sono parte integrante del tessuto non solo economico, ma anche sociale delle aree urbane: i negozi sono presidio del territorio, sono relazioni sociali, sono la vita della città. Non emerge sempre più lo spopolamento di quartieri o piccoli Comuni considerati “dormitorio” per l’assenza di commercio e servizi.

Su questo dovrebbe riflettere più attentamente il mondo della politica.

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