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Un’indagine sul turismo estivo in Appennino

4 minuti di lettura
25 Settembre 2020 Stampa

La sintesi la fa un albergatore:

“Fino a inizio giugno pensavamo di tenere chiuso, è vero che non abbiamo recuperato tutto e abbiamo limitato i danni, ma quello che è arrivato, soprattutto ad agosto, è oro colato”.

I dati, elaborati per Licom dall’Ufficio Studi Lapam, sul turismo in Appennino (finora sono disponibili quelli al 31 luglio 2020) portano il segno meno davanti, ma la stagione, iniziata sotto i peggiori auspici, ha comunque avuto segnali positivi. I dati relativi al totale degli arrivi e delle presenze nelle strutture ricettive dei primi sette mesi dell’anno (dall’1 gennaio al 31 luglio 2020), seppur provvisori ma pur di sempre statistiche ufficiali della Regione Emilia Romagna (a cui la Regione stessa ha apportato correttivi statistici), evidenziano 32.567 arrivi, dei quali 31.058 italiani e 1.509 esteri.

Le presenze complessive (ovverosia i giorni di permanenza) sono 97.545 delle quali 90.790 di italiani e 6.755 esteri, evidenziando una permanenza media maggiore per i visitatori esteri: 2,92 giorni di permanenza media per gli italiani contro 4,47 per i turisti stranieri. Complessivamente il dato è negativo, in quanto il totale degli arrivi del periodo gennaio-luglio 2019 ammontava a 50.923 arrivi e 152.120 presenze. In altri termini a causa della crisi del Covid, nei primi sette mesi dell’anno, l’Appennino Modenese (Pavullo più gli altri comuni dell’Appennino di esclusi Serramazzoni e Prignano che rientrano nella classificazione dei comuni collinari nei dati della Regione) hanno perso 18.356 arrivi e 54.575 presenze. Da un punto di vista degli andamentali il mese di luglio mostra un discreto recupero rispetto al la caduta drastica della domanda dei mesi di maggio e giugno: per l’Appennino Modenese, gli arrivi del solo mese di luglio sono inferiori del 12,9% rispetto a quelli di luglio 2019, mentre le presenze soffrono un po’ di più (-29%) rispetto al -45,8% di arrivi e -46,7% di presenze di giugno 2020 sullo scorso anno.

“Rispetto alle aspettative le cose sono andate via via migliorando – conferma Daniele Casolari, segretario Licom – e siamo certi che i dati di agosto, che per ora non sono ancora disponibili, evidenzieranno un recupero più robusto. La stagione, ci riferiscono gli operatori, si è un po’ allungata rispetto agli anni scorsi comprendendo anche i primi giorni di settembre e anche ora, grazie soprattutto all’ottima stagione dei funghi, in montagna ci sono presenze, specie naturalmente nei fine settimana. Questa stagione, così particolare – puntualizza il segretario Licom – ha visto soprattutto un turismo di prossimità e tante persone che non avevano mai o quasi mai scelto il nostro Appennino. Si tratta di un’occasione importante per rinnovare la proposta e le strutture, anche grazie ai contributi (penso a quelli della Camera di Commercio) messi a disposizione. È poi necessario che gli operatori proseguano sulla formazione, sia digitale che legata all’accoglienza dei turisti. E, infine, come associazione abbiamo sostenuto iniziative di carattere sportivo di nicchia, un modo per intercettare altre persone”.

Tornando ai dati è interessante notare le differenze tra le strutture. Quelle extra alberghiere hanno recuperato molto più velocemente sia le presenze che gli arrivi rispetto alle strutture alberghiere. Ad esempio per le extra alberghiere la variazione del mese di luglio 2020 rispetto allo stesso mese dello scorso anno è appena del meno 1%. Sempre nel mese di giugno 2020, il totale degli arrivi nell’extra alberghiero è superiore al valore delle strutture alberghiere, il valore si è invertito a luglio. Rispetto alla provenienza, sottolinea l’Ufficio Studi Lapam, i mercati maggiormente consolidati sono l’Emilia Romagna (13.390 arrivi) e Toscana (11.234 arrivi) che complessivamente coprono all’incirca l’80% degli arrivi complessivi. Seguono Lazio e Lombardia entrambi con lo stesso valore 874 arrivi, in calo del 46% circa per il Lazio e del 63% per la Lombardia. Venendo all’estero in valore assoluto le tre nazioni che hanno fatto registrare più presenze sono Polonia (258) Regno Unito (248) e Belgio (125), unici tre paesi esteri a superare quota 100 arrivi tra gennaio e luglio.

 

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