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Come cambia la domanda del consumatore

4 minuti di lettura
3 Agosto 2021 Stampa

La notizia dell’imminente apertura del centro di smistamento Amazon a Spilamberto (MO) ha acceso un sano dibattito in provincia, tra chi parla di possibilità viste le imminenti assunzioni (almeno 200 operatori entro il 2023), ambientalisti locali che chiedevano garanzie a cui hanno risposto con pannelli fotovoltaici per alimentare l’intero magazzino e piste ciclabili per incentivare il trasporto green e associazioni di categoria come la nostra che, se da un lato vedono Amazon come un esempio di innovazione soprattutto per le future generazioni di imprenditori oltre che un’opportunità per molti artigiani che già oggi vendono online attraverso questo canale, dall’altro si è da sempre battuta per una tassazione equa per tutti i giganti del web che operano in Italia. Inoltre pensiamo che servano sostegni per non assistere alla desertificazione dei nostri centri storici e borghi che oltre ad avere una funzione sociale rendono così tipica l’Italia e attrattiva per i turisti. Sia chiaro, non è tassando che si ferma il mercato, ne abbiamo la presunzione o l’idea retrograda che si debba rimanere ancorati unicamente a modelli di business tradizionali cercando di bloccare quelli futuri, anzi. Il mercato e le imprese per non rimanere indietro devono evolversi di continuo e noi come associazione, oltre ad applicare nuovi modelli alla nostra organizzazione e offerta (mylapam ne è un esempio) da anni coinvolgiamo ed educhiamo i piccoli imprenditori ad affrontare di petto e cogliere le opportunità che il digitale sa offrire. Per via delle restrizioni imposte dalla pandemia, mentre i marketplace registrano numeri da record per i negozi fisici le prospettive sono sempre più scoraggianti e la situazione non fa che indebolire ulteriormente la loro quota di mercato che comunque resta maggioritaria. 

In un contesto come quello attuale la risposta alla domanda dei nuovi consumatori che vogliono soluzioni di acquisto più smart è nell’omnicanalità, infatti in un recente sondaggio di Casaleggio Associati il 69% dei clienti oggi si aspetta delle esperienze senza ostacoli, completamente connesse e già il 56% dei brand dà la possibilità di acquistare online e poi di effettuare il reso in negozio. Gli stessi grandi player, come il già citato Amazon, stanno puntando ad aprire negozi fisici perché sanno che alcuni elementi che caratterizzano questa tipologia di vendita sono imprescindibili e irrinunciabili dal consumatore. È in questo contesto che un piccolo commerciante può decidere di attuare strategie di promozione del punto fisico con campagne sui propri canali social e Google my business, diventare punto di ritiro e di reso per Amazon, Poste, SDA e lavorare con i principali store online così da creare nuove occasioni di contatto per far conoscere la propria attività e portare traffico di potenziale clientela in negozio.

Il cliente prima di tutto

Inoltre può decidere di inserire soluzioni di vendita online con strumenti come E-bay o Etsy, dove in cambio di una commissione sul venduto si viene in contatto con milioni di consumatori potenziali. Nel futuro anche i principali social network arriveranno ad offrire a commercianti e produttori soluzioni di vendita dei propri prodotti direttamente in app, accettando i principali sistemi di pagamento. Altro dato interessante nello studio di Casaleggio associati è che l’86% dei consumatori ritiene che la personalizzazione abbia un impatto sulle decisioni di acquisto e il 31% dei consumer desidera maggior personalizzazione durante questa esperienza. Grandi retailer come Target, attraverso un profondo studio della propria clientela e un CRM costantemente aggiornato nell’invio dei propri coupon sconto arrivavano a un tale livello di personalizzazione da sapere ad esempio chi tra le loro clienti fosse incinta e a quale mese per riuscire a creare un’offerta personalizzata solo per questa categoria di clienti, come sconti per l’acquisto di pannolini piuttosto che di jeans premaman. Un piccolo imprenditore attraverso un CRM aggiornato può imparare a conoscere le abitudini e la frequenza di acquisto della propria clientela e agire di conseguenza con promozioni mirate. Se una volta per studiare il proprio cliente tipo bastavano semplici dati demografici e per vendere una giacca e una cravatta si studiavano comunicazioni ad hoc rivolte a uomini sposati che lavorano in ufficio, oggi i consumatori sono molto più eterogenei e strumenti come Facebook Audience Insight permettono a chiunque di analizzarli e conoscerne le preferenze per poi creare delle campagne mirate. 

È dalla conoscenza dei desideri e delle esigenze dei consumatori che aziende come Zalando piuttosto che Airbnb hanno costruito la propria offerta trasformando queste in nuove abitudini. Settori puramente fisici oggi stanno applicando modelli di business digitali in maniera vincente, come nel caso di Walliance, startup immobiliare presente in Italia e Francia che sta innovando il mercato del real estate con il crowdfunding, permettendo a chiunque di investire in nuovi progetti con un ristorni (quasi) garantiti e che a oggi conta già 41 mila utenti attivi. 

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