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Lombroso: “Contro il cambiamento climatico servono azioni concrete e a lungo termine”

21 Gennaio 2020 Stampa

Cosa fare contro il cambiamento climatico?

Oggi più che mai i cambiamenti climatici sono uno dei grandi temi della nostra epoca, come conseguenza del riscaldamento globale eventi meteorologici estremi e una volta straordinari stanno diventando la quotidianità. Cosa ci attende e cosa si può fare quindi a livello locale? Come si sta trasformando il nostro territorio e quali sfide e opportunità attendono anche le nostre pmi?

meteorologo Luca Lombroso ha cercato di rispondere a questi quesiti e ha posto l’attenzione su uno dei temi letteralmente più “caldi” del 2020 attraverso un incontro promosso da Lapam dal titolo “Il clima è già cambiato: Impatti e azioni dal locale al globale” svoltosi in sala Loria a Carpi lunedì 20 Gennaio in collaborazione con Cop 25 Carpi, Carpitransizione e Commissione Laudato Sì Cattedrale di Carpi.
, meteorologo, è uno dei massimi esperti in tema di cambiamenti climatici, autore di diversi libri scientifici ha lavorato nel programma televisivo “Che tempo che fa” con Fabio Fazio ed è spesso ospite in diverse trasmissioni televisive (Kilimangiaro, Cominciamo Bene, Le Storie, Agorà, ecc). È responsabile tecnico dell’Osservatorio Geofisico di Modena del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” dell’Università di Modena e Reggio Emilia oltre che presidente dell’associazione Emilia Romagna Meteo. Di recente ha partecipato al vertice mondiale sul clima Cop25 a Madrid.

La sala, gremita di imprenditori, associazione e studenti ha ascoltato con grande attenzione le parole di Lombroso, il quale ha cercato di spiegare come non esista un’unica soluzione al cambiamento climatico ma diversi fattori e azioni possono contribuire a migliorare quella che è, attualmente, una situazione difficile ma fattibile se si inizia da subito a ridurre le emissioni di C02 per arrivare a livelli minori verso il 2040. Risulterebbe invece impossibile invertire la rotta se il cambiamento dovesse arrivare dopo il 2028.
“cambiando zona climatica” la quale si sta geograficamente alzando, quelle che prima erano le temperature medie nel centro italia ora stanno diventando la normalità nel nostro territorio, con il rischio che fra 50 anni le temperature potrebbero aumentare di 1,5/2 gradi nella migliore delle ipotesi o di 4 nelle peggiore, con conseguenze nel secondo caso, completamente ingestibili.

Abbiamo fallito perchè nessuno vuole assumersi le proprie responsabilità cercando per forza un colpevole esterno ma i cambiamenti devono partire prima di tutto da noi, ha infatti presentato quello che è definito modello transteorico del cambiamento, il quale rappresenta gli stadi che accompagnano ogni cambiamento comportamentale. Si deve partire da una sensibilizzazione delle persone al fine di cambiare valori e credenze per riuscire ad arrivare a mantenere e rafforzare i cambiamenti.
, reduce dalla Cop25 di Madrid, nella quale non si è riusciti a trovare un accordo sul nodo centrale del mercato del carbonio (ma non chiamatelo fallimento), ha presentato quella che è una classifica dei paesi “buoni” e “cattivi”, l’Italia con L’UE è nel primo gruppo contrapposta a paesi tra cui Stati Uniti ed Australia inseriti tra i “cattivi”. Rispondendo alle tante domande ricevute dal pubblico, ha inoltre sottolineato come mai prima di oggi si sono visti così tanti ragazzi coinvolti in movimenti sul clima, e questo non può che essere positivo.

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