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Riciclaggio rifiuti: il ruolo delle piccole e medie imprese nell’economia circolare

4 minuti di lettura
21 Dicembre 2017 Stampa

Il tema del riciclo è diventato sempre più importante negli ultimi anni

Con le discariche sempre più al limite del collasso, è necessario un intervento deciso per promuovere la cultura del riciclo e della raccolta differenziata. Su questo tema l’Unione Europea da diversi anni sta portando avanti il tema dell’economia circolare, un sistema dove le materie non vengono scartate ma tornano continuamente nel sistema per essere riutilizzate.

Il riuso infatti è fonte di nuove possibilità di guadagno e di green jobs, oltre che necessario per preservare gli equilibri ecologici. L’Unione Europea sta investendo ingenti risorse sull’economia circolare, puntando verso obiettivi sempre più ambiziosi.

Ad agosto 2015 infatti l’UE ha stanziato oltre 650 milioni di euro, per interventi finalizzati alla riduzione dei rifiuti. Dal punto di vista legislativo, si sta promuovendo e incentivando la progettazione eco-compatibile (eco design), la revisione del regolamento concimi, l’utilizzo di bio-plastiche, il riutilizzo delle acque reflue.

Le azioni avviate finora, però, hanno riguardato principalmente le grandi realtà industriali

Queste, infatti, sono dotate di importanti capacità organizzative, tecnologiche e finanziarie, necessarie a convertire i processi produttivi in chiave sostenibile.

Ma adesso il nuovo obiettivo della Commissione Europea è accompagnare le piccole e medie imprese verso l’eco-innovazione industriale.

Diffondere la circolarità nelle piccole e medie imprese (Pmi) incontra numerose problematiche specifiche; solo per citarne alcune delle più note:

– le risorse economiche, richieste per la ricerca, per lo scale-up industriale delle tecnologie e, più in generale, per l’innovazione di processo o di prodotto
– il know-how necessario per accedere alla tecnologia e per mantenere alti livelli tecnico-qualitativi l’apparato normativo, spesso poco chiaro, di difficile interpretazione e applicazione, che porta a un carico di burocrazia disincentivante per l’azienda.

Appaiono quindi di estrema utilità sia momenti di approfondimento, per apprendere appieno i vantaggi anche economici di una svolta green in azienda, sia strumenti concreti che supportino gli imprenditori dal punto di vista decisionale e che li orientino in modo consapevole verso le migliori scelte gestionali, nella valutazione un investimento green in azienda e a che che risorse attingere per realizzarlo.

In quest’ottica, il progetto internazionale Cesme (Circular Economy for SMEs), aspira a proporsi come luogo di sperimentazione e confronto sulle possibilità di accesso all’economia circolare da parte delle Pmi.

Il progetto vuole fornire strumenti concreti per rendere più semplice la tanto auspicata transizione per quei soggetti che incontrano le maggiori difficoltà ad affrontare cambiamenti di grossa portata, ma che al tempo stesso rappresentano il 98% del sistema economico europeo.

Il progetto Cesme mira a promuovere l’accesso delle Pmi all’economia circolare, lavorando su 2 filoni di attività.

1 – Le attività per le istituzioni

Le istituzioni locali e regionali e le agenzie di sviluppo sono chiamate a migliorare le proprie politiche locali a supporto delle Pmi e della loro transizione verso la circolarità. L’obiettivo comune è capire come le istituzioni possano supportare concretamente le Pmi nell’introdurre elementi di circolarità all’interno del proprio contesto aziendale, sfruttando strumenti già esistenti (piani e programmi) e dando a questi una connotazione più green, se necessario.

2 – Le attività per le imprese

Sono stati  elaborati strumenti a supporto delle Pmi, in particolare un tool perla valutazione del profilo ambientale dell’azienda (green profile assessment) e un modello di calcolo del ritorno sugli investimenti, Roi (Return On Investments).

Il primo fornisce una sorta di gap analysis che mette in luce i possibili ambiti di intervento per migliorare l’aspetto green dell’azienda; con il Roi si valuta invece concretamente la sostenibilità economica di determinati interventi. I due strumenti mirano a fornire all’impresa un supporto quali- quantitativo alle decisioni.

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