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Il fisco ‘gonfia’ le bollette delle Pmi. Luppi: “Zavorra sulla produttività del territorio”

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29 Agosto 2018 Stampa

Il fisco ‘gonfia’ le bollette delle Pmi

“Oltre alla flat tax ci sono altri interventi necessari per ridurre le tasse alle imprese: a cominciare dalla riforma del prelievo fiscale sull’energia. Artigiani e piccole imprese italiane, infatti, pagano l’elettricità 2 miliardi di euro in più rispetto ai loro colleghi europei a causa degli oneri fiscali e parafiscali sui consumi di elettricità che incidono per il 40,7% sull’importo finale in bolletta. Una vera e propria zavorra sulla produttività”.

Così il Presidente Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi, denuncia uno dei fattori di costo più penalizzanti per i nostri piccoli imprenditori e sollecita al Governo la riforma della tassazione dell’energia per eliminare l’assurda disparità di trattamento fiscale che penalizza i consumi elettrici delle piccole imprese rispetto alle grandi aziende. Secondo la nostra associazione, il divario con l’Europa è destinato a peggiorare visto che, nel terzo trimestre di quest’anno, l’elettricità subirà rincari del 7,6% (+838 euro) rispetto ai tre mesi precedenti e del 5,5% (+618 euro) rispetto allo stesso periodo del 2017, portando a 11.932 euro il costo medio annuo dell’energia per una piccola impresa.

“Le piccole e medie imprese che rappresentano il vero motore del nostro territorio – sottolinea il Presidente Lapam – pagano di elettricità, in media, 2.753 euro in più all’anno rispetto alle Pmi dell’area Euro. Il costo dell’energia rappresenta un pesante fardello che compromette la competitività delle nostre aziende e ostacola gli sforzi per agganciare la ripresa”.

A gonfiare il prezzo dell’energia per le piccole imprese sono accise e oneri generali di sistema che pesano in media per 4.508 euro l’anno sul costo della bolletta. Ma in alcuni settori manifatturieri, come la lavorazione di gomma e plastica, possono anche superare i 18.000 euro l’anno. Si tratta, sostiene Lapam Confartigianato, di un prelievo distribuito in modo iniquo tra le diverse dimensioni d’impresa: sulle piccole aziende in bassa tensione che determinano il 27% dei consumi energetici pesa il 45% degli oneri generali di sistema, mentre per le grandi aziende energivore con il 14% dei consumi la quota degli oneri generali di sistema scende all’8%.

“In pratica – conclude Luppi – ai piccoli imprenditori, e penso in particolare a quelli modenesi e reggiani, si applica l’assurdo meccanismo: meno consumi, più paghi. Uno squilibrio incomprensibile che costringe le piccole imprese a caricarsi i costi degli altri utenti. Per alleggerire le bollette elettriche delle piccole aziende bisogna mettere mano a queste disparità di trattamento. Non possiamo più tollerare un sistema tanto iniquo”.

 

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