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Imprese, App e consumatori contro lo spreco alimentare

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4 Agosto 2021 Stampa

Da oltre 10 anni le app sono entrate a far parte della nostra quotidianità e scandiscono le nostre giornate, dalla sveglia mattutina alle mail di lavoro passando per social network , indici di borsa e food delivery. Quante di quelle che utilizziamo possono definirsi realmente utili? Too Good To Go è una di quelle che si ripromette di essere utile contro lo spreco alimentare e al tempo stesso di aiutare i negozianti a risolvere il problema dell’invenduto di fine giornata e farsi conoscere. Il loro motto è “salva il cibo, aiuta il pianeta”. Lo scopo della società danese è infatti quello di salvare il cibo rimasto invenduto (ma ancora buono) presso i negozi della nostra città in una box dal contenuto segreto e a un prezzo vantaggioso. A oggi ci sono quasi 4 milioni di italiani iscritti e aderiscono circa 15mila bar, ristoranti, supermercati, panetterie, hotel ecc. Una rete che lega consumatore e negozianti uniti contro una piaga che colpisce i paesi occidentali dove, in particolare in Italia, vengono sprecati circa 27 kg di cibo ogni anno a persona (dati Waste Watcher ndr.).

Come premesso lo scopo è duplice, permette infatti ai negozianti di vendere l’invenduto, prodotti vicino alla scadenza o non commerciabili il giorno successivo come paste, pizzette a fine giornata oltre che far conoscere il proprio locale a nuovi potenziali clienti, una volta un’attività aderisce l’app la geolocalizza mostrandola agli utenti, lasciando spazio a tutte le annesse strategie di cross selling attuabili poi dal negoziante una volta che il consumatore entra nel punto vendita a ritirare la box prenotata.

Inoltre, in occasione della Giornata Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare, Too Good To Go ha lanciato il Patto contro lo Spreco Alimentare. Un’alleanza virtuosa tra aziende, supermercati e consumatori che intende abbattere gli sprechi alimentari nei prossimi tre anni con azioni e iniziative concrete a tutti i livelli della filiera agroalimentare: dall’Etichetta Consapevole, da apporre sui prodotti per interpretare meglio il significato del TMC (termine minimo di conservazione), alla creazione di un hub a Milano per raccogliere le eccedenze delle aziende e dare vita alle magic box XL, fino alla collaborazione con Croce Rossa.

“L’obiettivo del patto contro lo spreco alimentare è creare una rete virtuosa di attori che si impegnano sia a informare e sensibilizzare su una problematica che sta diventando sempre più importante, sia a compiere azioni concrete per avere un impatto diretto. Il fatto che così tante realtà abbiano deciso di accogliere il nostro invito non fa altro che rafforzare il nostro impegno per portare il contrasto allo spreco alimentare sempre più al centro dell’attenzione e del dibattito”, spiega Eugenio Sapora, Country Manager Italia di Too Good To Go.

“In questa fase storica abbiamo bisogno più che mai di costruire sinergie tra imprese, terzo settore, istituzioni e cittadini. Serve ripensare un modello sociale, culturale ed economico che nella pandemia ha mostrato tutte le sue fragilità. Contrastare lo spreco alimentare non è solo un fatto di riduzione quantitativa, piuttosto una opportunità per creare nuovo valore nella filiera economica, inclusione sociale e maggiore consapevolezza nei cittadini”, sottolinea l’On. Maria Chiara Gadda, prima firmataria della c.d. legge “anti-spreco” 166/16.

Un’altro interessante progetto nato da poco è Bestbefore, il primo e-commerce dedicato alla vendita di prodotti in scadenza, imperfetti o di fine stock che grazie all’utilizzo di un algoritmo permette di salvare cibo e acquistarlo ad un prezzo scontato collaborando con i piccoli produttori locali e fuori dal circuito della grande distribuzione.

In questo obiettivo comune sono fondamentali le associazioni territoriali come Porta Aperta di Modena, che dal 1978 si occupa di contrasto alle povertà e alle disuguaglianze a cui si si aggiungono attività che intendono promuovere la cultura del recupero e del riuso (mercatino Arca e Charity shop), un emporio sociale (Portobello) e iniziative culturali che mirano a creare una conoscenza più approfondita dei fenomeni di vulnerabilità (il Festival della migrazione) e percorsi di contrasto allo spreco alimentare.

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