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Sostenibilità economica, sociale, ambientale

L’accelerazione verso un modello di impresa green era già in atto prima dello scoppio del conflitto Russia-Ucraina. Oggi questa transizione raggiunge priorità massima, soprattutto nel nostro Paese. L’Italia infatti sconta maggiori disparità di costi energetici nel contesto europeo, facendo perdere competitività alle imprese.

Il conflitto ha messo in evidenza l’instabilità che comporta l’attuale dipendenza energetica dall’estero. Le importazioni nette sono pari al 57,5% dei consumi, quota che sale all’83,6% per il gas naturale e al 97% per il petrolio greggio. Tra luglio 2021 e giugno 2022 per far fronte al fabbisogno energetico delle imprese nella ripresa economica post Covid, l’Italia ha incrementato del 14,8% l’elettricità prodotta con gas. Quest’ultimo è la prima fonte energetica del paese con il 52,9% dell’energia prodotta. D’altra parte l’aumento del costo del gas rende più convenienti gli investimenti alternativi in fonti rinnovabili.

Energia rinnovabile

Nello stesso periodo le fonti rinnovabili hanno contribuito per oltre un terzo (36%) al fabbisogno di elettricità. La quota risulta tuttavia inferiore al 42,9% medio dei paesi europei dell’OCSE. In un anno l’Italia registra un aumento del +7,5% nella produzione di energia geotermica, eolica e solare. All’opposto la siccità comporta il crollo del -39,1% della produzione di energia idroelettrica.
Tuttavia nel più lungo periodo (ultimi 5 anni), la quota di energia elettrica prodotta con il solare in Italia è risultata poco dinamica (+0,3 punti). Mentre la Spagna, a parità di irraggiamento solare, nello stesso arco di tempo registra un aumento di 4,7 punti percentuali.

Cosa fanno le micro piccole imprese

Come evidenziato da un sondaggio tra le imprese associate, le principali azioni pro-ambiente portate avanti dalle MPI emiliano-romagnole sono state: ridurre il consumo di risorse (energia, acqua, etc.) (34,2%), utilizzare materiale più facile da riciclare (27,4%) e dare priorità ai prodotti locali e di prossimità (22,9%). La quota di MPI emiliano-romagnole che ha agito e sta agendo a favore di riciclo, durabilità e riparabilità di beni/servizi offerti – azioni alla base dello sviluppo dell’economia circolare – si attesta al 48,9% delle MPI pro-green.

Per poter completare la rivoluzione verde, le MPI hanno apportato modifiche al modo di produrre, comunicare, distribuire, etc. Il 59,6% ha aggiornato le competenze dei dipendenti con corsi di formazione (52,2%) e ha fatto ricorso a consulenze dedicate (51,7%).

Green skills

La centralità delle competenze nella transizione trova conferma anche dai dati Excelsior Unioncamere. Questi sottolineano inoltre che la ricerca di green skill risulta essere più spiccata da parte di MPI e imprese artigiane. A fronte di un 35,2% di imprese totali emiliano-romagnole che ricercano competenze medio-alte e alte in ambito di sostenibilità e risparmio energetico, per le MPI si rileva una quota superiore di 3,3 punti (38,5%) e per l’artigianato di 6,7 punti (41,9%).

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