Riforma del Terzo settore
Vediamo cosa cambia con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 18.06.2016 della Legge 106/2016, contenente la delega al Governo per la riforma del Terzo settore, dell'impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
La legge entra in vigore il 3 luglio 2016 e il Governo avrà tempo 1 anno per adottare una serie di decreti attuativi della legge delega. Tra gli obiettivi dei decreti attuativi, vi è quello di semplificare, riordinare, revisionare la disciplina speciale e le altre disposizioni vigenti relative agli enti del Terzo settore, compresa la disciplina tributaria applicabile a tali enti, attraverso la redazione di un apposito codice del Terzo settore.
Per Terzo settore la legge intende il complesso degli enti privati costituiti per il perseguimento, senza scopo di lucro, di finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà e in coerenza con i rispettivi statuti o atti costitutivi, promuovono e realizzano attività di interesse generale mediante forme di azione volontaria e gratuita o di mutualità o di produzione e scambio di beni e servizi.
Non fanno parte del Terzo settore le formazioni e le associazioni politiche, i sindacati, le associazioni professionali e di rappresentanza di categorie economiche. Alle fondazioni bancarie, in quanto enti che concorrono al perseguimento delle finalità della presente legge, non si applicano le disposizioni contenute in essa e nei relativi decreti attuativi.
Disciplina in materia di impresa sociale
La legge delega contiene inoltre numerose disposizioni in merito al riordino e alla revisione della disciplina in materia di impresa sociale.
I decreti attuativi dovranno procedere ad una precisa qualificazione dell'impresa sociale, definita come organizzazione privata che svolge attività d'impresa per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale che destina i propri utili prioritariamente al conseguimento dell'oggetto sociale adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti (prevedendo specifici obblighi di trasparenza e limiti in materia di remunerazione delle cariche sociali e di retribuzione dei titolari degli organismi dirigenti), favorendo il più ampio coinvolgimento dei dipendenti, degli utenti e di tutti i soggetti interessati alle sue attività.
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