Torna all'elenco

Bper società per azioni? No, così si allontanerà dalle imprese locali

4 minuti di lettura
23 Gennaio 2015 Stampa

Giovanardi e Rossi (Lapam) contrari alla riforma

Entro 18 mesi le prime dieci banche popolari italiane dovranno trasformarsi in società per azioni. La Banca Popolare dell'Emilia-Romagna rientra tra queste. Scettici i dirigenti dell'iatituto, altrettanto diversi esponenti della politica e dell'associazionismo modenese. «Giù le mani dalle banche popolari dice il senatore Carlo Giovanardi il decreto legge del Governo Renzi che cancella il voto capitario per le dieci banche popolari di consistenti dimensioni è una follia dal punto di vista della cancellazione di una straordinaria partecipazione democratica, degli interessi delle imprese che si sono interfacciate storicamente con una governance ben attenta ai loro problemi, coniugando felicemente efficacia operativa della banca e crescita economica dei territori. Come Area Popolare (NCD UDC) faremo di tutto perchè questo decreto venga bocciato dal Parlamento. «IL SILLOGISMO grande banca-grande credito dice invece Carlo Alberto Rossi, Segretario generale Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia non sembra aver funzionato. Gli imprenditori non registrano miglioramenti nell'accesso al credito con gli istituti di grandi dimensioni o lontani dal proprio territorio di riferimento. Al contrario, il localismo bancario ha contribuito allo sviluppo del sistema produttivo italiano rappresentato per il 95% da piccole imprese. È il modello di sviluppo fatto di intreccio dell'economia con il territorio, idoneo a reggere la sfida dell'economia globale. Per questo siamo contrari alle ipotesi di riforma delle banche popolari all'attenzione del Governo. Il modello dell'economia globalizzata aggiunge Rossi va coniugato con i sistemi di economie locali che hanno fatto la storia e il successo del made in Italy.

Proprio le banche popolari e le Banche di Credito Cooperativo sono state e devono continuare ad essere protagoniste di questo successo perché, anche grazie alla loro struttura societaria, sono attente e rispettose delle esigenze delle piccole imprese radicate nel territorio. Nella nostra zona sappiamo bene che lo sviluppo delle Pmi è stato storicamente legato a istituti bancari attenti alle esigenze degli imprenditori e capaci di leggere' con sapienza le singole situazioni. Ci auguriamo conclude Rossi – che le banche popolari e le Banche di Credito Cooperativo non siano messe nelle condizioni di perdere lo stretto rapporto con il territorio e con il tessuto economico del Paese, caratteristica che è stata il motore della crescita di questa tipologia di istituti di credito e delle Pmi italiane». CONTRARIO non tanto alla riforma quanto al metodo usato per vararla, il senatore del Pd Stefano Vaccari: «Riformare il sistema delle banche popolari italiane è un obiettivo condiviso, un passaggio necessario in prospettiva di un'armonizzazione nel sistema europeo, che era già in preparazione. Ci chiediamo, però obietta Vaccari se la forma del decreto legge sia la più appropriata e se vi siano effettive ragioni di urgenza. Le banche popolari agiscono in maniera capillare sui territori e dedicano la maggior parte della loro attività all'esercizio del credito tradizionale, con un'attenzione particolare ai bisogni dei territori di insediamento, delle piccole e medie imprese, e tra queste mettiamo anche le imprese sociali e le organizzazioni del Terzo Settore, e più in generale delle famiglie. Alcuni dati evidenziano che le banche popolari in Italia erogano tra un quarto e un terzo del totale dei crediti concessi dal sistema bancario nazionale. Prevedere con un decreto legge di modificare aspetti sostanziali di questo sistema bancario dal passato ultracentenario, senza aver preventivamente avviato un momento di confronto tra le parti, facendo tesoro del lavoro di approfondimento già avviato, desta in noi più di qualche preoccupazione. Nessuna difesa, dunque, dello status quo o degli attuali modelli di governo e di rappresentanza delle Popolari, ma la richiesta di avviare un confronto».

il Resto del Carlino MODENA gio, 22 gen 2015

    Richiesta Informazioni

    Compila il modulo e sarai ricontattato al più presto


    Informativa Privacy

    Dichiarare di aver preso atto dell'informativa sul trattamento dei dati personali selezionando la casella: "Acconsento al trattamento dei dati personali"
    This site is protected by reCAPTCHA and the Google Privacy Policy and Terms of Service apply.

    Per inviare la richiesta, clicca su Invia e attendi il box verde di conferma.Riceverai inoltre un'email di riepilogo.

    News correlate