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Emilia Romagna: regolamento tipo per tariffa puntuale rifiuti

6 minuti di lettura
30 Novembre 2018 Stampa

La tariffazione puntuale: paghi per quanto butti

Quanto più indifferenziato butto, tanto più pago. Ma se sono bravo a differenziare, faccio bene all’ambiente e potrei pagare di meno. È la logica della tariffazione puntuale, un sistema per la gestione dei rifiuti previsto dalla legge regionale 16 del 2015, la prima in Italia sull’economia circolare. Una legge per diminuire sprechi e rifiuti, differenziare e riciclare di più, allungare il ciclo di vita dei beni, risparmiare le nuove risorse.

Gli obiettivi in concreto prevedono: riduzione della produzione pro capite di rifiuti urbani tra il 20% e il 25% rispetto alla produzione del 2011; raccolta differenziata almeno al 73%; il 70% come minimo di riciclaggio di carta, metalli, plastica, legno, vetro e organico; decremento del 6% della produzione di rifiuti speciali. Il tutto entro il 2020, così da rendere l’Emilia-Romagna una regione all’avanguardia in Italia e in Europa, autosufficiente per quanto riguarda la gestione dei rifiuti.

Chi coinvolge

Cittadini e imprese, amministrazioni comunali, grande e piccola distribuzione, gestori del servizio rifiuti: è un’azione di sistema in cui tutti sono chiamati in causa. In pratica la tariffazione puntuale prevede di associare la singola utenza al rifiuto indifferenziato che produce e di misurarlo puntualmente introducendo una tariffa in parte calcolata in base alla reale produzione di rifiuto conferito dall’utente. Una misura, quindi, orientata a una maggiore equità, in cui non si paga più solo sulla base dei metri quadri dell’abitazione o dell’ufficio e del numero dei componenti della famiglia. Così gli utenti vengono responsabilizzati: chi differenzia risparmia, chi inquina paga. Non solo: dai risultati ambientali raggiunti nelle realtà in cui è già stata applicata, la tariffazione puntuale consente di assicurare elevate percentuali di raccolta differenziata e un’importante riduzione del rifiuto da smaltire. Il sistema appare così come la chiave di volta per una gestione dei rifiuti urbani moderna, in linea con le attuali normative e con la pianificazione regionale, finalizzata a una prevenzione dei rifiuti sempre maggiore, oltre che a una migliore quantità e qualità delle raccolte differenziate.

Come funziona

Esistono diversi sistemi per la “contabilizzazione del rifiuto”, ovvero per conteggiare quanti rifiuti si producono (in particolare, quanti rifiuti indifferenziati) e quindi determinare l’ammontare della bolletta. Il primo sistema, praticato nei Comuni in cui si effettua la normale raccolta stradale, è quello dei cassonetti con riconoscimento dell’utenza con chiave elettronica (“ecochiave”) o tessera associata alla calotta. Il secondo, nei Comuni con la raccolta porta a porta, sono i bidoncini o i sacchetti con chip per il riconoscimento degli utenti; il terzo, sempre per i Comuni in cui è attiva la raccolta a domicilio, sono i sacchetti prepagati con codice a barre. Ogni Comune, insieme al proprio gestore del servizio, sceglie il sistema più adatto al territorio e all’utenza, in modo da massimizzare l’efficienza e facilitare il compito di cittadini e imprese. Per questo è indispensabile attivare anche campagne di informazione, così che tutti sappiano bene cosa fare e quali siano i vantaggi.

Lo stato di attuazione e i risultati

Ad oggi in Emilia-Romagna vengono misurati puntualmente i rifiuti in 48 Comuni (circa il 14%). L’obiettivo per il 2020 è implementare il sistema sull’intero territorio regionale. Con 21 Comuni coinvolti, la provincia di Ferrara è quella in cui maggiormente si pratica la tariffazione puntuale. Seguono Parma con 21 Comuni (incluso però il capoluogo), Modena (8), Piacenza (2), Bologna e Rimini (1). Nei territori che la stanno attuando, la percentuale di raccolta differenziata è nettamente superiore alla media regionale, con valori attorno al 79% e percentuali massime fino al 94%. E in tutti i Comuni si è registrata una sensibile diminuzione del rifiuto indifferenziato pro capite, con valori medi di circa 117 kg per abitante all’anno, valore prossimo alla metà della produzione pro capite media della regione.

Il modello Parma

Con i suoi 190mila abitanti, Parma è, per ampiezza demografica, il comune più grande d’Italia ad applicare la tariffazione puntuale. Introdotta a luglio 2015, in pochi mesi ha permesso di raggiungere il 74% di raccolta differenziata. Oggi il rifiuto residuo a smaltimento è più che dimezzato (da 50.000 tonnellate all’anno nel 2012 a 25.000 tonnellate nell’anno 2016) e la raccolta differenziata ha toccato quota 76%, riportando i costi della bolletta delle famiglie parmigiane ai livelli del 2010. Ma quanto si può risparmiare di preciso? Prendiamo una famiglia di 3 persone che vive a Parma in un appartamento di 100 metri quadri: con il vecchio metodo presuntivo pagava 262 euro annui, ora con la tariffazione puntuale e 24 vuotamenti annui (2 al mese) ne paga 244: più vuotamenti si fanno, più alta è la bolletta. Ma gli aspetti positivi non finiscono qui: con la tariffazione puntuale sono quasi raddoppiati a Parma gli addetti alla raccolta. Si crea pure occupazione.

L’esperienza del bacino Aimag nel modenese

La tariffazione puntuale è già stata adottata in 8 degli 11 comuni del territorio modenese in cui la raccolta dei rifiuti è gestito da Aimag. Negli altri 3 è già attiva la sperimentazione e dal 2018 tutti i cittadini del territorio pagheranno con la la tariffa puntuale. I risultati finora ottenuti sono di grande rilievo: la raccolta differenziata è stata nel 2016 pari all’85%, con punte del 94% raggiunte in due Comuni. Straordinari anche i risultati di riduzione della produzione pro capite dell’indifferenziato con valori che in alcune realtà si sono attestati al di sotto dei 50 Kg per abitante all’anno, con punte minime di 34 Kg.

Il protocollo d’intesa tra Regione, Atersir e Anci

Sulla tariffazione puntale, insomma, la Regione Emilia-Romagna scommette forte. Per favorirne la diffusione in tutti i Comuni entro il 2020, a metà settembre la Regione ha siglato – su proposta dell’assessore alla Difesa del suolo e della costa, Protezione civile, Politiche ambientali e della montagna, Paola Gazzolo – un protocollo con Anci (l’associazione nazionale dei Comuni italiani) e Atersir (l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti). Il protocollo, dalla durata triennale, prevede il “massimo coordinamento istituzionale” per orientare i Comuni ad adottare “azioni volte al raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei rifiuti e di raccolta differenziata”. Nello specifico, verrà realizzato e diffuso un “regolamento tipo”, fornendo ai Comuni tutto il supporto necessario nel percorso di implementazione dei sistemi di tariffazione puntuale e monitorandone i risultati.

 

 

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