Le imprese modenesi cercano lavoratori, eppure faticano a reperire figure. Dobbiamo continuare a investire nella formazione, nelle scuole e nelle università per avvicinare sempre di più le imprese ai giovani, a qualsiasi grado e livello di istruzione.
Il nostro presidente Gilberto Luppi commenta i dati elaborati dall’ufficio studi associativo provenienti dall’ultimo report del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere-Anpal. Stando ai numeri risulta che il 65,1% delle imprese modenesi ha cercato nuovo personale nel corso del 2023, dato in crescita rispetto al 2022 (era il 63,5%) e superiore al 61,6% medio nazionale.
Le imprese dell’Industria e Servizi hanno previsto l’ingresso in azienda di 78.950 figure, il 38% per sostituire personale in uscita mentre il 14% per ricoprire nuove mansioni non già presenti all’interno dell’azienda, a seguito per esempio di un allargamento del business o della necessità di innovare.
Le figure professionali più ricercate
Le figure professionali maggiormente ricercate sono:
- esercenti e addetti nelle attività di ristorazione;
- personale non qualificato addetto allo spostamento e alla consegna merci;
- addetti alle vendite;
- personale non qualificato nei servizi di pulizia;
- addetti alla segreteria e agli affari generali;
- autisti e meccanici artigianali;
- montatori;
- riparatori e manutentori di macchine fisse/mobili.
Accanto a queste figure maggiormente ricercate ci sono quelle più difficili da reperire:
- tecnici informatici e dell’ICT;
- professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali;
- fonditori, saldatori, lattonieri, calderai e montatori di carpenteria metallica;
- fabbri ferrai costruttori di utensili;
- tecnici della salute;
- tecnici in campo ingegneristico.
Difficoltà di reperimento e perché
Il 2023 ha visto un’impennata della difficoltà di reperimento che coinvolge il 49,1% delle entrate previste nel modenese: nel 2022 il dato si attestava al 45,3%, mentre nel 2021 era del 39,8%.
Questa difficoltà è dovuta per un terzo alla mancanza di candidati e nel 13% dei casi per preparazione inadeguata. La difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese sale al 52,8% tra le micro imprese fino a 9 dipendenti, mentre si attesta al 47,8% tra le piccole imprese tra i 10 e i 49 dipendenti. Quando la ricerca di personale si fa più difficile, con tempi di selezione che superano i 6 mesi, cresce il costo di reperimento di manodopera stimato, secondo l’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, in 209 milioni di euro per le micro e piccole imprese del modenese.
Tra le competenze tecniche richieste per la selezione dei nuovi candidati nei due terzi dei casi è richiesta la capacità di utilizzare competenze digitali, quota che sale oltre l’80% per tutti i ruoli per cui è necessario un diploma tecnico o laurea. Questa domanda di competenze è legata al processo di digitalizzazione delle imprese. Il 67,8% delle imprese ha effettuato investimenti nei vari ambiti della trasformazione digitale nel 2023, e nel 33,2% dei casi questi investimenti hanno un impatto sulla formazione del personale già presente per l’adeguamento delle competenze alle nuove tecnologie e nel 6,2% dei casi richiedono il reclutamento di nuovo personale con competenze adeguate.
Il presidente Luppi conclude:
Da questi dati si evince quanto sia importante mettere in relazione domanda e offerta di lavoro. Come associazione proviamo a ridurre questo gap grazie anche alla piattaforma MyLapam Job, che permette a privati e imprese di incontrarsi e favorisce un avvicinamento tra domanda e offerta. Il tessuto economico del territorio ha bisogno di manodopera e di personale specializzato per continuare a crescere e a rimanere competitivo. La nostra è una realtà florida, che sa resistere alle difficoltà e ha passione per il lavoro: dobbiamo tramandare questa volontà per fare in modo che rimanga ai vertici nazionali e internazionali grazie alle proprie eccellenze artigianali.