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Giornata mondiale dell’acqua: l’analisi delle imprese più “idrovore”

21 Marzo 2024 Stampa

L’acqua è un bene prezioso e come tale va trattato. In Lapam Confartigianato ci impegniamo attivamente per promuovere un consumo responsabile, tant’è che, come si evince dai dati del nostro bilancio del valore, nel 2022 il consumo si è attestato a 6.644,7 metri cubi, a differenza dei 9.333 metri cubi del 2021. Anche nel 2023 appena trascorso, come abbiamo riscontrato dai nostri dati interni, il consumo di acqua si è attestato sui livelli sostenibili registrati nel 2022. Questo fa capire l’attenzione e la sensibilizzazione che dai vertici fino alla base poniamo su un bene prezioso come l’acqua, che non può e non deve essere sprecato.

Carlo Alberto Rossi, nostro Segretario Generale, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si celebra ogni anno il 22 marzo, pone l’accento sull’importanza che tale bene riveste nel mondo quotidiano e anche nel tessuto imprenditoriale.

L’analisi nel territorio di Modena e Reggio Emilia

Come emerge da un’indagine elaborata dall’ufficio studi associativo, nel territorio modenese l’agricoltura è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura, i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito da tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta e prodotti in metallo.

In provincia di Modena, nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (in cui si concentra circa il 70% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano 2.400 imprese con 33 mila addetti, di cui due terzi sono imprese artigiane (precisamente il 58,3%). Nei settori in esame le esportazioni modenesi del 2023 valgono 4,2 miliardi di euro, il 22,4% dell’export provinciale.

Nel territorio reggiano l’agricoltura è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura, i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito da tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta e prodotti in metallo. In provincia di Reggio Emilia, nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (responsabili di circa il 70% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano 1.900 imprese con quasi 24 mila addetti, di cui due terzi sono imprese artigiane (precisamente il 67,1%). Nei settori in esame le esportazioni reggiane del 2023 valgono 2,7 miliardi di euro, il 19,2% dell’export provinciale.

Carlo Alberto Rossi conclude:

C’è bisogno di un’azione collettiva, in modo che tutti evitino gli sprechi, senza distinzioni. Bisogna agire anche per cercare di ridurre al minimo la dispersione e massimizzare la raccolta di acqua piovana, possibilmente realizzando degli invasi in grado di raccogliere e trattenere le piogge, specie quando si verificano eventi atmosferici di portata eccezionale, evitando così che questa si disperda a valle e utilizzarla in caso di necessità. Solo grazie a un’azione collettiva tra investimenti infrastrutturali e sensibilizzazione alla cultura del risparmio si può davvero valorizzare quel bene prezioso come pochi altri che è l’acqua.

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