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Gli investimenti digitali nelle mpi di Modena e Reggio Emilia

14 Marzo 2024 Stampa

Uno strumento che agevola il lavoro, ma che sicuramente non andrà a sostituire la creatività e il pensiero umani.

Con queste parole Paolo Seghedoni, presidente della categoria Grafica e Comunicazione per la nostra associazione, commenta lo sviluppo e l’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale che, nel contesto lavorativo odierno, stanno creando sempre più dibattito. L’analisi svolta dal nostro ufficio studi ha coinvolti le imprese operanti sulle province di Modena e Reggio Emilia.

Gli investimenti digitali nelle mpi di Modena

In provincia di Modena oltre 2 mila imprese (con 3 o più addetti) prevedono di innovare i loro sistemi informatici mediante l’acquisto o sviluppo di software, database e servizi per l’analisi dei dati. A livello provinciale, a Modena le micro e piccole imprese hanno una maggiore propensione a investire nei vari ambiti della trasformazione digitale, con una quota del 70,3%. Modena è anche al vertice in Regione per investimenti nella formazione a seguito della trasformazione digitale, con una quota del 30,5%.

La città della Ghirlandina figura in top ten tra le province in Italia tra quelle che hanno effettuato almeno un investimento in intelligenza artificiale, classificandosi 6^ con il 10,1%. Le micro e piccole imprese modenesi, inoltre, prevedono 5.660 assunzioni, per cui sarà molto importante il possesso di competenze digitali 4.0: si tratta, nello specifico, di figure capaci di gestire le nuove tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robotica, che rappresentano una quota pari al 12,3% delle entrate complessive nelle micro e piccole imprese. Di queste, però, più di un’assunzione su due (precisamente il 57,1%) risulta di difficile reperimento.

Gli investimenti digitali nelle mpi di Reggio Emilia

In provincia di Reggio Emilia quasi 1.400 imprese (con 3 o più addetti) prevedono di innovare i loro sistemi informatici mediante l’acquisto o sviluppo di software, database e servizi per l’analisi dei dati. Le micro e piccole imprese reggiane, inoltre, prevedono 3.580 assunzioni, per cui sarà molto importante il possesso di competenze digitali 4.0: si tratta, nello specifico, di figure capaci di gestire le nuove tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robotica, che rappresentano una quota pari al 12,5% delle entrate complessive nelle micro e piccole imprese. Di queste, però, più di un’assunzione su due (precisamente il 59,8%) risulta di difficile reperimento.

Paolo Seghedoni conclude:

La transizione digitale va supportata con interventi a misura di piccola impresa per sostenere gli investimenti in tecnologie 4.0. Di pari passo è importante investire nella formazione e creare consapevolezza nell’utilizzo di questi strumenti nei lavoratori. Come detto precedentemente, ogni strumento tecnologico, e a maggior ragione anche i nuovi dispositivi di intelligenza artificiale, sono il frutto di un’evoluzione del tempo in grado di aiutare, e non rimpiazzare, i lavoratori nei processi operativi più complicati e che possono essere automatizzati, in grado, così, di provare a risolvere, o quanto meno arginare, pure il problema della carenza di manodopera. Ma la fantasia, il knowhow e le capacità di chi si occupa di comunicazione e degli artigiani difficilmente saranno mai messi in discussione da strumenti tecnologici.

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