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La nostra indagine: fatturato a picco tra aprile e maggio, ma le piccole imprese vogliono ripartire

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24 Giugno 2020 Stampa

Fatturato a picco ad aprile (-59,2%), calo drammatico anche a maggio (-38,3%). Almeno un anno prima di recuperare gli effetti pre Covid, ma più di un’impresa su due (il 53,3%) è orientata ad attivare cambiamenti reattivi per reagire alla crisi. Sono alcuni dei dati più significativi di un sondaggio che il nostro Ufficio Studi ha condotto tra il 5 e il 15 giugno tra 341 imprese del territorio di Reggio Emilia e Modena.

Un numero significativo di micro e piccole realtà di diversi settori. Il calo del fatturato, a Reggio Emilia e Modena, è più accentuato rispetto alla media regionale (ad aprile -59,2% contro -56,3%, a maggio la differenza è minima -38,3% contro -38%).  Rispetto alla capacità delle micro e piccole imprese di recuperare i livelli di fatturato pre Covid oltre la metà (51,4%) esprime incertezza rispetto all’andamento futuro del mercato. La restante quota (48,6%), altrettanto significativa, di imprenditori in media prevede che saranno necessari 12 mesi per poter recuperare i livelli di fatturato pre-emergenza sanitaria.

Le intenzioni delle imprese

Rispetto al prossimo futuro la ricerca Lapam evidenzia come, entro i prossimi 12 mesi, più di un’impresa su due (53,3%) sia orientata ad attivare almeno un cambiamento reattivo. In particolare attivare nuovi canali di vendita (30,3% delle imprese), cambiare l’organizzazione interna (20,7%), ampliare il numero di committenti (19%), entrare in nuovi mercati (16,7%), attivare nuove relazioni tra imprese (15,3%). La crisi Covid-19, oltre a destabilizzare l’intero sistema economico del paese, ha scatenato un altro effetto: l’accelerazione della digital transformation. I dati raccolti attraverso il sondaggio, infatti, evidenziano come proprio durante l’emergenza il 58,6% delle micro-piccole imprese di Reggio Emilia e Modena hanno attivato e/o migliorato l’utilizzo di una o più tecnologie digitali, quali sito web, social network, piattaforme di videoconferenze, formazione on-line ed e-commerce. I social network, rappresentano per le imprese uno strumento di assoluta importanza per relazionarsi e fornire informazioni a clienti, fornitori e dipendenti. Dispongono di un profilo social il 67,6% delle micro e piccole imprese di Reggio Emilia e Modena e il 50% di queste durante l’emergenza ne ha intensificato l’utilizzo.

Tra i segni distintivi delle piccole imprese vengono riconosciuti il radicamento nel territorio, l’offerta di beni e servizi di utilità sociale, l’integrazione sociale e gli atteggiamenti di mutualità e sussidiarietà. Lo dimostra il dato che evidenzia che quasi un quarto delle imprese indagate (il 23,1%), seppur in situazione di difficoltà, durante l’emergenza si è data da fare per supportare la comunità in cui vive e opera sul fronte sia sociale che economico. Un segnale senza dubbio molto positivo e ricco di significato.

Le difficoltà

Sono diverse le difficoltà segnalate dalle imprese nella delicata fase post-lockdown. Sul fronte della riorganizzazione dell’attività in sicurezza la maggior parte delle imprese intervistate aperte hanno segnalato per lo più l’elevata difficoltà nel reperire la strumentazione indispensabile per poter svolgere l’attività in sicurezza (50,5%) e gli elevati costi sostenuti per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione e per l’attivazione di adeguate procedure per operare nel rispetto delle linee guida (26,5%). Tra le ulteriori problematicità riscontrate nella fase di riapertura vengono principalmente indicate: l’assenza di nuovi ordini (69,4%), la mancanza di liquidità (63,2%), la riduzione/assenza di visite commerciali (57,3%) e i mancati pagamenti di prodotti venduti/servizi resi (44%).

Il peso della burocrazia

La burocrazia ha inoltre reso ancor più complesso ‘fare impresa’: le PMI hanno riscontrato un grado di complessità maggiore, considerato insostenibile e/o elevato, nell’accedere agli uffici degli enti pubblici, nel comprendere le numerose norme emanate da governo e regione, nell’accedere e comprendere le modalità per la richiesta della garanzia fino ai 25 mila euro, nell’adeguare le proprie attività alle normative in materia di salute e sicurezza e nell’accedere ai servizi web degli enti pubblici. A fronte di tutto ciò il ruolo dell’associazione è stato più che mai fondamentale e di supporto, come indicato dal 91,8% delle imprese che si sono rivolte a Lapam Confartigianato.

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