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Lapam lancia l’ultimo allarme «I piccoli imprenditori sono disperati»

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2 Ottobre 2014 Stampa

«Dal 2008 hanno chiuso in 2300. Serve un intervento»

Oltre 2300 imprese scomparse dall’inizio della crisi, imposte fiscali sempre più soffocanti, burocrazia infinita.

Nonostante i ripetuti proclami e i forzati tentativi di ottimismo, è tragica la condizione in cui versa il sistema economico modenese.

E per questo Lapam lancia il monito: siamo all’ultimo giro. Ad aspettare non c’è un traguardo, ma la parola fine. «Il tempo è ormai scaduto: possiamo uscire dalla situazione solo lavorando insieme», inizia il segretario generale Carlo Alberto Rossi nel presentare la giornata di mobilitazione – non a caso chiamata ‘La campana dell’ultimo giro’ – organizzata dall’associazione per lunedì in tutti i comuni del territorio. «Ci stiamo inesorabilmente avvicinando alla tragedia – entra nel dettaglio Rossi -. Siamo partiti nel 2008 con la crisi finanziaria, si è trasformata in economica e adesso ci stiamo avviando verso quella sociale. Sono tutte cronache annunciate, ma nonostante ciò non sono state prese le misure necessarie per invertire la rotta». «Dopo sei anni di crisi tutte le previsioni economiche sono state smentite dalla realtà – interviene il presidente Erio Luigi Munari -. Gli ultimi indicatori hanno confermato la crescita zero e lo stato di recessione da cui le imprese con le sole proprie forze non possono uscire». Lapam ha così deciso «di mobilitare tutta la base associativa sul territorio sottoponendo agli amministratori locali una rilevazione economica sull’andamento delle imprese operanti nei singoli comuni. Valuteremo poi insieme quali azioni la pubblica amministrazione può mettere in campo per sostenere le imprese». L’associazione si presenterà con sue proposte che «vertono sulla semplificazione amministrativa» e su «un alleggerimento della Tari che passi dalla revisione del contratto di servizio con l’ente gestore». Ai sindaci verrà consegnata «una campanella simile a quelle utilizzate dai direttori di gara per segnare i passaggi di giro. Un ‘ultimo giro’ per tutti – imprese, cittadini, istituzioni – se non cambierà rapidamente qualcosa».
a supporto Munari porta i terribili numeri dell’anagrafe delle imprese (ancora) attive.Tutti i 47 comuni mostrano il segno meno. Da un totale di 69.195 aziende del giugno 2008 si arriva alle 66.885 di giugno 2014, con un saldo negativo di 2.310 unità, pari al -33%.I picchi negativi sono concentrati nella Bassa terremotata e in Appennino.Maggiormente colpiti sono agricoltura (-1.073), manifatturiero (-977) e costruzioni (-802). In ripresa invece commercio (+116), turismo e pubblici esercizi (+258), servizi alle imprese (+897). «E’ in atto una trasformazione della natura economica del territorio – chiosa in conclusione Munari -: i dati sui settori evidenziano infatti che a soffrire sono le imprese tradizionalmente più strutturate e che occupano il maggior numero di dipendenti. Ci si sta spostando verso la terziarizzazione fatta sì di punte di eccellenza, ma anche caratterizzata da imprese economicamente fragili e con un basso numero di dipendenti».

il Resto del Carlino MODENA gio, 2 ottobre 2014

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