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Luppi: “Occorre preparare la riapertura”

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31 Marzo 2020 Stampa

“Il prolungamento della chiusura totale potrebbe portare la nostra economia al collasso, o comunque a uno stato di crisi per certi versi irreversibile. In tanti ora stanno parlando di riaprire in modo graduale, crediamo che un piano sia indispensabile e che i tempi non possano essere troppo lunghi. Già ad aprile è necessario ricominciare a sollevare le saracinesche”.

Gilberto Luppi, presidente della nostra associazione, dà voce al mondo produttivo e alle aziende: “Il prolungamento del blocco al 18 aprile ferma ulteriormente la produzione, congela il fatturato e mina concretamente la possibilità di riattivare il lavoro, di riprendere slancio, di mantenere l’occupazione.
che serve – spiega il presidente Lapam – è un supporto che vada oltre la logica del sussidio, ma che innesti liquidità e difenda il mantenimento dei posti di lavoro e della competitività delle nostre imprese. Non dimentichiamo che un crollo dell’economia, in breve tempo, porterebbe al collasso anche il sistema di welfare, a partire dalla sanità che in queste settimane sta mostrando il volto migliore del Paese e che nel nostro territorio sta facendo cose incredibili. Stesso discorso vale per la povertà, che in un sistema depauperato del tessuto di pmi sarebbe impossibile frenare”.
proposta

“Da un lato occorre mettere in agenda la graduale ripartenza delle imprese e della produzione, tenendo chiusi i reparti non indispensabili e garantendo il severo rispetto delle disposizioni di sicurezza, l’applicazione dei protocolli anti contagio, la distanza minima tra lavoratori e l’utilizzo dei cosiddetti dpi, dall’altro (e qui tocca alla politica) bisogna attivarsi presso le sedi istituzionali europee per agire sul fronte della liquidità, dell’eventuale accesso al fondo salva stati e dell’attivazione di Eurobond, anche solo con alcuni Paesi dell’Ue”.

La proposta

“In questi giorni stiamo assistendo a una gara di solidarietà e a una disciplina che forse non pensavamo di avere, ma adesso è il momento di cominciare a pensare a rialzarci. Questa epidemia dovrà servirci anche da lezione, la politica dovrà mostrarsi all’altezza di un grande compito: quello di mettere al centro riforme strutturali (fisco, burocrazia, ammodernamento amministrativo) e rimediare a decenni di errori e di gestione troppo ‘allegra’ del denaro pubblico”.

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