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Siccità: la dispersione idrica a Modena e a Reggio Emilia

23 Marzo 2023 Stampa

La siccità è un problema enorme che si sta acuendo e i dati del nostro ufficio studi sono molto preoccupanti: non solo c’è scarsità di acqua a causa delle condizioni meteorologiche e dei cambiamenti climatici, ma a Modena più di un terzo dell’acqua viene persa nella rete idrica. Questo non è accettabile. E per quanto Reggio Emilia mostri numeri migliori rispetto alla media nazionale e regionale, disperdere un quarto dell’acqua è comunque un dato troppo elevato

Carlo Alberto Rossi, segretario generale della nostra associazione, tuona: i dati dell’indagine dell’associazione non lasciano spazio a dubbi. All’indomani della giornata mondiale dedicata all’acqua, che si celebra ogni anno il 22 marzo, la nostra associazione ha realizzato uno studio sulla dispersione idrica. Non tutta l’acqua immessa viene effettivamente erogata agli utenti finali. Nel 2020, nei comuni capoluogo di provincia e città metropolitane dell’Emilia-Romagna, si è disperso il 29,9% dell’acqua immessa in rete (contro il 36,2% medio nazionale).

Il focus su Modena

Modena supera la media nazionale. Dall’analisi dei dati pubblicati dall’Istat, sono oltre 7 i milioni di metri cubi di acqua che si “perdono” nel solo comune di Modena, il 36,7% dell’acqua immessa in rete: un dato che fa della nostra provincia la terza peggiore in regione dietro a Parma e Ferrara. Numeri che danno il senso di una emergenza che va affrontata in fretta.

L’agricoltura, spiega il nostro ufficio studi, è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito dal tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta, prodotti in metallo. In provincia di Modena, nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (con il 69,3% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano 2mila imprese con 33mila addetti, di cui due terzi sono imprese artigiane (il 59,5%). Nei settori in esame, le esportazioni modenesi del 2022 valgono 4,6 miliardi di euro, il 26,2% dell’export provinciale.

Il focus su Reggio Emilia

Reggio Emilia si attesta al di sotto della media regionale, e in regione è tra le province più “virtuose” in quanto a dispersione idrica (solo Piacenza e Ravenna fanno meglio). Dall’analisi dei dati pubblicati dall’Istat, sono oltre 3 i milioni di metri cubi di acqua che si “perdono” nel solo comune di Reggio Emilia, il 24,3% dell’acqua immessa in rete.

L’agricoltura, spiega il nostro ufficio studi, è il più grande utilizzatore di acqua, con consumi destinati in particolare all’irrigazione dei terreni e alla zootecnia. Nella manifattura i settori più idro-esigenti sono quello estrattivo, seguito dal tessile, petrolchimica, farmaceutica, gomma e materie plastiche, vetro ceramica, cemento, carta, prodotti in metallo. In provincia di Reggio Emilia nei dieci comparti manifatturieri con una più elevata intensità di utilizzo dell’acqua (con il 69,3% dei consumi di acqua delle imprese di produzione), operano più di 1.800 imprese con 23mila addetti, di cui due terzi sono imprese artigiane (il 67,4%). Nei settori in esame le esportazioni reggiane del 2022 valgono 2,9 miliardi di euro, il 20,9% dell’export provinciale.

Il segretario generale Carlo Alberto Rossi ha concluso:

L’indagine che abbiamo portato avanti sottolinea come siano tante, 2000 nel modenese e 1800 nel reggiano, le imprese sul nostro territorio provinciale che hanno bisogno di acqua per produrre. Al di là dell’agricoltura, infatti, sono una decina i comparti manifatturieri che hanno molto bisogno di acqua per poter produrre.Il rischio siccità non impatta solo sul settore agricolo ed è quanto mai importante tenere accesi i riflettori su questa situazione. Se prendiamo in esame lo stesso periodo dell’anno precedente, il livello dei fiumi non era così critico come lo è di questi tempi. Se il mese di aprile non sarà eccezionalmente piovoso, gli scenari a cui andremo incontro per il periodo estivo saranno decisamente più critici rispetto a quanto vissuto nell’estate 2022. Il problema, purtroppo, sta diventando endemico e va affrontato senza indugi. Bisogna che tutti evitino gli sprechi, dalle imprese ai privati cittadini passando per le amministrazioni. Ma serve che le istituzioni pubbliche si adoperino per fronteggiare una situazione già critica: si dovrebbero, ad esempio, creare degli invasi in grado di raccogliere e trattenere l’acqua piovana quando si verificano eventi atmosferici di portata eccezionale, evitando che questa si disperda a valle, per poi utilizzarla in caso di necessità. L’emergenza è ora, e ci aspettiamo che venga affrontata nel minor tempo possibile.

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